7 aprile 2025

Per i 500 anni dalla prigionia di Francesco I nella Torre del Guado tornano a Pizzighettone i "doni del re". Il borgo si prepara alla festa e già si respira l'aria del 1525 fra dame e cavalieri

Pizzighettone si prepara a festeggiare un anniversario dalle radici tanto antiche quanto spettacolari. Sono passati cinquecento anni, letteralmente mezzo secolo dalla prigionia del re francese Francesco I di Valois all'interno della Torre del Guado, e nel borgo si stanno già preparando numerose iniziative che andranno a ripercorrere uno dei momenti più significativi della storia del paese. Il calendario è saturo di eventi, e il primo sarà quello del 13 aprile, caratterizzato dalla conferenza dal titolo "Pavia 1525: la battaglia, le armi, il re a Pizzighettone".

A raccontare le vicende cinquecentesche del paese è stato Gianfranco Gambarelli, dell'associazione "Volontari delle mura" di Pizzighettone, che già alle prese con l'organizzazione del primo evento ha spiegato che "la storia inizia nel 1525 quando Francesco I, sceso in Italia, cinse d'assedio la città di Pavia. Quello del re francese era un grande esercito, al cui interno si contavano migliaia di cavalieri, l'élite combattente del periodo. Oltre agli uomini d'arme grande importanza era ricoperta dalle macchine d'assedio, ovvero i cannoni, che con la loro potenza distruttiva lasciavano poche speranze anche alle fortezze più resistenti.

Quella del re sembrava una vittoria già a portata di mano, ma un errore tattico ha portato Francesco I a cadere nelle mani del nemico: quando sguinzagliò la sua cavalleria contro il nemico, già sicuro della vittoria, mise a tacere le proprie bocche di fuoco per evitare danni collaterali tra le propie fila. Fu in quel momento che una squadra di fucilieri nemici nascosti nella boscaglia colse di sorpresa i suoi cavalieri, decimandoli. Il re venne catturato, e in qualità di prigioniero di grande valore imprigionato a Pizzighettone per 80 giorni prima di essere spostato".

All'interno della chiesa parrocchiale di San Bassiano, proprio in occasione dei 500 anni dalla battaglia di Pavia, verranno esposti i leggendari "Doni di Francesco I", una raccolta di oggetti dal grande valore storico e artistico che il sovrano donò a monsignor Gian Giacomo Cipello, il parroco di Pizzighettone che durante i giorni della prigionia legò molto con il re francese, diventando suo caro amico e confidente.

Direttamente dalle sale del Museo Diocesano che li custodisce, arriverà a Pizzighettone la ricca pianeta di velluto decorata con immagini sacre raccolte in cinque scene divise tra la parte anteriore e quella posteriore. C'è poi il paliotto, ricamato da Luisa di Savoia, madre del re, e dalle dame del suo seguito. Una curiosità sul manto del re è che ad oggi è visibile solamente una minima parte di quello che era all'epoca: il re di Francia era molto alto, raggiungeva infatti il metro e novantotto, ma il manto è alto solamente 80 centimetri. Sembrerebbe che nel corso dei secoli molte parti del paliotto siano state trafugate, riducendone significativamente le dimensioni. Per mettere la parola 'fine' a queste ruberie si decise di trasformare il manto in un piviale mariano, ovvero un mantello che la statua della Madonna avrebbe indossato durante le processioni, così da smorzare la voglia di strapparne dei frammenti.

Gli appuntamenti a Pizzighettone continuano l'11 maggio con "Un viaggio fra le mura della fortezza dove la storia prende vita", una rappresentazione teatrale con attori in abiti d'epoca cinquecentesca (in replica il 1° e il 28 giugno e il 7 settembre). Si prosegue con lo spettacolo del 17 maggio di Guido Damini dal titolo "Quando la guerra smise di essere divertente" proseguendo il giorno dopo con le visite guidate ai luoghi della prigionia del re. Dal 31 maggio al 2 giugno sarà il turno dell'evento gastronomico "La tavola del re" tra gnocchi e tanta tradizione. Si chiude il 7 settembre con il grande ballo accompagnato dalle musiche dell'epoca animato dai figuranti vestiti proprio come gli uomini e le donne del 1525.

Luca Marca


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