Politica, Portesani: "Virgilio ci attacca. Atteggiamento a metà strada tra Fonzie di Happy Days e il Marchese del Grillo; ascolti la città invece di criticare le opposizioni"
“Virgilio proprio non ce la fa a non attaccare me e ‘Novità a Cremona’. Mostra un atteggiamento che fluttua tra quello di Fonzies di Happy Days e quello del Marchese del Grillo. Ci accusa che le nostre critiche gettano, per ‘simpatia’, discredito sulla città. Come dire ‘io so’ io e sono la città’ : chi osa criticare me insulta la città. Sillogismo effimero. L’accenno al fatto che non saremmo abituati a divertirci nasconde un velato bullismo istituzionale triste e un po’ patetico come quello del personaggio creato da Garry Marshall nella nota serie televisiva americana. Rassicuriamo Virgilio che ci divertiamo, non necessariamente con le sue epopee pedatorie”. Lo dice oggi Alessandro Portesani, capogruppo di Novità a Cremona rispondendo alle critiche del sindaco Andrea Virgilio.
“Ma Virgilio, dice ancora Portesani, compie un altro sillogismo che avrebbe fatto venire la pelle d’oca al povero Aristotele. Ed è questo. Siccome la Lista Civica e Forza Italia sarebbero forze moderate non gli competerebbe la critica. Come se un orientamento ideologico vietasse di dire pubblicamente tutto quello che non va in questa amministrazione. Per altro molte osservazioni presentate arrivano direttamente dai cittadini che sono con quelli che si dovrebbero continuare a fidarsi del sindaco. Questo è il guaio. Virgilio, in questo anno, ha perso il contatto con la città vera. Si è barricato con i fedelissimi nel palazzo. Contatti limitati con la città. Critiche feroci a tutti quelli che hanno osato esprimere riserve o osservazioni. Ha bollato come appartenenti a ‘sette’ i più critici nei confronti di chi ha espresso pareri diversi dai suoi. Sempre con il terrore negli occhi che Luciano Pizzetti possa, in ogni ora del giorno e della sera, mangiargli i ‘pidocchi in testa’ come dice un’espressione colorata della nostra gente”.
“Sono felice che lo stesso presidente del Consiglio, con la sua realpolitik, gli abbia attenuato critiche e mal di pancia interni, con chiunque fosse disponibile a barattare l’accondiscendenza all’amministrazione con lusinghe di poltrone e di cadreghe di vario tipo. Costantemente ossessionato da una città stanca di un’amministrazione che percorre ogni giorno una via crucis costellata di insuccessi, di gaffe, di svarioni, di sgrammaticature istituzionali, che spesso scivolano tristemente nel personale”.
“Il catalogo di tutto questo è presto fatto”, conclude Portesani. “Impianti sportivi fatiscenti. Appalti gestiti in maniera confusionaria. Sicurezza trascurata e non risolta. Decoro della città inesistente. Scelte che penalizzano i luoghi tradizionali della cultura pur essendo egli presidente delle Fondazioni Ponchielli, Stauffer e Museo del Violino. Traffico e lavori pubblici lasciati alla più completa improvvisazione. Complesso di superiorità intellettuale proveniente dal nulla. Ambiente con scelte guidate da altri. Giunta anche per sua stessa ammissione già presto rivedibile”.
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