Primi decreti della Soprintendenza per tre palazzi liberty cremonesi. Vincolati Palazzo Manes, palazzo Bianchi e palazzo Zucchi
Sono tre gli edifici storici cremonesi per i quali nei giorni scorsi è giunto il decreto di vincolo da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova per la conservazione e tutela delle testimonianze liberty. Sono palazzo Manes di viale Trento e Trieste, angolo porta Venezia; palazzo Bianchi in via Stenico, angolo viale Trento e Trieste, e palazzo Zucchi, all’incrocio tra via Dante e via Dei Platani. Si tratta con ogni probabilità di una prima tranche, dal momento che per essi l’iter per l’adozione di un provvedimento di dichiarazione di interesse storico-artistico particolarmente importante è partito durante l’estate.
Palazzo Manes, come il suo gemello palazzo Narizzano sul fronte opposto di porta Venezia, è opera dell’architetto Cornelio Bregonzio, autore di altri edifici Liberty come l’albergo San Giorgio, che per le decorazioni a cemento si servì di Emilio Santi, un tecnico del cemento cui si deve gran parte delle decorazioni di gusto “art nouveau” ancora presenti in città. Il palazzo risale al 1910, ma non è mai stato vincolato, da cui la legittima preoccupazione da parte della Soprintendenza, che andasse perduta una delle più interessanti testimonianze di gusto floreale nella particolare interpretazione riscontrata a Cremona. Un analogo vincolo è già stato posto sull’ex albergo San Giorgio, realizzato sempre nel 1912, e sul palazzo Feraboli, anch’esso opera del Bregonzio, sull’angolo tra via Dante e via Palestro.
Sono queste le prime iniziative poste in essere per la tutela su tutto quanto di Liberty esiste ancora a Cremona, un progetto al quale da un paio d’anni sta lavorando la funzionaria Laura Balboni. Il monitoraggio ha già individuato alcuni edifici meritevoli di attenzione. Si è partiti dal raffinato uso dei cementi decorativi, peculiare caratteristica di alcuni dei più significativi episodi edilizi di inizio Novecento e oggi tutelati dal Codice dei Beni Culturali. Solo per ricordarne alcuni, i fabbricati collocati sul limite esterno di settentrione delle antiche mura, oggi via Milano e via Dante (Palazzo Nino Feraboli, Palazzo Narizzano, Palazzo Manes, Palazzo Bassanetti, Albergo san Giorgio) o i palazzi su corso Garibaldi, direttrice principale dello sviluppo commerciale della città a inizio Novecento (Palazzo Brasi, Palazzo Guastalli, il fabbricato ospitante al piano terra il Bar Italia). Ad un secondo gruppo appartengono altri edifici caratterizzati dalle superfici intonacate lavorate a graffito: tra i vari esempi vale la pena ricordare palazzo Zucchi all’incrocio tra via Dante e via Platani, la casa dell’indoratore Enrico Villa in via Cesari (ex via Teatro), Palazzo Bianchi in via Stenico.
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