Nel cremonese una colonia di ibis sacri con centinaia di esemplari, sorvegliati speciali dalla Provincia per gli effetti ancora sconosciuti sulle altre specie locali
Gli Ibis sacri stanno diventando una costante dell’avifauna locale. Ormai si moltiplicano le segnalazioni nella zona di via Diritta, piuttosto che in via San Rocco nei pressi degli impianti di riciclaggio rifiuti ed il fenomeno, esploso nel giro di pochi anni, è costantemente monitorato dal servizio di Gestione delle aree protette della provincia di Cremona. Una colonia di ibis è stata osservata e censita nel cremonese anche dall’ultimo studio su “Le colonie di Ardeidi nidificanti in Lombardia” del Dipartimento di scienze della terra e dell’ambiente dell’università degli Studi di Pavia. L’Ibis sacro, specie alloctona, ha cominciato a nidificare in vari Paesi europei, proveniente da forme di cattività, e dal 2010 è aumentando rapidamente e nel 2022 ha raggiunto nuovi massimi di 1513 nidi e di 19 colonie. L’Iibs sacro è un osservato speciale in quanto, essendo specie alloctona, la sua presenza potrebbe avere effetti sulle specie protette che nidificano nelle stesse colonie e in generale sull’ecosistema. L’ibis sacro è l’unica specie a presentare problemi di gestione e controllo. La sua diffusione nell’Europa meridionale, a partire dagli anni ‘70, è stata certamente dovuta ad individui fuggiti da giardini zoologici, mentre la provenienza di individui dall’areale originario nell'Africa sub-sahariana è improbabile e mai accertata. In Lombardia ha nidificato per la prima volta nel 1989, e dal 2012 ha cominciato ad aumentare rapidamente fino al nuovo massimo di 1713 nidi nel 2022. Il numero di colonie, sempre miste con altre specie, ha seguito l’incremento del numero di nidi, arrivando a 19 nel 2022. La maggioranza di queste colonie è di pochi nidi o alcune decine, e solo una colonia nel Cremonese e una nel mantovano ne ospitano varie centinaia. Gli Ibis sacri si insediano entro colonie miste con altre specie di uccelli acquatici, il cui numero non sembra finora risentire della presenza di questa nuova specie. Non sono finora rilevate evidenti preferenze degli Ibis sacri per particolari ambienti di nidificazione, né per la vicinanza di altre specie di uccelli acquatici. Tuttavia mancano completamente, sia per la Lombardia che per il resto d’Italia, informazioni riguardo a eventuali effetti dell’Ibis sacro sulle specie nidificanti nelle stesse colonie e riguardo alla sua possibile azione come predatore di pulcini di uccelli nidificanti sul terreno, e in generale riguardo agli effetti sull’ecosistema. Solo in un caso particolare un comune del novarese ha lamentato che il centinaio di coppie di Ibis sacro, presenti dal 2020, danneggiavano con le loro abbondanti deiezioni gli alberi secolari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti