17 agosto 2025

Derovere non molla: tra sagre, feste e gli immancabili gnocchi, il paese di sole 285 anime offre una lezione di tenacia e attaccamento alle tradizioni

Derovere fa il pienone e raddoppia. Letteralmente, perché se il comune raduna qualcosa come 285 abitanti, per le sue sagre si popola copiosamente e richiama decine, anzi centinaia di persone. Per San Rocco, infatti, la tradizionale sagra ha richiamato più di 300 persone: star della serata, gli immancabili gnocchi che caratterizzano il comune più piccolo della provincia e che trovano il loro massimo momento di celebrità nella tradizionale e decennale sagra del 25 aprile.

Bisogna dire però che anche l’appuntamento agostano della Sagra di San Rocco, che segna quest’anno la sua quinta edizione, sta prendendo sempre più piede, nonostante il periodo di ferie e vacanze. Ed ecco dunque che i deroveresi si sono rimboccati ancora una volta le maniche e sono scesi in cucina ad impastare rigorosamente a mano gli gnocchi, proposti sia in versione classica al pomodoro che conditi con gorgonzola, accompagnati da secondo, dolce, caffè e ammazzacaffè.

La serata, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con la parrocchia di Derovere, è poi proseguita con l’accompagnamento musicale di Diego Favagrossa. Un appuntamento caratterizzato dalla cucina tradizionale semplice ma sempre buona e da una serata nemmeno troppo calda, ma soprattutto dalla tradizione e dall’affetto per questo piccolo borgo.

E solo pochi giorni prima, il 9 agosto festa di San Fermo, è stato il piccolo borgo di Ca' de Bonavogli a festeggiare il patrono, con la processione della statua per le vie del paese, la celebrazione della messa ed a seguire un'allegra festa sull'aia che anche in quel caso ha richiamo oltre 200 persone, mentre a luglio la festa dell'apparizione della Madonna della Parola al santuario di Ca' de Cervi ha portato decine di fedeli alle messe e una festosa compagnia alla grigliata nella rinnovata cascina Mulino dirimpetto alla chiesa.

Segnali importante per Derovere, che non cede all’abbandono e alla noia nonostante i pochi abitanti, ma che al contrario, sa unire le proprie forze per mantenere vive e attrattive le proprie tradizioni e radici, perché proprio in queste occasioni molti ex deroveresi, ‘emigrati’ per mille motivi, trovano la scusa e il piacere di tornare nei luoghi in cui sono cresciuti ed hanno vissuto buona parte della propria vita, senza dimenticare la devozione verso la statua -custodita nella chiesa parrocchiale- che raffigura San Rocco con il suo fedele cagnolino. A proposito, proprio da questa presenza al fianco del santo e dalla tradizione degli gnocchi, a Derovere (e chissà dove ancora) i più anziani ricordano il proverbio: "Se per San Ròcc te fèt mia i gnòcc, èl te mòla adree èl càan", ossia, a chi per san Rocco non onora la tradizione di fare gli gnocchi, il santo gli sguinzaglia il cane come punizione...

 

Michela Garatti


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