27 luglio 2023

Nasce il movimento per la riqualificazione dell'Ospedale Pubblico di Cremona e per fermare la sua demolizione. I primi nomi degli aderenti. Un appello da firmare

E' nato il "movimento per la riqualificazione dell'ospedale pubblico di Cremona" e contro la demolizione di quello esistente. Si tratta di un un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l'Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincia, non ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa. Dal 30 luglio sarà su Change.org una petizione con la quale chiederanno al Direttore generale dell'Asst Giuseppe Rossi di fermare la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona. Il Movimento si è anche dotato di una mail: movimentoper.riqualificaHdiCR@gmail.com

"La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell'ospedale ritenuto "vecchio" dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione, nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio il Niguarda, il più grande ospedale d'Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950 e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928. 

Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio" si legge nella presentazione del Comitato.

Questo il testo dell'appello che tutti i cittadini potranno firmare.

"L'ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi.

Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe cosiderare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero.

I motivi per i quali chiediamo di FERMARE la costruzione del nuovo ospedale, sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l'acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

                                                                                                 PROPONIAMO

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibiità di degenza in camere singole, e una "modularità" di cui non ci è stato spiegato e provato un vattaggio sufficientemente convincente per eliminare l'opzione della riqualificazione dell'ospedale esistente, chiediamo che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati "casa per la salute", come concordato nel "protocollo d'intesa" tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021. 

La funzione delle "case della salute o case della comunità" hanno nel loro principale obiettivo la funzione di "medicina di prossimità", di pronto intervento per patologie non gravi, per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L'obiettivo dichiarato da Dr Giuseppe Rossi e dal sindaco Galimberti nel "protocollo d'intesa" era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l'assistenza ospedaliera e quella territoriale. 

Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le "case della salute".

 

Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. Per mancanza di fondi economici?

 

La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione dell'attuale ospedale non è irrilevante: 85,7 milioni 

La regione Lombardia ha deliberato fondi per la costruzione del nuovo ospedale : 250,7 milioni, di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla regione Lombardia per la demolizione dell'ospedale esistente: 30 milioni per un totale di 280,7 milioni.

Per la riqualificazione del monoblocco dell'attuale ospedale di Cremona sono necessari 195 milioni.

 

Per quanto ci è dato di sapere non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monolbocco da costruire a poche decine di metri accanto all'attuale:

il "vecchio" ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq, quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un'altra medicina rispetto all'attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni.

Nel 2010 i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno . Nel 2021 i posti letto dichiarati dalla regione Lombardia sono 589 

Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto. 

 

Il "nuovo" ospedale ha anch'esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola.

La presentazione più che entusiasmante del progetto come un "avvenieristico ospedale, proiettato nel futuro" con concezioni costruttive "modulari" che lo faranno diventare un "ospedale modello per il mondo intero" e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano per chi ha pensato ad un nuovo ospedale sul fatto che ci sia una "modularità" nella sua costruzione e nelle sue funzioni.

Molti di coloro che hanno letto questi "lanci pubblicitari" hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l'edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità.

Un organismo "vivo" che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina.

Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro, della struttura muraria costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnolgiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall'edificio nel quale saranno collocate.

Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora è fondamentale per collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c'è al riguardo, ma si ha la senzazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli.

Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la "comodità" del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza.

Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero, al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. 

Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l'attuale ospedale è pienamente possible anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una "stazione spaziale". 

Ecco i primi sottoscrittori della petizione (in ordine alfabetico)

Aldovini Daniela insegnante

Barbisotti Giovanna insegnante

Bodini Umberto medico

Carniti Tiziano insegnante

Choi Ok Me interprete 

Corradi Ezio ferroviere 

Davoli Camillo medico

De Antoni Luigi tecnico Telecom

De Crecchio Michele architetto

 

