10 novembre 2025

Si riaccende l’attenzione su Giuseppe Verdi: segnali di rinascita nelle terre del Po grazie all'omonimo Comitato Nazionale

Cresce, nelle terre del fiume, l’attenzione verso Giuseppe Verdi. La recente visita del ministro Giuli a Villa Sant’Agata per anticiparne il recupero completo e all’hotel San Marco di Piacenza: sono segnali  che qualcosa a livello governativo si sta muovendo. L’orizzonte sulle terre verdiane, per lo meno, non è più così vuoto. Tante, anche se molto frammentate, anche le iniziative sui territori. 

Sabato è toccato al Comitato Nazionale Giuseppe Verdi la sua epoca la sua terra, sede a Busseto, ritrovatosi nella sede dell’associazione alpini Terre del Po, della città verdiana. Giampietro Comolli, come presidente del comitato, ha coordinato una tavola rotonda fatta principalmente di interventi storico/tecnici sul compositore delle Roncole. Silvia Dotti  e Davide Demaldè hanno ripercorso la vita dell’uomo e i luoghi frequentati attorno all’Ongina. Stefano Pronti ha letto diversi passi di lettere che illustrano benissimo indole, carattere, impegno di Verdi nei rapporti con tutti. Alessandra Toscani, ha ribadito la contiguità tra i luoghi verdiani e la musica dell’autore di Otello. 

Ma l’incontro è servito anche a capire a che punto è la notte nel complesso e a volte fin troppo litigioso mondo verdiano de La Bassa. Si è tornati a parlare delle 500 firme di adesione al progetto unitario dei bussetani, per superare le divisioni tra piacentini e parmensi sull’origine del compositore. Allo scoperto anche qualche proposta concreta: un logo forte del comitato che rappresenti l’uomo-territorio-passioni e un monumento sull’Uomo a Piacenza, attraverso un concorso di idee. Fiab Piacenza, Parma, Cremona hanno la disponibilità a realizzare un itinerario-circuito pedociclabile che tocchi tutti i comuni (non solo alcuni) e i luoghi di Verdi da Piacenza a Busseto, non solo fra Villanova e Fiorenzuola. Compresa cartellonistica opportuna e strumenti digitali. 

Di certo, e questo è salutare, è stato messo il dito nella piaga del problema che attanaglia qualsiasi progetto che da queste parti vede la luce. La mancanza di una comunicazione adeguata. Molti sforzi si fanno a guerreggiare sulla sponda dell’Ongina, senza poco senso. Senza occuparsi di marketing territoriale. Senza trasformare la strategia da solo ‘culturale’ a manageriale. La maggior parte dei luoghi verdiani in provincia di Piacenza non è usufruibile. Villa Verdi. Resta, stancamente, chiusa. L’Hotel San Marco: un fantasma rispetto ai tempi del Maestro. Il mulino del Castellazzo un cumulo di macerie. La chiesetta delle Spine: abbandonata a un destino di distruzione. L’ospedale di Villanova, senza assicurazioni che venga riservato uno spazio per la musica e la storia. L’osteria dell’Ongina ancora in un limbo. Altri piccoli e grandi centri che pure hanno goduto della presenza del maestro sono quasi oscurati a livello mediatico.   Dall’altra parte del fiume la situazione è migliore, ma non brillante. A Vidalenzo, che ospita le spoglie mortali dei genitori del maestro, il Comune di Polesine non e’ riuscito a mettere neppure un cartello. A Roncole tiene la casa natale. A Busseto palazzo Barezzi avrebbe bisogno di ben altra conservazione e valorizzazione. 

Il punto centrale è la ricerca di capitali economici perché molti di questi luoghi hanno bisogno di questi due passaggi fondamentali: acquisto da parte di un’associazione o fondazione e restauro da parte del pubblico o di mecenati che hanno i capitali sufficienti. Solo così si potrà costruire un percorso verdiano serio. Senza i luoghi si rischia solo di compiere un attraverso in mezzo a fantasmi da osservare solo da fuori. E’ per questo che serve un cambio di passo. Dalla sola cultura si deve passare alla capacità manageriale di gestire il territorio. Solo così si potrà creare una grande rete verdiana nelle sue terre, nei suoi borghi, nei suoi paesi. 

 

Roberto Fiorentini


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