9 novembre 2021

Professionista nei guai: donna va dai vigili e accusa marito e suocero di violenza e maltrattamenti. Chiuse le indagini della Procura

Rischiano dai 3 ai 7 anni di carcere un professionista cremonese e suo padre. La procura della repubblica di Cremona è pronta infatti a chiederne, al giudice per le indagini preliminari, il rinvio a giudizio per maltrattamenti familiari.

In queste ore il pm Chiara Treballi ha fatto notificare agli indagati l’atto di conclusione delle indagini. L’inchiesta è stata condotta dallo speciale nucleo della polizia municipale di Cremona che si occupa di violenze contro le donne e all’interno del nucleo familiare che ha trasmesso il corposo materiale di indagine ai pm. Gli agenti hanno evidenziato come il legale e il padre abbiamo messo in atto pesantissime vessazioni nei confronti della moglie dell’avvocato; quasi sempre alla presenza del figlio minore. La complessa articolazione del capo di imputazione narra così di una lunga serie di insulti che i due riservavano alla congiunta. Una situazione che ha subito un terribile inasprimento dopo la nascita del figlio della coppia. Ad ogni litigio, per futili motivi, la moglie era ricoperta di insulti e di ingiurie; anche a sfondo razziale e sessuale. Non solo: quando l’ira del marito e del suocero esplodevano, era pesantemente percossa. I due imputati, sempre secondo la ricostruzione dell’atto di conclusione delle indagini, intimidivano anche la vittima nel momento in cui rendeva nota la volontà di denunciare la situazione oramai arrivata al limite del sopportabile.

Atteggiamenti, scrive ancora la procura, che si sono spinti ad una vera e propria coercizione della volontà della moglie per evitare qualsiasi tipo di inchiesta giudiziaria. Intimidazioni che, evidentemente sono valse a poco, visto che la stessa ha poi trovato il coraggio di raccontare agli agenti della Municipale una vicenda di grande povertà umana. Ora toccherà , prima al giudice dell’udienza preliminare e successivamente al tribunale, accertare se le accuse della donna trovano conferma nelle prove che l’inchiesta penale ha raccolto. 

Luca Poli


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