Stradivari e la musica del suo tempo. Straordinaria conclusione del Festival. E alla fine Quarta suona "Astro del ciel"
Un emozionante omaggio a Stradivari nel 285° anniversario della sua morte. Lo hanno tributato, con l'appuntamento di oggi all'auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, Alessandro Quarta, il grande violinista istrionico ormai di casa a Cremona, e Musica Antiqua Latina, l'ensemble barocco diretto dal violoncellista Giordano Antonelli. Per celebrare lo Stradivari memorialday, Quarta, che ha sostituito Anna Tifu (costretta a dare forfait a causa di un'improvvisa indisposizione), ha suonato il Cremonese 1715, uno dei gioielli usciti dalla bottega dal capostipite della liuteria. Il concerto, intitolato 'Antonio Stradivari, la sua musica, la sua epoca', si proponeva l'obiettivo originale e suggestivo di rispondere a una domanda: quale fu la musica che Stradivari ascoltò e per la quale realizzò i suoi capolavori?
Per farlo Quarta, con la sua carica e la sua passione contagiosa, e i componenti di Musica Antiqua Latina, con il loro virtuosismo, hanno dato vita a un connubio magico che è riuscito ad affascinare e scaldare il pubblico presentando una panoramica del repertorio tra Sei e Settecento. Vale a dire, l'arco temporale della lunga vita di Stradivari (1644-1737). Così il concerto è diventato, brano dopo brano, il racconto di un'epoca grazie alla magistrale e coinvolgente esecuzione dei pezzi di alcuni dei compositori contemporanei, noti e meno noti, di Stradivari: Carlo Piazzi, Tarquinio Merula, Giovanni Battista Vitali, Claudio Monteverdi, Giuseppe Tartini, Gasparo Visconti. Con il sigillo finale di Antonio Vivaldi e della sua Estate. Come sempre, lo spettacolo è stato presentato da Roberto Codazzi, vulcanico direttore artistico dello StradivariFestival, entrato in scena con un tamburello barocco. "L'artefice di questo progetto - ha spiegato Codazzi - è il maestro Antonelli. Il conservatore Fausto Cacciatori ha montato sul Cremonese 1715 corde di budello rivestite d'argento, al posto di quelle d'acciaio, che producono un suono più morbido. Ancora una volta Alessandro Quarta ha dato prova, oltre che del suo talento, di grande coraggio e umanita' accettando di inserirsi, a sole 48 ore, in un progetto con alcuni brani per lui completamente nuovi". Alla fine di ogni pezzo Quarta ha consegnato lo strumento di Stradivari nelle mani di Cacciatori, che lo ha riposto nella custodia per poi ridarlo all'artista all'inizio del brano successivo. Quarta ha chiuso il concerto regalando un'improvvisazione liberissima e potente di Astro del ciel, preceduto da queste parole: "Devo ringraziare con affetto Roberto Codazzi e Fausto Cacciatori. Un saluto particolare ad Anna Tifu (i suoi genitori, arrivati da Cagliari, erano presenti in sala, ndr): come italiani dobbiamo essere orgogliosi di questi talenti in giro per il mondo. Ho studiato a Cremona, da piccolo volevo diventare un grande violinista. Dico sempre ai bambini di fantasticare, l'immaginazione e' importante. Mai avrei pensato di aprire e chiudere questo Festival".
Poi l'ovazione a Quarta, all'ensemble che lo ha accompagnato, al Cremonese 1715. E a lui, Stradivari.
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