Martedì 28 Cremona si mobilita con “Mio figlio è femminista”, iniziativa contro la violenza di genere
25 novembre giornata contro la violenza sulle donne
Cremona si mobilita anche martedì 28 novembre con un incontro dal titolo “Mio Figlio è femminista” iniziativa della CGIL Cremona contro la violenza di genere in collaborazione con l’associazione I Care We Care
Sabato 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ogni giorno in Italia ottantacinque donne sono vittime di reato, dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale, allo stalking. Nel 2022 si sono verificati 106 femminicidi: di queste vittime 61 sono state uccise da un partner o un ex, tutti di sesso maschile (dato Istat).
Oggi più che mai siamo, forse, giunti ad un punto di svolta. Il recente omicidio di Giulia Cecchettin sembra aver toccato il cuore di molti. Il sembra è d’obbligo. Forse, dopo l’uccisione di Giulia, la centoquattresima vittima da inizio anno da parte dell’ennesimo “bravo ragazzo” anche i fiumi di pareri sembrano non trovare più alcuna attenuante di fronte all’assassinio brutale con cui la ragazza dallo sguardo dolce e dal sorriso di chi amava la vita ne è stata privata. La mobilitazione contro la violenza di genere ha assunto una nuova forma: un’ondata di uomini e donne, di giovani e di adulti si è mobilitata lungo tutto lo stivale con molta più voce e coscienza partecipata. Giulia poteva essere nostra figlia, nipote, sorella, amica, tutte siamo Giulia, ogni vittima ha la sua storia, ha il proprio percorso, tutte hanno pagato il prezzo del no, tutte hanno pagato il prezzo della libertà.
La mobilitazione di questa giornata segue l’eco delle donne islandesi che lo scorso 24 ottobre hanno scioperato in massa contro la violenza, la disparità di genere e salariale. Anche l’Italia si mobilita e questa volta desidera fare rumore. In alcune piazze, infatti, verrà alzato al cielo un mazzo di chiavi per rappresentare ed onorare il grido di tutte quelle donne che non hanno più voce. Ogni tre giorni, in media, una donna perde la vita in questo orribile ciclo di violenza. Ogni anno sono decine di migliaia le donne che subiscono violenza fisica o verbale per mano di un marito, fidanzato, compagno o di un ex che non accetta la fine di una storia: quasi 14.500 donne si sono rivolte ai pronto soccorso nel 2022, vittime di abusi fisici e sessuali, di botte e stupri. Questa drammatica situazione è solo la punta di un iceberg: tante sono ancora le donne che non denunciano, che non scappano, che continuano a subire, per le quali al dolore degli abusi si aggiunge la paura di non essere credute, di essere colpevolizzate e giudicate, paura di non essere tutelate.
Anche Cremona non resterà in silenzio. In occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, CGIL Cremona, in collaborazione con l’associazione I Care We Care, SPI CGIL Cremona e Collettive 365 - Donne della CGIL Cremona, e con il patrocinio del Comune di Cremona, organizza un momento d’incontro dal titolo “Mio figlio è femminista, dialogo per un futuro senza violenza di genere”, un dibattito sulla violenza di genere per affrontare il futuro senza dimenticare il presente.
L’appuntamento è fissato per martedì 28 novembre alle ore 16:30 presso il Salone Bonfatti della Camera del Lavoro di Cremona.
All’iniziativa, introdotta da Daniela Chiodelli del coordinamento Donne SPI CGIL di Cremona e Collettive 365, prenderà luogo una tavola rotonda in cui Monica Lanfranco, giornalista e autrice del libro “Mio figlio è femminista, crescere uomini disertori del patriarcato” dialogherà con Stella Abbamone (avvocato e presidente I Care We Care), Maria Teresa Perin (Segretaria CGIL Cremona con delega alle politiche di genere), Angela Mondellini (Segreteria CGIL Lombardia con delega alle politiche di genere) e Giusi Rosato (Docente del Liceo Manin di Cremona). Modera l’incontro la giornalista Beatrice Ponzoni.
All’evento saranno presenti anche studenti e studentesse del Liceo Manin, che porteranno le sensibilità delle nuove generazioni sul tema, e l’assessore Rosita Viola in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
L’ingresso è libero e si invita la cittadinanza a partecipare per affrontare, insieme, la piaga di una violenza di genere che è sempre troppo attuale e necessita di risposte urgenti, concrete e consapevoli.
