Quelle vecchie insegne di giornali sulle edicole della città che hanno raccontato la storia di Cremona e dell'Italia
Il signor Renzo Conconi, detto Cireneo, è seduto dietro il suo carrettino carico di caldarroste. Cireneo era una figura storica della città di Cremona una di quelle figure che hanno accompagnato i cittadini, e anche i turisti, comunicando con loro e raccontando la quotidianità con i mezzi di cui disponeva. Sopra la figura di Cireneo fa capolino un altro modo di comunicare e di raccontare la quotidianità, un modo quasi dimenticato ma che ben rappresenta una storia quasi secolare. Le insegne delle edicole hanno molto, moltissimo da raccontare, sembra banale come affermazione ma, pensandoci bene, quelle insegne hanno scandito il passare dei decenni e i cambiamenti che hanno coinvolto non solo il commercio cittadino. Al pari di biblioteche e librerie le edicole rappresentano una fetta importante del mondo odierno, vivono di notizie ma offrono una incredibile varietà di informazioni sulla società attuale, informazioni che non sono solo legate solo alla natura commerciale del prodotto che principalmente offrono, ma che pubblicizzano quel piccolo luogo spesso con la stessa scritta di una testata presente tra gli scaffali. A prescindere dal colore o dal design, in linea con gli anni in cui svolgevano il loro lavoro, con il passare del tempo le edicole e le loro insegne hanno raccontato moltissimo delle scelte legate alla evoluzione della società, le informazioni erano tutte da leggere sui periodici, ma già le insegne trasmettevano e comunicavano non solo con i clienti. Sopra la testa di Cireneo capeggia la scritta senza fronzoli “Il Giorno”, quotidiano milanese tutt'ora esistente, scritta che racconta di una testata che venne creata a metà anni '50 da Enrico Mattei, allora presidente della azienda energetica ENI, in contrapposizione con la stampa che non vedeva di buon occhio le sue scelte legate al mondo energetico italiano. Una insegna pulita, semplice ed elegante, insegna che, osservando la fotografia con cura, riesce ad inserirsi perfettamente con il profilo di una delle figure storiche di Cremona. Il passare degli anni ha cambiato la storia delle insegne delle edicole, come le insegne di molte attività commerciali in città anche quel piccolo mondo che offriva non solo notizie raccontava di una armonia di colori, nonostante fossero in un semplice bianco e nero, e grafie che sembravano non stonare mai. Nella attuale piazza Stradivari sulla piccola struttura verde capeggiava, decenni fa, l'elegante scritta “La Domenica del Corriere”, forse è una della prime insegne per edicole comparse a Cremona, il periodico però non era un quotidiano ma un settimanale che ha accompagnato la storia d'Italia nel XX secolo. La Domenica del Corriere, chiusa nel 1989, cambiò radicalmente la comunicazione cartacea inserendo tra le sue pagine sia fotografie che disegni e raccontando la cronaca in una maniera molto diversa dal solito. La chiesa di San Luca è sempre facilmente riconoscibile e, davanti ad essa, si presenta con timidezza l'edicola che compare in quasi tutte le fotografie storiche. Piccola e carina, come altre in città, aveva nel suo stile liberty un profilo che si integrava bene con l'architettura della struttura religiosa. Un centinaio di anni fa non aveva insegne ma vetri però, almeno dopo la Seconda guerra Mondiale, cominciò ad apparire una scritta che raccontava di un giornale particolare. Era quella del quotidiano “La Notte”, anche questa testata milanese fondata nei primi anni '50 ma che aveva diffusione pomeridiana, non mattutina come tutti gli altri giornali. “La Notte” era una sorta di internet della carta stampata, perché andando in stampa più tardi rispetto agli altri giornali aveva più tempo di aggiornare le notizie, riuscendo a raccontare avvenimenti durante quasi tutta la giornata. La Dogana di Porta Milano ha moltissimo da raccontare, l'edicola era di fronte al dazio e, siamo nel primo dopoguerra, proponeva ben tre periodici con cartelli diversi tra di loro. Quello dedicato al quotidiano torinese “La Stampa” si sovrapponeva a quello della storica testata milanese “Corriere della Sera”, una sovrapposizione che, per molti anni, fu anche contrapposizione in materia di notizie ed editoria. Per entrambi l'insegna è forte di una scritta pulita che richiama l'intestazione del quotidiano. A fianco si può vedere, e sembra quasi scritta a mano, la scritta “L'Unità”, ai tempi organo di informazione del Partito Comunista Italiano e tornato liberamente nelle edicole italiane solo con la fine delle ostilità belliche, come molti altri periodici del resto. La giovanissima chiesa di Cristo Re sembra rivolgere lo sguardo verso l'edicola che si trovava sull'angolo tra viale Po e via Adda, il messaggio delle insegne è quello di un grosso cambiamento, se la scritta “Corriere della Sera” era già presente in altri esercizi commerciali a suo fianco si trova quella de “La Provincia”, insegna che racconta una sorta di punto di passaggio. L'insegna ha i caratteri tipici del quotidiano cremonese ma sembra introdurre lo sviluppo di un nuovo modo di comunicare; probabilmente con lo sviluppo di altri mass media nazionali come radio e televisione la cronaca locale diventava il fulcro di una informazione più vicina ai cittadini cremonesi, informazione che partiva dalla carta stampata. Da quel momento le edicole cambieranno in maniera radicale per forma e dimensione, inserendo sempre più spesso, come insegna, il nome della testata locale, a Cremona come in molte altre città. Le notizie del territorio sembrano farsi sempre più spazio con il passare degli anni ed ecco che, verso la fine del XX secolo e l'inizio di quello successivo, oltre alle tende, il richiamo delle testate arriva sulle insegne anche per il settimanale “Mondo Padano” e i giornali legati agli annunci gratuiti locali. Uno spaccato bellissimo quello delle insegne delle edicole, spaccato che racconta l'evoluzione della società attraverso non solo contratti commerciali o nomi di testate, ma che propone colori e scritte in grado di abbellire gli angoli di una città.
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commenti
Lilluccio Bartoli
27 gennaio 2025 08:25
Il Cireneo! Era streetfoodista ante litteram. Patùna, càstègni e, d'estate, gelati. Bricconcelli, glielo rubavano a manate mentre altri lo distraevano. Era orbo, portava lenti spesse, proprio non ci vedeva, ma io, goloso, stravedevo per lui.