Ferrari Dante ferroviere

Gerevini Renzo pensionato

Gnocchi Enrico biologo

Gnocchi Vutha studente

Luccarini Paola insegnante

Maestri Eugenio ferroviere

Manese Annachiara linguista

Manese Eletta insegnante

Mantovani Giorgio geometra

Rangognini Enzo pensionato 

Rossi Laura imprenditrice 

Serventi Ennio operaio, pensionato, scrittore

Vaudetto Guido naturopata 

Villa Celestina ex funzionario Archivio di Stato

Ziglioli Giancarlo ambientalista

 


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commenti


lucia lazzari

27 luglio 2023 20:02

Condivido tutto l articolo

Marco Pezzono

27 luglio 2023 22:42

Come Stati generali Clima Ambiente Salute abbiamo già espresso posizioni simili nella riunione "Insieme per la Costituzione" presso la Camera del Lavoro; sull'ospedale
abbiamo anche costituito un gruppo di lavoro.

Nicolini Gualtiero

28 luglio 2023 02:19

Aderisco
Gualtiero Nicolini

Giulio Rizzini

28 luglio 2023 04:31

Desidero firmare la petizione

Anna L.Maramotti

28 luglio 2023 06:07

Diverse sono le motivazioni elencate nel documento che condivido. Aderisco al movimento e mi rendo disponibile. La salute è una priorità che supera ogni ideologia e ogni interesse

Maria Angela

28 luglio 2023 06:53

sono pienamente d'accordo

Luisa Maria Mazzini

28 luglio 2023 07:40

Aderisco e condivido pienamente tutto. Luisa Mazzini

Anna Maria Herrmann

28 luglio 2023 07:52

Desidero firmare l'appello

Marisa.delindati@alice.it

30 luglio 2023 05:46

Sei tu la figlia della mia prof di matematica al liceo?Colauzzi?

Danzi Claudio Maria

28 luglio 2023 07:54

Condivido in pieno ed aderisco. Spero che tantissimi altri cremonesi aderiscano

Marialuisa Spotti

28 luglio 2023 09:11

Concordo pienamente, la sanità deve tornare ad essere pubblica e diffusa sul territorio, prossima ai bisogni dei cittadini e non centralizzata in alcune strutture dette "di eccellenza". I finanziamenti del pnrr devono essere utilizzati a questo scopo e non per costruire un nuovo ospedale di cui non pare esserci necessità una volta riqualificato quello esistente, con dei problemi certo, ma non così obsoleto. Per non parlare poi di ulteriore cementificazione e consumo del suolo.

Benassi

28 luglio 2023 09:21

Aderisco

Rosalia Corbani

28 luglio 2023 11:11

Condivido

Adele Mariangela Verdelli

28 luglio 2023 12:47

Condivido tutto al 1000% Pronta a firmare!

Franco Balestrieri

28 luglio 2023 14:28

Sono d'accordo

Sonia Nicodemo

28 luglio 2023 16:29

Condivido pienamente

Giancarlo Maffioli

28 luglio 2023 17:07

Aderisco

Mario

28 luglio 2023 19:26

Buttate giu quell’obrobrio di ospedale…

Manuel

29 luglio 2023 08:33

Sarà anche un obbrobrio, ma il nosocomio di Cremona ne assorbe parecchie di risorse economiche, per mantenimento, restauro, adeguamento: questo è il curioso traccheggio di amministratori e politici i quali, nell’attesa di accomodarsi attorno al plastico del nuovo ospedale, continuano ad iniettare denaro nel vecchio.

Giulio Scotti

28 luglio 2023 21:25

Condivido pienamente di non demolire il vecchio ospedale

Angelo Gatti

29 luglio 2023 10:14

Un altro importante contributo del dottor Cavalli è pubblicato stamattina su vittorianozanolli.it

ZIGLIOLI MARIA ROSA

29 luglio 2023 13:50

Condivido tutto l'articolo e desidero firmare la petizione.

Anna

30 luglio 2023 21:40

Meglio riqualificare l'esistente piuttosto che costruirne uno nuovo

Roberta Scaini

2 agosto 2023 02:22

Concordo.. non abbiamo bisogno di un ospedale nuovo ma di personale che accorci le liste d’attesa ormai assurde