9 settembre 2021

Sempre peggio il degrado delle antiche mura di Cremona, nessun intervento di pulizia durante l'estate e stessa mancanza di decoro

Non ci vorrebbe molto. Basterebbe forse un po’ di diserbante per eliminare le erbacce che infestano le mura di via Gaspare Pedone, minacciando la stessa stabilità degli antichi mattoni. Ed invece è trascorsa l’estate senza che si sia fatto, anche quest’anno, alcun intervento di pulitura, così da rendere visibili le ultime vestigia del baluardo di porta Mosa. Dopo la segnalazione del precario stato di conservazione in cui versa il Torrione di via Piave, unico resto dell’antico castello di Santa Croce (leggi l'articolo), abbiamo ripercorso gli stessi tratti di mura che avevamo osservato lo scorso mese di marzo, e la situazione non è cambiata. Il meglio e il peggio della considerazione che ha avuto la città delle sue mura si concentrano proprio in questo simulacro dell’antica grandezza, l’unico rimasto dei due torrioni fatti realizzare dai francesi nel 1520. In origine doveva avere una mole imponente, ridotta dal notevole interramento ma anche dalla vegetazione che lo opprime rami da tempo. I due mozziconi di muro rimasti indicano quale doveva essere il punto in cui il torrione si inseriva tra le mura del castello, che doveva avere davvero una dimensione ciclopica. Frammenti della costruzione sono dispersi tra gli edifici di via Sabotino, nei pressi dell’Istituto Sant’Angelo, in via Massarotti, nel giardino della scuola elementare Bissolati, in quello dell’ex Provveditorato. 

In alcuni casi, come quello di via Amidani, ancora estremamente suggestivo ed uno dei più notevoli che ci sono rimasti dei bastioni di porta Po, le condizioni sono addirittura peggiorate. Il tratto di muro a destra di via Cadore, in via Porta Po Vecchia, che potrebbe costituire il contrafforte dell’ultimo resto della porta è ancora oggi nascosto da un contenitore per l’olio esausto e da cartelli pubblicitari, con la solita cascata di erba che ne nasconde in parte la sommità. Non ci vorrebbe molto a spostare almeno il contenitore sull’altro lato della strada. E’ l’ennesima dimostrazione di come Cremona non abbia mai amato le sue mura, fin da quando, nel 1908, era divenuto un appuntamento abituale quello delle 16,30 quando venivano fatte brillare, una dopo l’altra, le mine utilizzate per abbatterle. Per mesi rappresentarono il divertimento preferito dei ragazzi che uscivano dalla scuola, che accorrevano ogni giorno ad assistere allo spettacolo. A preparare i cartocci contenenti l’esplosivo, preparare le micce, disporne la posizione dei fornelli e la profondità provvedevano gi artificieri del IV Reggimento artiglieria di stanza a Cremona. Quando tutto era pronto, entrava in azione il trombettiere che con tre squilli di tromba dava il segnale. Soldati e vigili urbani provvedevano a sgomberare la zona che si doveva demolire e ad allontanare le piccole folle di ragazzi e curiosi, poi sventolavano bandierine rosse che segna‐ lavano d’esser pronti. Il momento più delicato dell’operazione era affidato ancora ad un artificiere (in città lo chiamavano Pietro Micca) che con una torcia a vento provvedeva ad accendere una dopo l’altra tutte le micce. Da lontano tutti seguivano allora il leggero fumo biancastro delle micce che si avvicinava al muro e, dopo qualche secondo, il lampo accecante e il cupo rimbombo degli scoppi in successione. Lo spettacolo era assicurato.

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Daniro

9 settembre 2021 14:07

Non è solo questione di decoro, cioè tenere anzi manutenere le aree pubbliche pulite e ordinate, ma una questione urbanistica, dove le scelte operate in un passato anche recente, hanno creato aree urbane dense di abitazioni e attività commerciali senza servizi pubblici adeguati, da una parte, e insufficienti servizi privati come box e autorimesse, dall'altra. Il risultato, con il moltiplicarsi esponenziale della motorizzazione privata, é l'attuale occupazione di mezzi privati degli spazi pubblici, con peggioramento della qualità urbana della città sempre più sporca, caotica e inospitale. Ma guardiamo i marciapiedi, stretti, sconnessi, sporchi, quando non occupati da veicoli in perenne sosta, i viali ridotti a squallidi parcheggi con monconi di alberi messi in sicurezza definitivamente . Liberiamo le mura, certo, ma anche qualche spazio dove camminare e viali alberati dove respirare.

Annamaria

9 settembre 2021 16:23

Totalmente d'accordo!

Roberto Regonelli

9 settembre 2021 15:36

Che tristezza.

Pasquino

10 settembre 2021 05:55

Ovunque vai ti rendi conto purtroppo che questa amministrazione è un continuo fallimento verde pubblico piscina semafori centro storico cimitero. Piazza Roma Quel poco che fa riesce a farlo grazie ad Arvedi .....