14 dicembre 2021

Sì al fotovoltaico anche in centro storico, purché venga rispettata l'estetica dei "tetti rossi" che tanto colpirono anche Stajano

Una tutela in più per la “città rossa” che tanto colpì Corrado Stajano. “Guarda. Il sole sfiorava il Po e batteva sui tetti e sulle torri della città rossa”, scriveva il celebre giornalista e scrittore nei primi anni Sessanta riferendosi a Cremona, ai tetti in color rosso mattone che caratterizzano la città e in particolare il centro storico, tutto attorno alla verticalità del Torrazzo (qui un articolo su questo tema). E proprio nell’ottica di preservare questa caratteristica estetica - che nei decenni passati ha subìto più di un’aggressione - la Commissione Paesaggio del Comune di Cremona sta elaborando le linee guida che regolamenteranno, tra le altre cose, l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli stabili del centro cittadino, sia privati che pubblici.

Sì, perché l’energia solare è una risorsa, il fotovoltaico è energia pulita ed è certamente positivo aprire a questa possibilità, soprattutto nell’ambito di quella “transizione ecologica” da più parti invocata. Ma la transizione ecologica passa anche e soprattutto da qui, dalla necessità di conciliare l’antico col nuovo, la tecnologia con la storia. Ne è convinto l’architetto Maurizio Ori, presidente della Commissione Paesaggio, commissione che da oltre un anno sta lavorando alle linee guida a tutela del centro storico. 

Si tratta di indirizzi che stiamo stendendo per l’amministrazione. Indirizzi che serviranno per la gestione degli interventi in città e per la regolamentazione del paesaggio storico - spiega l’architetto -. Tra questi rientra l’efficientamento energetico”.

Sul tema del fotovoltaico, prosegue Ori, “ci stiamo dando degli indirizzi in particolare per evitare che i pannelli solari sugli edifici del centro siano visibili dalla pubblica via. Diciamo che in centro servirà maggiore attenzione al contesto monumentale, quindi i pannelli dovranno essere installati possibilmente nelle parti interne”.

Altro elemento fondamentale è il colore, appunto. Rossi i tetti, rossi i pannelli fotovoltaici. Un po’ come è già stato fatto in Toscana, ad esempio. Le linee guida prescrivono pannelli "color cotto”, conferma Ori, proprio per conservare la bellezza e l’uniformità dei tetti cremonesi. Non solo: “anche la geometria dei pannelli dovrà essere conforme e rispettosa di angoli e falde”.

Infine, il presidente della Commissione Paesaggio ricorda che “l’efficientamento porta con sé anche il tema dei cappotti (per i quali è previsto il noto bonus del 110%; ndr). Tendenzialmente cerchiamo di evitarli perché modificano le modanature e i rilievi dei palazzi. Su questo stiamo cercando di fare quella che si chiama ‘moral suasion’ con i tecnici per usare cappotti più contenuti (ad esempio come è stato fatto in corso Campi; ndr)”.

Le linee guida sono in dirittura d’arrivo, sebbene l’architetto Ori ci tenga a sottolineare che nei fatti si sta cercando già da tempo di rispettare questi criteri nei vari interventi, e dovrebbero essere pronte per l’inizio del nuovo anno.

Siamo convinti che le energie rinnovabili siano importanti - conclude Ori - ma che debbano essere in linea con l’estetica del centro storico, perché la transizione ecologica passa soprattutto da qui”.

La necessità di preservare la bellezza dei caratteristici tetti cremonesi è un tema sul quale negli anni sono state fatte non poche riflessioni e, purtroppo, diversi errori. Ecco, ad esempio, cosa scriveva nel 2004 Antonio Leoni su questo argomento dalle colonne del Vascello.

Le foto del collage in alto sono di Antonio Leoni.

f.c.


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commenti


michele de crecchio

15 dicembre 2021 21:36

Encomiabile l'impegno del presidente della Commissione Paesaggio, architetto Ori, per tentare di colmare, almeno in parte, la evidente lacuna normativa relativa al controllo dell'arredo urbano (tetti, facciate, vetrine, insegne, pavimentazioni stradali, pannelli pubblicitari ecc.) del quale peraltro nessuno in Comune sembra più occuparsi da quando il nuovo Regolamento Edilizio ha sciaguratamente abolito la Commissione Edilizia che di tali tematiche, per tradizione più che secolare, si occupava sistematicamente ed ha riservato alla Commissione Paesaggio solo l'esame dei casi discrezionalmente ritenuti più significativi.