Leggerezza e grande musica, i Filarmonici di Busseto trascinano il Ponchielli
Una bella serata, leggera e divertente quella di martedì sera al teatro Ponchielli con i Filarmonici di Busseto. Cinque musicisti di alto livello, un programma accattivante fatto di musiche note a tutti e poi il racconto della serata con Corrado Giuffredi, uno dei più grandi clarinettisti in circolazione che, da attore consumato con il suo accento parmigiano tra mimica, battute e pause, ha portato il pubblico a seguire il concerto, divertendosi. Lo scorso Capodanno, nel teatro Regio di Parma vuoto, i 5 musicisti avevano condotto i parmigiani in streaming al nuovo anno ottenendo grandi consensi pur suonando in un teatro senza pubblico.
Il programma è partito con la Quadrille di "Un ballo in maschera" di Verdi arrangiato da Johan Strauss, suonato anche a Vienna da Muti nell'ultimo concerto di Capodanno. Poi la bella fantasia Verdiana di Michele Mangani dove tra Traviata e Rigoletto e altre opere, i quattro musicisti (Giuffredi al clarinetto, Gianpaolo Bandini alla chitarra, Cesare Chiacchiaretta alla fisarmonica, Antonio Mercurio al contrabbasso - solo più tardi si unirà Roger Catino alle percussioni) hanno dato prova di una grande eccellenza musicale e affiatamento. Ha fatto poi seguito la Suite da Porgy and Bess di Gershwin per poi passare ad Astor Piazzolla con Invierno porteno e chiudere la prima parte con Nino Rota Suite con tutte le grandi musiche composte per Fellini e il Padrino.
Una straordinaria esecuzione dell'Adagio dal Concerto di Aranjuez ha aperto la seconda parte (grandi applausi per Giampaolo Bandini alla chitarra). E' toccato poi a Corrado Giuffredi (solista anche alla Scala) e al suo clarinetto suonare il blues da "Un Americano a Parigi" nell'elaborazione del mitico Henghel Lualdi. Poi è arrivata la sorpresa. Un tavolino e una macchina da scrivere portati sul palco e Roger Catino che anzichè le percussioni suona "The Typewriter" alla macchina da scrivere imitando Jerry Lewis nel film del 1963 "Dove vai sono guai". Il successo è stato travolgente. Poi Oblivion di Piazzolla e il Bolero di Ravel. E' stata poi la volta dei tre bis. Dapprima un tango "El choclo", poi una composizione di Chiacchiaretta con il pubblico a battere le mani a ritmo e infine uno straordinario Libertango.
Le foto sono di Gianpaolo Guarneri/Foto StudioB12
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