Lungo il Po, dopo il mare dei poveri di Ferragosto purtroppo restano i rifiuti
Ferragosto è passato, i turisti sono andati ed i rifiuti invece sono rimasti. E purtroppo non c’è da sorprendersi. Come già scritto nei giorni scorsi qui su Cremonasera.it, la spiaggia del Grande fiume, posta sotto al ponte “Giuseppe Verdi”, che collega cremonese e parmense, Emilia e Lombardia, nel tratto compreso tra Polesine Zibello, Roccabianca e San Daniele Po è stata di richiamo per tanti gruppi giovani, ma anche per famiglie e coppie che hanno deciso di trascorrere i giorni di festa e relax su quello che è sempre stato definito il “Mare dei Poveri”. C’è chi si è dedicato alla pesca e chi alla “tintarella” sotto l’ombrellone, chi ha messo mano alle griglie e chi ha solcato le acque del Po in barca. Purtroppo, però, la civiltà non sembra più essere di questo mondo e ancora una volta, per l’ennesima volta, c’è chi ha abbandonato i propri rifiuti. Si vede, mettiamola così, che era troppo difficile caricarli in auto e portarli in un cassonetto. Forse (a questo punto è anche doveroso fare un po’ di sarcasmo anche se c’è poco da ridere) qualcuno aveva dolori lancinanti alla schiena a causa del troppo far nulla, o ha avuto una improvvisa paralisi alle mani (si deve essere estesa dal cervello al resto del corpo), o a forza di camminare gli si sono “atrofizzate” le gambe. Purtroppo, per l’ennesima volta, si deve denunciare l’assoluta inciviltà di tante, troppe persone, prive evidentemente del più basilare rispetto per l’ambiente, per le altre persone e anche per loro stessi. Nulla da aggiungere perché, purtroppo, con alcuni soggetti non c’è decisamente speranza di guarigione.
Eremita del Po
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
marco
20 agosto 2025 16:58
Poveri ma imbecilli
Giovanni
22 agosto 2025 09:06
Purtroppo è così questi idioti se ne fregano di tutto anche di loro stessi. Perché si ritorce anche verso di loro
Manuel
22 agosto 2025 17:15
Paolo Panni fa molto bene a denunciare il malcostume dilagante, anche se il lettore rischiasse di assuefarsi.
Ciò detto, avendo più anni di Paolo Panni ed avendo battuto il Po, come gli altri fiumi la provincia e diverse campagne nostrane, credo sia giusto sottolineare come tali comportamenti si ripetano da che ho memoria e, prima degli anni ottanta, ancor peggio.
Turisti occasionali o della domenica, pescatori, agricoltori, cacciatori, imprenditori di vario genere, etc., etc., hanno esaltato le plaghe padane, come il paesaggio, sporcando, inquinando, devastando, regalando almeno un ricordino (rifiuto spicciolo) ai posteri.
Ne ho viste di tutti i colori, girovagando per le nostre lande, quindi non si può certo raccontare come novità dei tempi moderni. Basta percorrere i nostri corsi d’acqua dopo una piena per rendersi conto di quanto amore per il territorio si fregino i padani... e, forse, un tempo era anche peggio.
Piuttosto ci si deve interrogare sul perché, ancora nel 2025, si ripropongano tali inciviltà.
Altra cosa stupefacente (non per me) è la ritrosia, avversione degli enti pubblici, specialmente i più grandi (leggi regione, Stato), ad assumere guardie-parco, guardie forestali, guardie campestri.