Riforma sanitaria. Piloni (Pd): "A Cremona servono 18 case di comunità". E Degli Angeli (M5S) legge in aula le testimonianze di malasanità dei cittadini
“La medicina territoriale è il problema principale della sanità lombarda e non è vero che questa riforma colmerà il buco creato da Formigoni e poi da Maroni". Lo dichiara il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, impegnato oggi nel secondo giorno di maratona in Consiglio regionale per discutere la legge di revisione della sanità lombarda.
"Fontana e Moratti - sottolinea Piloni - non stanno colmando il divario accumulato in tanti anni di gestione del centrodestra e bastano i numeri a dirlo, perché in Lombardia servirebbero 500 case di comunità, come dice il Ministero della Salute, e la Regione ne prevede solo 115 nella prima fase e 216 a regime. Nell’Ats Valpadana ne hanno deliberate 12 su 38 e nella sola provincia di Cremona ne hanno previste solo 3, quando dovrebbero essere 18!"
"E in ogni caso - conclude il consigliere dem - non basterà cambiare l’insegna di una struttura già esistente per creare un servizio che sia davvero di comunità, fatto di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti, tecnici della riabilitazione e gli assistenti sociali, a cui i cittadini possano fare riferimento tutti i giorni dell’anno per 24 ore al giorno. Le case di comunità non devono essere dei semplici poliambulatori, come invece li intende la giunta lombarda. Così rischiano di essere una grandissima occasione sprecata. In una sanità come quella lombarda, così spinta sulla medicina ospedaliera e sulla competizione tra pubblico e privato, la situazione può cambiare solo con un cambio di mentalità e di strategia che metta al centro il cittadino, la comunità, le cure primarie e la prevenzione. E con questa riforma, non cambierà”.
E il consigliere del M5S Marco degli Angeli legge in aula le testimonianze di malasanità dei cittadini: La Sanità lombarda come una torre di Babele? Da tutta la Lombardia mi sono arrivate testimonianze di numerosi cittadini che hanno paura. Si sentono confusi e abbandonati: temono che, se non hanno abbastanza soldi, non potranno essere curati”. Esordisce così, il consigliere pentastellato di Regione Lombardia Marco Degli Angeli, con il suo discorso fatto in aula, quest’oggi 11 novembre, nel bel mezzo della discussione concernente la riforma della Sanità lombarda.
“Sono davvero centinaia - spiega il consigliere in aula - le lettere dei cittadini che in questi anni mi sono giunte. Non posso che esprimere la mia vicinanza a tutte queste persone che lamentano casi di mala sanità. E, in tal senso, quest’oggi voglio leggere in aula quelle che sono le ultimissime testimonianze a me giunte: storie vere di persone comuni e non le azioni di opposizione di un consigliere regionale, lo voglio precisare”.
Testimonianze alla mano, si tratta di casi che parlano di follow up lunghissimi, a volte troppo per un’efficace prevenzione. Di depotenziamenti di reparti e di difficoltà nel reperire un medico di base. Dell’impossibilità di prenotare una visita, anche urgente, se non a pagamento e spesso a caro prezzo. “Eppure - chiarisce Degli Angeli - l’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla cura. È davvero questo il modello eccellente di Sanità che la Lombardia vanta?”
Le storie di molti cittadini comuni, come, ad esempio, quello di Chiara (nome di fantasia per il rispetto della privacy) che dopo un’asportazione parziale della mammella le sono stati seguiti dei controlli periodici. “Peccato - racconta - che a Cremona il reparto è stato progressivamente depotenziato”. O ancora è il caso di Carlo (sempre nome di fantasia): “A mio figlio è spuntata una ghiandola ascellare. Dopo diverse peripezie per rintracciare il suo medico di base, questi non l’ha ricevuto poiché con la febbre. Gli è quindi stata prescritta un’ecografia tramite privato: i tempi di attesa per il pubblico erano troppo lunghi, a detta del medico curante”.
Continua Degli Angeli: “Tra le testimonianze che più mi hanno colpito, c’è quella di Francesca: “Da 8 anni combatto contro un mieloma multiplo, e dopo tutti questi anni di battaglie ho constatato il progressivo declino di questo settore, che con sé porta ripercussioni sulla vita dei pazienti”.
In aula, l’attenzione del consigliere Degli Angeli si rivolge quindi al presidente Fontana: “Sorprende che il presidente Fontana oggi sia ancora assente. Forse è più interessato a curare gli affari di Dazn, anziché presenziare al confronto in aula con le opposizioni e ascoltare i problemi reali dei cittadini tutti, che Lui rappresenta. Stupisce perché stiamo parlando di malati che non riescono ad essere seguiti e curati nel modo adeguato. Stupisce perché a noi sembra siano totalmente mancato un percorso di analisi per valutare le strutture che ospiteranno le Case di comunità. Un fatto ancora più grave - chiosa - perché è chiaro agli occhi di tutti come questa Giunta abbia dovuto aspettare una pandemia, e poi i fondi del Pnrr per una cosa votata e prevista già nella precedente legge di riforma: la 23/2015. Quindi oggi ci troviamo innanzi ad un pesante ritardo per il quale ora bisogna correre al fine di non perdere i fondi del PNRR. Manca completamente la pianificazione e l’organizzazione, in questa (non)riforma.
Conclude Degli Angeli: “Non parliamo di audizioni, emendamenti, ordini del giorno, ma di chi non trova una poltrona per fare chemio terapia. In questa Aula, oggi, decideremo questo: il futuro della salute dei cittadini. Non c’è quindi in gioco la politica. Non i partiti, ma i servizi alle persone malate di cui, prima o poi, tutti noi ne avremo bisogno. Per questo motivo non possiamo permettere che questa riforma venga orientata verso i guadagni di chi sta bene. Al contrario deve essere formata ed orientata verso le esigenze di chi si trova in condizioni di sofferenza”.
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