25 marzo 2025

Presentate nella Galleria dei vescovi di Palazzo vescovile le preziose ante d'organo di Altobello Melone salvate dall'espatrio e consegnate in deposito al Museo Diocesano

Un importante tassello si aggiunge alla valorizzazione del patrimonio artistico cremonese: le ante d'organo di Altobello Melone, provenienti in deposito dalla Pinacoteca di Brera, sono state ufficialmente accolte nel Museo Diocesano di Cremona. Un'operazione resa possibile grazie alla sinergia tra il Ministero della Cultura e le due istituzioni museali, che ha portato al ritorno di queste opere nel loro territorio d'origine. 

Da oggi sarà possibile ammirarle nella Seconda Sezione del Museo che esplora il tema mariano e, in particolare, l'Incarnazione. Le ante d'organo si trovano infatti ora a dialogare con le tele del Campi L'Angelo annunciante e Maria riceve l'annuncio dell'Angelo e accanto alla Sacra Famiglia con La Maddalena di Boccaccio Boccaccino.  Le ante di Altobello Melone trovano ora la loro collocazione in questo spazio, arricchendo ulteriormente la collezione di opere provenienti dallo stesso artista.

L'arrivo delle ante di Altobello Melone al Museo Diocesano di Cremona segna un nuovo capitolo per l'istituzione cremonese, che si conferma punto di riferimento per la cultura e la valorizzazione del patrimonio locale.

«È un piacere e un onore – ha affermato don Gianluca Gaiardi, direttore del Museo Diocesano di Cremona - collaborare con la Grande Brera per questa iniziativa, che conferma la stima di un importante istituto culturale nazionale nei confronti del nostro Museo Diocesano. Altobello Melone rappresenta un artista importante nel percorso espositivo del museo, che dialoga con Galeazzo Campi e Boccaccio Boccaccino, di cui per altro proprio quest'anno in autunno, verrà organizzata la mostra monografica più completa a lui dedicata». 

L'arrivo delle ante di Altobello Melone è stato presentato al pubblico nella mattinata di martedì 25 marzo, in una data significativa, come ha spiegato lo stesso direttore: «Questo evento si svolge proprio nel giorno della solennità liturgica dell'Annunciazione: opere una volta destinate a celebrare i misteri cristiani della fede, oggi ci parlano ancora e i nostri occhi possono nuovamente contemplarle e meditarle».

Nella cornice speciale della Galleria dei Vescovi, ampio spazio ristrutturato al piano nobile del palazzo vescovile gremito per l'occasione, l'evento ha visto la partecipazione di importanti figure istituzionali in rappresentanza delle istituzioni e di numerosi professionisti del settore dell'arte e della storia dell'arte. 

Dopo l'introduzione di don Gaiardi, a fare gli onori di casa, a nome della Diocesi, è stato il vescovo Antonio Napolioni che ha espresso il suo entusiasmo per il processo di restituzione degli spazi del Museo Diocesano alla comunità: «Una parola di benvenuto in questa sala che non vedo l'ora che venga restituita alla comunità. Mi auguro che questo sia l'anno in cui potremo completare il percorso di recupero del Palazzo vescovile, per raccontare e far vivere anche alle nuove generazioni questi luoghi che richiamano la bellezza della fede».

Ha preso quindi la parola Gabriele Barucca, al termine del suo mandato come Soprintendente per le province di Cremona, Lodi e Mantova, che ha  sottolineato l'importanza della tutela del patrimonio culturale: «La Soprintendenza non deve congelare il passato, ma accompagnarlo in nuove trasformazioni. Condivido pienamente l'operazione di Brera: riportare le opere nei luoghi d'origine è fondamentale quando ci sono le condizioni per farlo».

 Questo deposito può essere considerato un modello esemplare, come sottolineato dalla dott.ssa Paola Strada, direttrice dell'Ufficio Esportazione di Milano e in rappresentanza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano. Nel suo intervento ha delineato il complesso iter che ha portato all'arrivo delle ante d'organo a Cremona: «Le ante sono state presentate al nostro ufficio poco prima del Natale 2023 e subito ci siamo resi conto che eravamo di fronte a un'opera rara». Il rischio era che queste opere potessero uscire dal territorio nazionale. «Il Servizio Quarto del Ministero della Cultura ha preso in esame la possibilità di acquisto coattivo, avviando un dialogo con Brera, che nel frattempo aveva riflettuto su come valorizzare al meglio le ante, così strettamente legate alla città di Cremona». Da qui è nata l'idea di destinarle al Museo Diocesano di Cremona, una soluzione in perfetta sintonia con il loro contesto storico e culturale. «Si è trattato di una combinazione fortunata: è stata una di quelle rare situazioni in cui tutto si sviluppa in modo coerente e significativo».

In rappresentanza della Pinacoteca di Brera, la dott.ssa Francesca Debolini, responsabile per i depositi negli enti ecclesiastici, ha portato il messaggio di saluto del direttore Angelo Crespi, che per improvvisi impegni istituzionali non ha potuto partecipare alla presentazione come annunciato, e ha sottolineato l'importanza della conservazione preventiva: «I depositi museali sono una risorsa spesso poco considerata. Questa iniziativa dimostra come una gestione attenta possa trasformarli in una risorsa attiva, restituendo le opere alla comunità».

A prendere la parola è stato poi il professor Marco Tanzi, storico dell'arte che ha parlato del proprio ruolo in questa vicenda: «Quando mi hanno chiesto un parere su queste ante d'organo e a chi le avrei date, ho risposto: "Al Museo Diocesano di Cremona, perché è in espansione, c'è entusiasmo e sta crescendo"». 

Lo stesso professore ha subito segnalato il nome di Francesco Ceretti, dottorando che stava proprio realizzando una monografia su Altobello Melone in uscita nel corso di questo anno. Il suo intervento ha concluso la mattinata con un approfondimento sulla figura di Altobello Melone, un pittore per troppo tempo trascurato, eppure di grande valore per la storia dell'arte del nostro territorio e non solo: «È emozionante vedere queste opere tornare a casa. Per rappresentarlo come merita, i musei devono unirsi, perché di lui non si parla più da 50 anni. Altobello è uno dei protagonisti della pittura lombarda: il suo stile eccentrico guarda alla Germania, lontano dai canoni classici».

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