10 agosto 2024

San Lorenzo Guazzone: una storia di terre segnate dall'acqua e dalla fede. La Chiesa di San Lorenzo e l'antica chiesa persa di San Giacomo all'Oppio col suo ospedale dei pellegrini

Una stretta lingua d’asfalto corre tra i campi e le curve nella campagna tra Piadena e San Giovanni in Croce e ad un certo punto incontra un pugno di case e cascine antiche, in mattoni rossi. Siamo a San Lorenzo Guazzone, frazione di Piadena, talmente piccolo da essere chiamato ‘San Lurensìin’

Giungendo da Vho, si incontra per primo il camposanto, minuscolo, col suo alto muro di cinta grigio e il cancello in ferro. Poi subito un grande cascinale e alcune case; improvvisamente la strada compie una stretta curva a gomito (traccia forse di un antico quadrivio?) e proprio in corrispondenza di questa si erge solenne la facciata della chiesa. Semplice e sobria nella sua architettura, si presenta rialzata rispetto al piano della strada, lasciando presagire che prima dell’edificio che oggi vediamo ve ne fosse un altro (o altri) più antico. 

In effetti le prime tracce documentate di un edificio sacro in questo luogo ci riportano al XII secolo dacché una chiesa già dal 1132 era citata nei ‘privilegi’ del monastero di Santa Giulia di Brescia.

La storia e la preistoria del luogo

Ma prima di parlare più nel dettaglio della chiesa, non possiamo non citare la storia e la preistoria di queste terre dove già in età paleolitica si crearono i primi insediamenti abitativi dei quali, alla fine del XIX secolo, sono stati ritrovati numerosi reperti preistorici (selci, cocci, asce…) risalenti all’età del bronzo, soprattutto nella zona tra San Lorenzo e Vho, detta ‘Lagass’, ossia ‘lagazzi’ che -come suggerisce il nome- indica una zona caratterizzata dalla presenza di corsi e ristagni d’acqua, una terra racchiusa tra l’Oglio e la Delmona Vecchia.

Il nome stesso ‘Vho’ deriva dall’orografia del luogo, rifacendosi al ‘guado’, dal latino ‘vadum’, da cui l’evoluzione in  ‘vuò’ o ‘’ e quindi il toponimo attuale ‘Vho’.

Un altro dato saliente è che all’inizio del secolo scorso la zona di San Lorenzo Guazzone veniva indicata come il possibile sito del vicus di Bedriacum (che in realtà poi è stato chiaramente ricollocato a Calvatone, a poca distanza di qui), segno che la zona era comunque importante dal punto di vista degli insediamenti e della posizione strategica del luogo.

Una chiesa dalle origini antiche

Tornano alla chiesa, dedicata a San Lorenzo, le prime informazioni certe che abbiamo fanno riferimento, come detto poco sopra, ad un edificio sacro nel 1132 citato tra i privilegi del monastero di Santa Giulia; se ne perdono poi le tracce fino al 1325, quando nel Liber Synodalium viene indicata come proprietà della diocesi di Cremona. 

Mancano descrizioni e informazioni più dettagliate, non è dato sapere quindi quando fu edificato veramente il primo edificio sacro e quante volte venne eventualmente ristrutturato o ricostruito. Bisognerà attendere il Concilio di Trento del 1545 che avviò l’usanza delle visite pastorali dei vescovi: in tali occasioni venivano redatte precise descrizioni delle chiese visitate, divenendo importantissime testimonianze storiche. 

Della chiesa che sorgeva a San Lorenzo sappiamo che era a navata unica con copertura a capriate e travi a vista; al suo interno erano presenti delle sepolture sia dei parroci che del popolo; non esisteva ancora la torre campanaria ma un semplice campanile ‘a vela’, ossia una struttura sopraelevata sul tetto che conteneva l’alloggio della campana.

La chiesa di San Giacomo all’Oppio e l’ospitale dei pellegrini

In questo stesso periodo sappiamo che esisteva un’altra chiesa poco distante da quella di San Lorenzo e da essa dipendente, lungo la via Postumia e affacciata sul canale Delmona: San Jacomo all’Oppio. 

La storia legherà indissolubilmente le due chiese l’una all’altra.

