Lirica: al Filo il ricordo di Solomea Krushelnytska. Debuttó a Cremona nel 1895
Sul palco del Filo è andata in scena una serata di elevato livello musicale, interamente dedicata al celebre soprano Solomea Krushelnytska. La stoica Nadya Petrenko, fucina di continue idee musicali e ferma sostenitrice del far produrre i propri allievi in concerti, ha organizzato un evento musicale che meritava il tutto esaurito. "Quest'anno non ricorrono solo i 150 anni dalla nascita della cantante, ma anche i 70 dalla scomparsa" ricorda nella sua prolusione Roberto Codazzi, introducendo brevemente l'artista che ha calcato palchi insieme a grandi nomi della lirica quali Caruso, Battistini, Borgatti, e sotto la direzione di bacchette del calibro di Campanini e Toscanini.
"Un omaggio ad un nome col quale sono cresciuta e che mi ha accompagnato in tutti i miei anni di studio" ricorda emozionata Petrenko.
Particolarità di Solomea Krushelnytska è il suo debutto italiano, avvenuto giovanissima proprio a Cremona nel dicembre del 1895 con Manon Lescaut di Puccini.
Proprio sul repertorio del soprano ucraino si è articolato l'omaggio della serata.
Suggestiva la scelta di aprire con un audio originale della Krushelnytska, al quale poi sono seguite le interpretazioni dal vivo.
Primo brano in programma ha visto Xenia Overko impegnata in un potente "Ritorna Vincitor" da Aida, eseguito col giusto piglio e determinazione.
Beatrice Greggio ha invece interpretato "Pace mio Dio" da Forza del Destino mostrando un sapiente uso dei colori.
Una defezione dell'ultimo minuto non ha scoraggiato la docente Petrenko, che ha regalato un'Habanera scevra dalla solita sfrontata volgarità, vestita invece di intima libertà dando al ruolo di Carmen un ritrovato significato forse più affine al desiderio del librettista rispetto alla moda odierna di attribuire al ruolo un carattere decisamente meno elegante.
Nadiia Kava ha affrontato un'aria dall'opera Rusalka di Antonin Dvorak, con un timbro interessante, dal vibrato stretto ed espressivo.
Overko torna con un'"Ave Maria" di Otello da manuale, seguita da una intensa esecuzione di "Tacea la notte placida" dal Trovatore in cui Beatrice Greggio dimostra eccellente padronanza del registro vocale, in particolar modo delle "mezze voci" a cui il cigno di Busseto teneva molto. Torna a cantare Nadya Petrenko con "Mon cœur s'ouvre à ta voix" dal Samson et Dalila di Saint-Saëns che ancora una volta dà lezioni di stile agli astanti. Di nuovo sul palco Xenia Overko con un intenso "Suicidio!" dalla Gioconda, seguita dalla Greggio con "Io son l'umile Ancella" da Adriana Lecouvreur.
Petrenko poi intona una struggente canzone popolare Ucraina a cappella, accompagnata da uno scrosciante applauso, seguita da Beatrice Greggio con la celebre "Vissi d'Arte" dalla Tosca.
A chiudere la serata "Un bel dì vedremo" interpretato da Xenia Overko ed un brano del compositore Myroslav Skoryk eseguito al violino da Alessandro Matviychuk.
L'intero concerto ha visto al pianoforte il bravo Marco Brunelli che, dotato di grande sensibilità musicale, ha accompagnato i cantanti con estrema naturalità e notevole sostegno senza mai coprirli o far mancare loro un puntuale appoggio.
Applausi in serata anche per Giorgio Mantovani che ha saputo rispondere positivamente all'idea di questo concerto appoggiandolo e contribuendo a realizzarlo.
Una serata di vera bella musica, per ricordare e festeggiare l'ennesima artista che, nel suo percorso, ha contribuito a rendere Cremona la tanto proclamata Città della Musica.
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commenti
Francesco Capodieci
27 settembre 2022 12:03
Dispiace che un concerto così bello abbia visto la presenza in sala di un numero ridottissimo di spettatori (poco più di venti). Talvolta Cremona dimentica di essere la Città della musica...O, forse, certe iniziative andrebbero meglio pubblicizzate.