5 luglio 2025

Rosolino Capelli, un collezionista fuori dal tempo: una maglia per ogni capitolo della storia di Gianluca Vialli

Ho incontrato Rosolino Capelli grazie a un collega e amico comune, che mi ha messo in contatto con lui, sapendo del mio interesse nel raccontare la sua collezione di maglie legate al ricordo di Gianluca Vialli. Al solo nome di Vialli, la mia curiosità è stata immediata. "Entusiasta" è un eufemismo per descrivere la passione con cui Rosolino parla della sua collezione, facendomi rivivere i ricordi di quando, da ragazzi, tutti avevamo qualcosa da collezionare.

Ricordo i miei eserciti di soldatini, le macchinine di Formula Uno e le squadre di Subbuteo, per non parlare degli album Panini. La lista delle mie passioni giovanili è lunga: modellini da costruire, fumetti, riviste, tappi di bottiglia, libri, cartoline, lettere e persino le palline di plastica con le foto dei ciclisti. Solo i miei genitori sanno quanto siano costate.

Oggi, "collezione" suona come una parola vetusta, desueta. Nell'era digitale, basta un click per "avere" a portata di mano infinite collezioni online, sparse in ogni angolo del globo. Un accesso facile e spesso gratuito che, tuttavia, non regala la stessa emozione e il senso di appartenenza di una collezione fisica. È proprio questo pensiero che mi ha riportato al mio amico, mentre si rigirava tra le mani la sua amata collezione di francobolli.

Rosolino Capelli incarna ciò che molti di noi sono stati un tempo: collezionisti di qualsiasi oggetto che ci rendesse fieri di possedere, ammirare, custodire e condividere con pochi intimi. La differenza, però, è che il valore della collezione di Rosolino non risiede tanto nelle maglie in sé, quanto nell'uomo che le ha indossate. Gianluca Vialli: un uomo ancor prima che un calciatore, capace di emozionarci e di combattere, sia in campo che fuori, lasciandoci in eredità preziosi insegnamenti.

Inizialmente, mi ha bloccato il fatto che, a parte quella della Cremonese con il numero 11, le maglie fossero originali ma non indossate personalmente da Gianluca. Sentivo che mancava qualcosa. Poi ho capito: la prospettiva andava cambiata. "Quelle maglie non le avrà indossate Vialli, ma hanno comunque una storia importante da raccontare: la storia di un campione amato da tutti, a prescindere dai colori indossati. Ogni maglia rappresenta un capitolo della sua vita. Rosolino, tocca a te studiarla e raccontarla. Solo così darai un valore speciale alla tua collezione e al tuo idolo."

La sua passione per Gianluca meritava una possibilità. E così abbiamo fatto un patto: avrebbe riflettuto sulle nostre parole durante la lunghissima telefonata e avrebbe cercato di mettere in pratica i consigli nel weekend successivo, in occasione della piccola esposizione organizzata a Busseto per le 'Olimpiadi Verdiane'.

Ed eccoci qui: lui che ringrazia me per i consigli, e io che ringrazio lui, attraverso questa intervista che fin dall'inizio era il suo obiettivo. Mi ha fatto ricordare non solo Gianluca Vialli, ma anche, e forse soprattutto, il piacere di custodire e collezionare qualcosa di unico, non tanto per il suo valore effettivo, quanto per il suo valore affettivo.

D: Rosolino, parlaci di te. Chi sei?

R: "Sono del ’68, originario di San Bassano, ma vivo a Cremona. Rosolino Capelli è soprattutto un appassionato di calcio. Sono cresciuto nelle giovanili della Soresinese, anni ’80/’90 ed ho proseguito il mio percorso calcistico nei dilettanti fino a 26 anni quando poi mi sono rotto il crociato”.

D: Come nasce la tua passione per Vialli e la tua collezione di maglie?

R: “Da ragazzo, quando giocavo, per me è stato un punto di riferimento, fino a diventare il mio idolo. Lo è ancora oggi che non è più qui con noi. Quando andavo a vederlo giocare allo Zini, ammiravo la sua astuzia, la sua furbizia, nelle giocate, nel procurarsi una punizione o un rigore. Ho cercato di farle mie, per quello che sono riuscito almeno”.

D: Qual è stata l'idea alla base della tua collezione?

