Lo Stradivari di Nilo Covolan, scambiato con un violino da quattro soldi, per far felice un piccola polacca scampata al lager
Nessuno saprà mai con certezza se quel violino fosse davvero uno Stradivari. Forse solo quella ragazzina polacca che nel 1945, quando lo sentì suonare, lo volle tutto per sé, scambiandolo con il suo da quattro soldi. Ma Nilo Covolan era contento lo stesso; aveva fatto felice quella bambina in fuga, come lui, dalla guerra. E questo bastava. Quando Nilo arrivò a Padova col treno (era il 20 settembre 1945), salutò il suo compagno di prigionia Vittorio Brugnaro, che avrebbe continuato la corsa per Carpenedo (Venezia), e gli consegnò il violino scambiato con la ragazzina polacca. Vittorio si accorse che non valeva nulla, ma continuò a suonarlo come fosse lo strumento più prezioso, il suono della libertà.
Nilo Covolan, come racconta il quotidiano on line qpdnews.it da cui abbiamo tratto questa splendida storia, era un contadino, nell’ultimo periodo della sua vita residente a Cornuda, nato il 20 ottobre 1924 a Levada di Pederobba. Nel 1942 venne dichiarato abile per il servizio militare e l’8 settembre 1943 si ritrovò, come altri suoi coetanei, con un’uniforme e un fucile senza sapere dove andare. Venne arrestato dai tedeschi e trasferito al campo di lavoro di Kustrin, in Germania. L’8 ottobre del ’43 Nilo venne trasferito a Lanke, non lontano da Berlino, e da lì passò poi a un altro lager. Fino a quando l’esercito sovietico entrò al campo e decise di trasferire i prigionieri a Buckov, in attesasi essere rimpatriati. Al confronto con le dure condizioni di vita nel lager quella di Buckov sembrava una vacanza. Anche se in libertà vigilata per la prima volta dopo anni Nilo poteva riappropriarsi della propria vita e tornare a sperare. Trascorreva le giornate a fare lavori o a riposare nella baracca o passeggiando per la città ancora fumante dai bombardamenti della drammatica battaglia di Berlino. Un giorno Nilo trovò dentro un baule abbandonato un violino, uno Stradivari dicevano, che quando poteva si metteva a strimpellare. Non sapeva suonare, ma quella era la sua musica della libertà.
Un giorno, mentre incurante di tutti scorreva l’archetto sulle corde, passò a piedi una carovana di polacchi: uscì dal gruppo una ragazzina di 12 anni circa che, come sentì suonare il violino, lo volle vedere. Nilo le consegnò il violino che lei mostrò di saper suonare in modo sublime. “Possiamo fare cambio?” chiese a Nilo la piccola polacca porgendogli il suo violino di valore ordinario. Come avrebbe potuto dirle di no? Per entrambi quegli strumenti rappresentavano la libertà e la nuova vita che li attendeva. Nilo accettò lo scambio per farla contenta e la bambina se n’andò felice con lo Stradivari. Non l’avrebbe mai più rivista. Ma da qualche parte nel mondo quel violino suona ancora. Racconta la storia di due persone unite nella libertà della musica, che vince con la sua potenza su tutte le vicende umane, anche le più tragiche.
La foto di Nilo Covolan è tratta da Qdpnews.it Quotidiano del Piave
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