Accanto a questa chiesa sorgeva un ‘ospitale’ per gli infermi ed i pellegrini che transitavano lungo la via consolare “In fine eravi il Borgo S. Giacomo dell' oppio, distrutto dalle guerre civili ben prima del secolo passato, che era posto in limine. della strada Bebriacense e del Dugale Delmona a mezzo miglio dallo stesso S. Lorenzo Guazzone ed in prospetto quasi del medesimo: e si vuole preesistente da lungo tempo.” (Memorie storiche dei comuni di Rivarolo Fuori, Piadena, Calvatone o Citta' Di Vegra e del Vico Bebriaco - dott. e notajo Bologni Bonifacio Maria, 1855).

Una situazione analoga alla chiesa di San Pietro in Mendicate (leggi qui la storia), a poca distanza da qui, sempre lungo l’antico tratto della Postumia e sempre costruita sulle rive della Delmona.

Dell’antica chiesa di San Giacomo rimane oggi solo la memoria nei documenti, essendo stata abbattuta nella seconda metà del 1600, salvo una porzione di muro con un affresco della ‘Madonna della seggiola’ che venne recuperato proprio per essere incastonato nel muro laterale dell’edificio di San Lorenzo.

La famiglia de Guazzoni e la ricostruzione della chiesa di San Lorenzo

Siamo dunque nel 1600, e la chiesa passa sotto il patronato dei ‘de Guazzoni’, famiglia nobile cremonese; nel frattempo nel 1615-1617 una nuova visita pastorale decreta che la chiesa di San Lorenzo è inagibile. I de Guazzoni allora decidono di contribuire al restauro dell’edificio, affidandolo ad un architetto e non al capomastro come era usanza fare nelle parrocchie. 

Con il contributo della nobile famiglia, quindi, alla successiva visita del 1624 la chiesa assume le sembianze attuali e viene quindi descritta esattamente come si presenta ora. E in effetti oggi quella chiesa appare sovradimensionata per la realtà in cui era inserita, che allo ‘stato d’anime’ non ha mai registrato più di 400 abitanti. Eppure i volumi, i decori e le fattezze testimoniano la presenza di una mano esperta e raccontano la volontà della nobile famiglia di lasciare un segno sul territorio. Da quel periodo quindi il nome della frazione si lega a quello della famiglia e diventa San Lorenzo Guazzone, rimanendo tale anche nei secoli a venire.

Il muro con l’affresco, unica traccia rimasta di San Giacomo 

Arriviamo al 1624, la chiesa è appena stata restaurata, mentre il vicino oratorio di San Giacomo è sempre più in declino, abbandonato a se stesso nella sua campagna fino agli anni ‘80 del 1600, quando venne abbattuto. Oggi non v’è più traccia di quell’edificio, se non nel nome di una campo della zona che viene chiamato ‘èl San Giàcum’ proprio in riferimento all’edificio che sorgeva lì.

Se ne volle però preservare un frammento, quell’affresco della Madonna col bambino che evidentemente non era del tutto perso e che sarebbe stato un peccato (nel vero senso della parola) distruggere. Allora la scelta fu quella di mantenere quella porzione di muro con l’effigie di Maria e di trasferirla nella nuova chiesa di San Lorenzo, dove ancora oggi si trova (benché sia stato visibilmente ‘restaurato’ nel tempo con ritocchi non sempre conservativi).

La famiglia dei Guazzone poi lasciò le terre di San Lorenzo, ma volle mantenere una rendita per celebrare un certo numero di messe nella chiesa della frazione, almeno fino a metà del 1800. Dopodichè se ne persero le tracce.

Oggi la chiesa è ancora ben curata nonostante venga aperta solo in poche occasioni come la messa del 16 luglio per la Madonna del Carmelo (di cui è conservata una statua all’interno) e, naturalmente, il 10 agosto per la ricorrenza del patrono San Lorenzo.

Per il resto dell’anno la chiesa rimane a presidio della piccola frazione, con i due leoni in cemento posti davanti all’ingresso a metà del secolo scorso, affacciata su quelle case e su quella strada che nel tempo sono rimasti sempre uguali a se stessi.

Si ringrazia Marco Poli che ha messo a disposizione le informazioni e gli studi sulla chiesa di San Lorenzo Guazzone, raccolti nella sua tesi di laurea in architettura

Michela Garatti


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti