22 settembre 2023

Still I Rise aprirà una scuola per bambini sfollati dalla guerra civile a Aden in Yemen. Giovanni Volpe, General Counsel: "Offriremo un programma di recupero scolastico accreditato"

Un influencer della solidarietà che può vantare 500 mila followers su Facebook, come lo definisce “Il Venerdì di Repubblica” in un articolo a firma di Antonella Barina oggi in edicola, e che, grazie ai fondi provenienti per il 99% da privati, è ora in grado di lanciarsi in un nuovo, grande progetto.  Still I Rise, la onlus di Nicolò Govoni che offre istruzione gratuita di alta qualità a ragazzi tra i più vulnerabili del mondo, ha iniziato le operazioni per avviare una Scuola di Emergenza e Riabilitazione in Yemen, nella città di Aden, entro la fine del 2023. La struttura ospiterà inizialmente circa 60 bambine e bambini tra i 10 e i 14 anni, offrendo educazione e protezione in uno dei contesti più complicati al mondo, stremato da nove anni di guerra civile. L’obiettivo è arrivare ad accogliere 100 minori sfollati dal conflitto armato. La scuola seguirà un approccio di tipo emergenziale e opererà sul modello di quelle aperte nel 2020 ad Ad-Dana, nel Nord-Ovest della Siria, e nel 2022 a Kolwezi, Repubblica Democratica del Congo. Agli studenti saranno offerte lezioni di inglese, arabo, matematica e scienze, oltre ad attività ricreative e di supporto psicosociale, con l’obiettivo di facilitare la riabilitazione dei bambini. L’organizzazione assicurerà anche il sostegno alle loro famiglie, attraverso la distribuzione di pacchi alimentari e lo sviluppo di attività di supporto dedicate. «In Yemen, una tragedia umanitaria si protrae da quasi un decennio, nonostante occupi a malapena i trafiletti dei giornali occidentali», dichiara Giovanni Volpe, General Counsel di Still I Rise. «Ad Aden, una scuola che porti educazione d’eccellenza, sicurezza alimentare e protezione ai bambini vittime del conflitto, in modo completamente gratuito, non esiste. Nonostante gli ingenti aiuti diretti al Paese, i bambini dello Yemen sono sempre più vulnerabili alla guerra e periodiche carestie ed epidemie». 

Per questo, afferma Volpe, «la nostra Academy offrirà un programma di recupero scolastico accreditato, rivolto ai bambini sfollati, profughi e coinvolti nel lavoro minorile». La fase startup del progetto è stata finanziata attraverso i fondi raccolti nel 2019 per la Scuola Internazionale di Gaziantep, in Turchia: Still I Rise ha dichiarato chiuso il progetto nel 2022, a causa delle insormontabili difficoltà connesse alla corruzione dilagante incontrata sul campo. La Still I Rise Academy - Aden (Yemen) sorgerà nel quartiere settentrionale di Al-Insha'at, vicino al distretto di Dar Saad, che ospita diversi campi per sfollati interni e gruppi di persone vulnerabili duramente colpite dalle conseguenze della guerra.

Dal 2014, la guerra civile in Yemen vede opposte le forze governative e le milizie Houthi, in un conflitto per procura che coinvolge gli interessi di potenze regionali come Arabia Saudita e Iran. In questi anni, a pagare il prezzo più alto è stata la popolazione civile. Le Nazioni Unite stimano che circa 377 mila persone abbiano perso la vita tra il 2015 e il 2021, mentre più di 4 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case. La situazione è particolarmente grave tra i minori: oltre 8 milioni hanno bisogno di sostegno educativo, mentre 2 milioni non hanno alcun tipo di accesso all’istruzione.

La guerra in Yemen ha causato una crisi umanitaria senza precedenti. Ampie fasce della popolazione non hanno accesso a cibo, acqua potabile e servizi igienici e sanitari. La situazione è stata ulteriormente aggravata dal diffondersi di epidemie di colera e difterite. Secondo le stime, su una popolazione totale di circa 30 milioni di persone, 21,6 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria. Tra loro, anche milioni di bambine e bambini a cui è stata negata la possibilità di crescere in un luogo sicuro e costruire il proprio futuro.

Still I Rise è stata nominata al Premio Nobel per la pace del 2023. Tre anni fa ad essere nominato era stato lo Stesso Nicolò Govonii, quando aveva solo 27 anni. Nel frattempo, Nicolò ha creato una scuola accanto accampo profughi di Samos, un’altra nel Nord-Ovest della Siria, una nella Repubblica Democratica del Congo, dove si recuperano i bambini sfruttati nelle miniere di cobalto. A Nairobi, in Kenya, ha addirittura inaugurato un istituto di baccalaureato internazionale, il diploma d’élite che consente di accedere alle migliori università, ed un altro ne aprirà l’anno prossimo a Bogotà in Colombia. Tutto questo senza aiuti da governi, Unione Europea, grandi aziende o Onu, ma solo grazie quasi esclusivamente ai finanziamenti privati raccolti in rete.


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