Partecipazione alla messa in ricordo di Beato Enrico Rebuschini celebrata dal Vescovo Napolioni: “Vivere nella quotidianità la carezza di Dio per i fratelli”
Folta partecipazione alla celebrazione in memoria di Padre Enrico Rebuschini, il presbitero camilliano originario di Gravedona che proprio il 10 maggio del 1938 morì a Cremona. Proclamato Beato da Giovanni Paolo II nel 1997, il corpo di padre Rebuschini riposa proprio nella struttura di via Mantova. La celebrazione, presieduta dal Vescovo di Cremona Antonio Napolioni, ha visto la presenza dei padri camilliani, del personale sanitario della Casa di Cura oltre che da rappresentanti dell’ordine femminile dedicato a San Camillo. Presenti, oltre al Vescovo, il concelebrante padre Giuseppe Rigamonti, superiore provinciale dell’Ordine, il padre superiore Virginio Bebber, Paolo Mirko Signoroni, Presidente della Provincia e Luca Burgazzi, assessore alla Cultura in rappresentanza del Sindaco.
“A chi è stato dato molto, molto sarà chiesto. Abbiamo tanti privilegi, noi che viviamo nella meravigliosa Cremona. Ce lo ricorda questa pioggia, noi temevamo per i nostri raccolti, per la siccità. E come il nostro grande fiume bagna i raccolti, il fiume della santità, della carità, della grazia si ramifica per arrivare a tutti coloro che ne hanno bisogno.” Così il Vescovo ha deciso di aprire la sua omelia, sull’esempio proprio di Padre Rebuschini che ha reso Santa la sua quotidianità. È proprio questa “Santità feriale”, di ogni giorno, è ancora oggi la luce che guida i camilliani in quella che Napolioni ha definito la “carezza di Dio per i fratelli”. Padre Bebber ha deciso di dedicare la liturgia al commosso ricordo dell’amata Patrizia Bonali, dipendente di San Camillo scomparsa prematuramente durante la notte a soli 55 anni.
foto Gianpaolo Guarneri/Studio B12
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