“Questi numeri non sono solo statistiche, sono un grido di dolore che richiede un cambiamento urgente e radicale, a partire dalla consapevolezza che ad armare la mano del femminicida o del violento non è quasi mai una patologia, ma qualcosa di ben più profondo e radicato nella società che richiede un grande sforzo da parte di tutti noi, riconoscendo le contraddizioni presenti in ognuno di noi e affrontandole seriamente – sottolinea Maria Teresa Perin – La CGIL si impegna a portare questo grido nelle strade, nelle case, nelle istituzioni. La violenza sulle donne non conosce confini geografici o sociali. È un dramma che travalica ogni barriera. Educare gli uomini fin dall'infanzia a rispettare l'autonomia e la libertà delle donne è cruciale. È fondamentale insegnare che le donne possono terminare una relazione, eccellere professionalmente e personalmente, e vivere liberamente senza timore o colpa. Insegnare che il diritto a bere un bicchiere di più deve essere tutelato, senza dover stare attente ai “lupi cattivi”. Bisogna promuovere la cultura del rispetto e il valore delle differenze a partire dalle scuole per l'infanzia in tutto il Paese, e per farlo è necessario investire seriamente e non a parole o spot elettorali, così come è importante affrontare il tema all’interno della formazione obbligatoria su salute e sicurezza nei posti di lavoro. È inoltre di non secondaria importanza agire sulla qualità del lavoro femminile per permettere alle donne, in particolare quelle vittime di violenze domestiche, di essere veramente libere. Il nostro Paese, invece, continua a collocarsi agli ultimi posti per quanto riguarda l’occupazione femminile. Come collettivo da sempre sentiamo l’urgenza di collaborare tutte insieme ogni giorno, la violenza non conosce sosta. La giornata del 25 novembre deve essere un’occasione per tenere l’attenzione alta verso un problema importantissimo ma non deve essere l’unica c’è bisogno di una reale presa di coscienza e interventi concreti verso una vera e propria rivoluzione culturale per sradicare dalla società le reali cause di questo fenomeno.”
I femminicidi non diminuiscono, anzi, sembrano assumere nuove forme ed i giovani maschi sono sempre più efferati nelle violenze. A volte basta leggere il testo di un brano di musica trap per accorgersi di quanta violenza, non velata ma assolutamente esplicita, sia messa ad uso e consumo delle giovani e facilmente influenzabili menti. Ovviamente il problema non è tutto qui, è solo un tassello ma, si sa, la musica è potente diffusore di idee e pensiero da sempre.
“Come associazione I Care, We Care abbiamo deciso di partire proprio dalle scuole per diffondere la cultura del rispetto e della legalità. La nostra associazione è un progetto ideato da undici avvocate/i di diversa località, garantiamo una presenza sull’intero territorio nazionale e ci occupiamo di contrastare la violenza, in ogni forma, partendo dalle scuole di ogni ordine e di ogni grado. Abbiamo deciso di mettere in campo la nostra professionalità e l’esperienza acquisita negli anni sviluppando un progetto finalizzato alla diffusione della legalità, del rispetto e della parità partendo proprio dalle scuole per cercare di superare quelle barriere culturali che rappresentano, spesso, un ostacolo all’uguaglianza ed alle pari opportunità, nella consapevolezza che la violenza, in ogni sua forma, è in primis un problema di origine culturale – spiega l’avvocato Stella Abbamonte - Abbiamo instaurato una collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati, primo ente rappresentativo dei magistrati in Italia, nell’ambito del progetto Anger Games riconosciuto da Miur , collaboriamo con enti pubblici e privati che si occupano di tutela delle vittime di violenza per offrire supporto legale presso sportelli di consulenza e formazione agli operatori su svariate tematiche quali la parità di genere ed altro. Realizziamo programmi di aggiornamento e formazione per le Forze dell’Ordine ed operatori quali i servizi sociali; svolgiamo corsi di formazione per società sportive, alcune in serie A, per contrastare i fenomeni di bullismo ed omofobia in campo sportivo – continua – lavorando sul campo cerchiamo di mettere in atto azioni concrete; l’omicidio di Giulia, e l’ho verificato proprio in questi giorni incontrando alcune scuole, ha profondamente scosso i ragazzi, sono rimasti molto colpiti, spero che questa tragedia possa rappresentare un punto di svolta, cerchiamo di creare piccole scintille per arrivare ad un vero cambiamento culturale.”
La storia etichetta ogni secolo con peculiarità, ognuno di noi ha un ruolo nella società a cui non può sottrarsi, forse, come scriveva Martin Luther King “può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
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