R: “Visto che non potevo più emularlo sul campo mi son detto: "perché non collezionare tutte le sue maglie?". Poi da lì mi sono ‘allargato’ a maglie di tutte le competizioni Europee e Mondiali, e degli ‘addii al calcio’ Totti, Del Piero, Maldini e Zanetti”.

D: Qual è la maglia a cui sei più legato per ricordi o emozioni?

R: “Quella della finale Champions League vinta con la Juventus del 1996, ma anche quella della Sampdoria nella Finale di Coppa dei Campioni del 1992 contro il Barcellona. Poi la maglia della Juventus utilizzata nella Champions League, autografata dal fratello di Gianluca Nino, in occasione della presentazione del libro di Luca Dal Monte al Ponchielli l’anno scorso”.

D: Con quale delle maglie che hai, Vialli ha segnato il gol più bello o importante secondo te?

R: “Ultima giornata del campionato dello scudetto (1990/91 Sampdoria-Lecce 3-0) dove Vialli segna in controbalzo sotto la traversa. Oppure, ed io ero a Marassi, dove Vialli disputò l'ultima partita con la Samp, l'anno dopo sarebbe passato alla Juve, contro la Cremonese (2-2) stagione 1991/1992. In quella partita fece gol su punizione a Rampulla”.

D: Raccontaci della maglia numero 11 della Cremonese, come l’hai ottenuta?

R: “L'ho avuta da Alessio Superti (collezionista storico delle maglie dell’US Cremonese) quando era stata allestita la mostra delle sue maglie in occasione del 120° anniversario allo Zini. Sono entrato nella sala dove c'erano le sue maglie grigiorosse. Ho chiesto chi le aveva portate ed è da lì che ho conosciuto Alessio. Io a casa avevo una maglia grigiorossa col numero 5, e gli ho chiesto se voleva scambiarmela con quella con quella numero 11 e così è stato. La maglia più vecchia della mia collezione anno 82/83”.

D: Che riscontro hai avuto dall'allestimento a Busseto per le ‘Olimpiadi Verdiane 2025’?

R: “Un successone, in tanti, giovani e non, si sono fermati incuriositi a guardarle e toccarle. Qualcuno mi ha chiesto se erano in vendita, c’è chi mi ha offerto tremila euro per una maglia, la risposta è stata: "sotto i 10 milioni ti do anche l’appendino". È stata una bellissima esperienza, che mi ha caricato di entusiasmo”.

D: Ci parli del sogno che vorresti realizzare, menzionato nell’articolo su ‘Il Secolo XIX’?

R: “Il mio sogno è andare a Marassi e mettere le mie maglie sotto la curva della Sampdoria. Perché Genova e non Cremona, Torino o Londra? Perché lui è cresciuto come calciatore e uomo a Genova. Certo, poi se mi chiamano da Cremona, da Torino o da Londra ci vado di sicuro”.

D: Perché credi che Cremona e i tifosi cremonesi non gli abbiano reso abbastanza merito?

R: “È vero, ne abbiamo già parlato. Secondo me gli andava dedicato lo stadio di Cremona, come del resto hanno fatto a Napoli chiamandolo Maradona. Fosse per me, farei una mostra con le mie maglie di Vialli tutto l'anno a Cremona ed il ricavato che vada all'associazione Vialli-Mauro”.

D: Cosa ti ha colpito di Vialli come giocatore?

R: “Quando l’ho visto nella stagione 1983/84, e forse anche l'anno prima 1982/83, mi ha impressionato, perché giocava a tutto campo: sembrava Vialli contro tutti. La migliore coppia d'attacco secondo me, è stata Vialli-Frutti della stagione 1982/83. Questo ragazzino che correva a destra ed a sinistra, mai fermo, mio papà a fine partita mi diceva: "El sò difensur lè amò adrè a cercar!". Come facevi a non innamorarti di un giocatore come lui? Non si andava allo stadio per vedere la Cremonese, ma la Cremonese di Vialli, la ‘mia Cremonese’, quella della promozione 1983/84”.

D: Quali sono i tuoi prossimi passi per avvicinarti al tuo sogno?

R: “A settembre, in occasione di un evento organizzato dalla ‘Fondazione Don Camillo e Peppone’, dovrei andare a Brescello, con un mio amico con l’autore di quadri che raffigurano Gianluca Vialli. Poi vedremo, la strada è lunga ed è appena iniziata”.

Nelle foto Rosolino Capelli, con la ciclista Federica Venturelli anche lei di San Bassano e le maglie di Vialli

Daniele Gazzaniga


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