5 agosto 2025

La scuola che cura: un anno in classe nel reparto di Pediatria di Cremona

«Non mi aspettavo che c'era la mini scuola in ospedale, mi è piaciuta» scrive Sara otto anni durante il ricovero nel reparto di pediatria di Cremona diretto da Claudio Cavalli e coordinato da Daniela Andrico. E per di più con «la super mega bravura della Prof. simpaticissima», annota Jacopo dodici anni. Anche se «mi sono annoiata all'inizio, piano piano ho avuto cose da fare, tipo i puzzle e i compiti», spiega Zaynib, otto anni.

Queste sono alcune fra le moltissime dichiarazioni spontanee di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che hanno frequentato la scuola in ospedale da novembre 2024 a giugno 2025 durante la degenza. Le hanno lasciate sul «diario narrativo» pensato dalla Comunicazione dell'Asst di Cremona insieme all'insegnante Teresa Spezia per raccogliere gli stati d'animo e le opinioni dei giovanissimi pazienti che, attraverso parole e disegni, hanno saputo raccontare il valore emotivo di questa esperienza. 

LA SCUOLA DOVE NON TE L'ASPETTI

Ad emergere con forza nei diari è lo stupore di trovare la scuola dove non te l'aspetti, perché l'ospedale è il luogo dove «curano e aiutano a guarire tutte le persone» precisa Roberta, (sette anni), ma anche «un posto pauroso perché ci vengo quando sto male» scrive Marghe di undici anni. 

Ecco che l'insolita sezione dell'Istituto Comprensivo Cremona Quattro (diretto da Barbara Azzali), una classe allargata dall'età della primaria con un'apertura ai più grandi, è diventato uno spazio dove è possibile imparare, esprimersi, conoscere nuovi amici e superare insieme le difficoltà: «non è stato bello stare in ospedale, ma mi è piaciuto, si fanno nuove amicizie, anche se non puoi mangiare quello che vuoi», scrive Yousere (nove anni) e soprattutto aggiunge Mara (sette anni) riferendosi alla scuola «queste attività mi tirano un po' su il morale». 

«HO SCOPERTO UN NUOVO MONDO»

«L'entusiasmo dei bambini è emerso in molti modi, dalle parole ai disegni» racconta Spezia. «È stata un'esperienza di crescita umana e professionale profonda. La differenza più grande rispetto alla scuola ordinaria è l'approccio: non c'è il tempo per conoscersi con calma, bisogna entrare subito in sintonia, capire in fretta chi si ha davanti e come accompagnarlo nel percorso di apprendimento».

Nel corso dell'anno, Spezia ha promosso due progetti particolarmente significativi: un laboratorio di arteterapia che ha portato alla creazione di un libro collettivo con i lavori espressivi di chi ha frequentato le lezioni e due giornate speciali inserite nella «Settimana della Lettura», un'occasione di condivisione e ascolto. «Gli adolescenti mi hanno colpita molto: non essendo il mio target abituale, mi hanno permesso di scoprire un nuovo mondo. Rifarei quest'esperienza mille volte, senza esitazione».

EDUCAZIONE, CURA E UMANITÀ, TUTTI PROMUOVONO IL PROGETTO

«Il primo anno scolastico vissuto in reparto è stata una bellissima esperienza anche per i sanitari» afferma Cavalli. «Siamo orgogliosi di aver partecipato a un progetto regionale che valorizza il lavoro quotidiano fatto con passione. È stato emozionante vedere l'interesse e l'entusiasmo della maestra, che ha saputo unire progettualità ed empatia in modo encomiabile. Non vediamo l'ora di ricominciare a settembre». 

«L'insegnante ha saputo creare un ambiente educativo su misura, adattando il proprio approccio alle diverse età e culture» aggiunge Andrico. «Per noi si è rivelata una risorsa fondamentale. Tutto il personale infermieristico riconosce il suo impegno e le sue qualità: ha superato ogni aspettativa».

Mamma Vale scrive la pagina del diario al posto del figlio Riccardo, otto anni, perché ha il catetere al braccio destro: «La scuola in ospedale è un valore, offre normalità in un momento difficile. Grazie alla maestra e a tutta l'équipe della Pediatria». Sono parole semplici, ma preziose, che raccontano l'importanza di un progetto che unisce educazione, umanità e cura. 

PER «NON PERDERE IL FILO» CON LA QUOTIDIANITÀ

La scuola in ospedale ha preso forma a partire dallo scorso novembre grazie al protocollo d'intesa stipulato fra l'Asst di Cremona e l'Istituto Comprensivo statale Cremona Quattro, con il sostegno della Regione Lombardia, dell'Ufficio Scolastico territoriale di Cremona e dell'ATS Val Padana. 

L'obiettivo è garantire ai giovani pazienti la possibilità di proseguire il percorso didattico anche durante il periodo di ricovero per preservare oltre al diritto alle cure anche il diritto all'istruzione. La scuola in ospedale, infatti, aiuta a mantenere viva la routine quotidiana e riduce il senso di isolamento di chi è ricoverato. Questa attività rappresenta un modo per «non perdere il filo» con la scuola di tutti i giorni e sentirsi parte della propria classe, anche da lontano.


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