Le sale del Palazzo Comunale cambiano nome. Saranno intitolate a Leonida Bissolati, Ettore Sacchi, Pietro Vacchelli e Giovanni Cadolini
Un'intitolazione delle sale di Palazzo Comunale che ricordi la storia della città, riferita sia ai rappresentanti della comunità cremonese che hanno avuto un'importante carriera politica, sia per quei momenti storici che hanno segnato maggiormente la vita di Cremona anche per loro intrinseca curiosità. Questa la proposta che l'assessore Paolo Carletti ha sottoposto alla Giunta ottenendo parere favorevole. Il prossimo passaggio sarà la formalizzazione della proposta con un'apposita delibera.
I nomi individuati sono quelli di Leonida Bissolati (Cremona, 20 febbraio 1857 – Roma, 6 maggio 1920), di Ettore Sacchi (Cremona, 31 maggio 1851 – Roma, 6 aprile 1924), di Pietro Vacchelli (Cremona, 21 aprile 1837 – Roma, 3 febbraio 1913), e di Giovanni Cadolini (Cremona, 24 ottobre 1830 – Roma, 8 giugno 1917).
"Palazzo Comunale, casa dei cremonesi, deve saper raccontare la storia della nostra comunità" dichiara l'assessore Carletti che ha la delega alla valorizzazione del Palazzo Comunale. "La proposta – aggiunge l'assessore - è di affiancare all'intitolazione delle maggiori sale di rappresentanza, quella di personaggi storici che, durante la loro carriera, hanno ricoperto la carica di consigliere comunale, di parlamentare nazionale e di ministro. Per ognuno di loro verrà preparata una scheda storica e politica. Le salette minori potrebbero invece trovare la dedicazione a momenti storici particolari. Ringrazio in particolare i colleghi Rodolfo Bona e Luca Burgazzi per il proficuo confronto, il Settore Cultura e Turismo e il conservatore del Museo Civico 'Ala Ponzone', Mario Marubbi, per la collaborazione attuale e futura".
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commenti
Nicolini
22 gennaio 2025 16:31
E Ghisleri no ?
Giovanni
22 gennaio 2025 17:07
Scelta alquanto inopportuna. Una sala dedicata a Roberto Farinacci, deputato della 26ª, 27ª, 28ª, 29ª e 30ª legislatura del Regno d'Italia... no? In fondo ha avuto un'importante carriera politica ed ha segnato la vita di Cremona della prima metà del Novecento...
MIchele de Crecchio
22 gennaio 2025 18:40
Sempre che la memoria non mi inganni, un poderoso danno alla tradizionale e saggia precedente denominazione delle sale del palazzo comunale lo diede l'"archistar" Gae Aulenti quando, incaricata di coordinare una esposizione di violini nel palazzo comunale, impose di uniformare il colore delle tappezzerie di molte sale che, prima di allora, venivano quasi tutte semplicemente denominate in base al colore delle loro pareti (la sala gialla, la sala azzurra, la sala verde...) o della funzione in esse espletate (la sala di giunta, la sala della consulta ecc.)
Annamaria Menta
23 gennaio 2025 10:06
Ricorda benissimo! Era l'esposizione degli Stradivari del 1987 (prima occasione, dopo l'esposizione del '37, per i liutai cremonesi di vedere tanti strumenti nello stesso luogo e nello stesso momento) a 250 anni dalla morte del maestro. I diversi colori delle tappezzerie non avrebbero di certo "danneggiato" gli strumenti esposti e tantomeno disturbato la visione degli stessi.
Il Pontormo
23 gennaio 2025 09:56
la cittadinanza plaude con gaudio massimo cotanto zelo ! 😁