Se Chernobyl fosse stata in Valpadana, avrebbe provocato migliaia di morti. Il Nobel Giorgio Parisi contro l'ipotesi di una centrale sul Po

Se Chernobyl fosse stata in Val Padana, con una popolazione molto superiore a quella zona dell’allora Urss, avrebbe provocato milioni di morti. A dirlo è il premio nobel per la fisica Giorgio Parisi, ricercatore associato all’Istituto nazionale di fisica nucleare, in un’intervista al “Corriere della Sera”. “In ogni caso - aggiunge lo scienziato - è da escludere in Paesi come l’Italia densamente abitati. Per la quarta generazione degli impianti nucleari a fissione di cui si parla perché più sicuri, adesso esistono solo prototipi che devono dimostrare la loro qualità; tuttavia sono sempre da escludere dove vive la gente. E’ diverso se i cinesi vogliono realizzarle in zone remote”. 

E’ la risposta più netta arrivata all’ipotesi di una centrale nucleare in Lombardia, ventilata due mesi fa dal segretario della Lega Matteo Salvini, cui hanno fatto eco lo stesso assessore al welfare della regione Lombardia Letizia Moratti ed il presidente Attilio Fontana (leggi l’articolo). La centrale nucleare di quarta generazione di cui si parlava, riprendeva un progetto di dieci anni prima, quando nei progetti di Regione Lombardia, governata da Formigoni con il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani vi era l’ipotesi di costruire una centrale nucleare che sarebbe stata costruita tra Cremona e Mantova. Ma anche ieri il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha ribadito le proprie idee sul nucleare di quarta generazione: “Si tratta di tecnologie non mature, da non confondersi con quelle su cui abbiamo fatto il referendum - ha dichiarato - Dopo la tassonomia, serviranno anni di studio per valutare tre cose: la sicurezza, il costo e la quantità di scarto radioattivo per energia prodotta. Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e Francia stanno già facendo questi studi. Vedremo che cosa esce da questi numeri e, semmai ci vorremo pensare, ci penseremo con i dati in mano”.