7 maggio 2022

Solidarietà al popolo ucraino dalle imprenditrici Coldiretti, una bella storia da Malagnino

Nelle campagne lombarde scatta la solidarietà delle imprenditrici agricole Coldiretti che si stanno rendendo disponibili ad aiutare, attraverso iniziative di solidarietà e accoglienza, alcune delle 55mila donne in fuga dall’Ucraina, molte delle quali con i figli al seguito. 

Una storia di aiuto e solidarietà arriva da Malagnino, in provincia di Cremona, dove Alessandra insieme alla figlia Beatrice, non avendo la possibilità di mettere spazi a disposizione direttamente nella loro azienda agricola, hanno aperto le porte di una casa di loro proprietà al momento non utilizzata per accogliere Olga e i suoi due piccoli di 10 e 3 anni. Grazie alla conoscenza dell’inglese, questa mamma ucraina riesce a interagire con Beatrice che ha iscritto la donna al corso di italiano per ucraini, la bambina all'asilo e il bambino a calcio e a un corso di scacchi. Infine a Truccazzano, in provincia di Milano, a dare la propria disponibilità è Maria Antonia Ceriani: mamma di quattro bambini e titolare dell’azienda agricola di famiglia, da qualche giorno ospita una coppia di ucraini, moglie e marito, che stanno cercando di ricongiungersi alla figlia.

In un momento difficile come questo – spiega Wilma Pirolaresponsabile Donne Impresa Coldiretti Lombardia - in Lombardia, così come in diverse altre regioni, molte imprenditrici agricole si stanno facendo promotrici di azioni concrete per dare il proprio contributo, secondo le proprie disponibilità”. Le iniziative sul territorio nazionale sono numerose e le imprenditrici che aderiscono al movimento delle Donne di Coldiretti hanno risposto molto velocemente alle crescenti richieste di soccorso in molte parti del Paese.

In Lombardia – spiega Coldiretti regionale – si contano già diverse esperienze di aiuto concreto. A Cene, in provincia di Bergamo, c’è Olesia Anokhina, una donna di origine ucraina in Italia da quasi 15 anni che nel nostro Paese ha creato la sua famiglia: si è sposata con Diego, è diventata mamma di due bambini e oggi gestisce l’agriturismo aziendale. Dopo lo scoppio della guerra, con il marito ha deciso di mettere a disposizione le cinque camere del loro agriturismo per ospitare quattro donne e due bambini suoi famigliari scappati dall’Ucraina. Arrivate un mese fa, oggi queste persone stanno pian piano cercando di trovare una nuova normalità anche grazie all’aiuto di Olesia che le coinvolge nella sua quotidianità. Olesia si sta anche rendendo disponibile come traduttrice: nella scuola di sua figlia, ad esempio, sta aiutando le insegnanti a interagire con una bambina ucraina da poco arrivata, mentre a Bergamo ha facilitato il lavoro di alcuni medici impegnati a valutare le condizioni di decine di profughi ospitati in un albergo.

Sempre nella bergamasca, Anna Cuter, imprenditrice agricola di Sant’Omobono Terme, ha messo a disposizione un appartamento a due mamme ucraine con i loro bambini, mentre a Montalto Pavese, in provincia di Pavia, Assunta insieme alle sue figlie Marcella e Simona Canegallo stanno ospitando nel loro agriturismo tutto al femminile una profuga ucraina insieme ai suoi due figli, che hanno iniziato a frequentare le scuole del territorio.

Queste esperienze - conclude Wilma Pirola - si basano su forti legami e aiuto concreto che da sempre sono alla base della cultura contadina e che uniscono tante aziende agricole alle associazioni di volontariato, alle parrocchie, alle amministrazioni locali ma anche ai singoli cittadini impegnati nel sociale”.


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