4 ottobre 2021

Sulla fusione con A2A la "tempesta perfetta": Pavia e Lodi incerte. Cremona sempre più isolata, solo il centrosinistra vuole l'operazione

La ritrovata cautela della Lega, le forti perplessità del centrodestra, l’aspra battaglia dei 5 Stelle e della sinistra radicale rimpolpata da comitati e associazioni, i dubbi di tanti sindaci del territorio. Sul completamento della fusione tra Linea Group, la holding che accorpa le ex municipalizzate di Cremona, Crema, Pavia, Lodi e Rovato e la società milanese A2A si sta abbattendo la “tempesta perfetta”. Ormai gli unici a non esprimere apertamente il dubbio su un’operazione che sta preoccupando tutti per le possibili ricadute economiche sui cittadini (senza contare le incertezze sulla legittimità stessa della fusione), sono gli esponenti del Pd.

Salvo i democratici e salvo la giunta Galimberti, i timori che la cessione di Linea Group (LGH) ad A2A possa non essere quel grande affare che con tanta determinazione il centrosinistra cremonese persegue hanno contagiato tutti. Giusto due giorni fa il Movimento 5 Stelle di Crema ha presentato l’esposto che porterà all’attenzione della Corte dei Conti e dell’Anac, l’authority contro la corruzione (qui l’articolo). Ma in fibrillazione non c’è colo Crema. Se Cremona ha già dato via libera all’operazione tramite il voto del centrosinistra in Consiglio e il Cda dell’Aem (con astensione del leghista Grassani), da Pavia e Lodi arrivano brusche frenate.

Lo riporta la Provincia Pavese in un articolo di sabato 2 ottobre relativo alla decisione di Pavia: “Fumata nera: la discussione in Consiglio comunale sulla fusione tra Lgh e A2A è saltata anche giovedì sera. È la seconda volta che il tema viene “sfilato” dall’agenda del Consiglio. Si tornerà a discuterne lunedì sera (oggi; ndr), dato l’avvicinarsi della scadenza ultima: l’8 ottobre è prevista l’assemblea dei soci di A2A”. A imporre il nuovo stop in quel di Pavia è stata la Lega, che tramite il suo capogruppo “ha chiesto che il punto all’ordine del giorno riguardante la fusione venisse “stralciato” e rinviato a una seduta ulteriore per dare il tempo ai consiglieri comunali di leggere il parere legale dell’avvocato Giuseppe Franco Ferrari”.

A instillare il dubbio a Pavia e Lodi è il “caso Seregno”, che a Cremona è stato interpretato come un monito solo da centrodestra e 5 Stelle, mentre il centrosinistra non ha fatto altro che sminuirne la portata. Diverso, evidentemente, l’atteggiamento nelle altre realtà coinvolte dalla fusione. Annota ancora la Provincia Pavese: “Dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Seregno, per un’operazione simile, e dopo l’interessamento della Corte dei conti, il dossier A2A scotta”.

Ma non finisce qui, come evidenzia il quotidiano pavese: “C’è poi da aggiungere altri due fatti. Il primo riguarda il parere redatto dal professor Ferrari. Si può leggerlo e rileggerlo per decine di volte, ma non si avrà mai la convinzione che l’operazione tra A2A e Lgh sia a rischio zero per chi la sottoscriverà. E non potrebbe essere altrimenti, se si considera che, interrogate sul tema, l’Autorità nazionale anticorruzione e l’Autorità garante della concorrenza hanno dato interpretazioni opposte tra loro. Se la speranza era di dissipare ogni dubbio con un parere legale, dunque, pare che l’obbiettivo non sia stato raggiunto”.

Il secondo fatto – prosegue la Provincia Paveseha il nome di un Comune della Brianza: Seregno. La procura di Monza ha indagato sindaco, assessore, segretario comunale e presidente della ex municipalizzata del centro brianzolo per un’operazione di integrazione della stessa municipalizzata in A2A. Tra l’altro, dopo che Tar della Lombardia e Consiglio di Stato avevano decisamente bocciato l’iniziativa societaria. La vicenda di Seregno avrebbe avuto un riflesso anche sulla decisione che uno dei cinque soci di Lgh, cioè Lodi, sta maturando”.

Non a caso, “dopo che, lo scorso giugno, il Consiglio comunale aveva dato mandato al presidente di Astem (ex municipalizzata di Lodi; ndr) di procedere verso la conclusione della fusione, il 28 settembre la sindaca leghista, Sara Casanova, ha tirato il freno a mano. E in conferenza dei capigruppo ha detto che, alla luce della vicenda di Seregno, richiederà un parere legale”.

I termini, avverte il quotidiano pavese, “sia per Pavia che per Lodi, stanno per scadere: martedì 5 ottobre è prevista l’assemblea dei soci di Asm Pavia Spa, giovedì 7 ottobre l’assemblea dei soci di Lgh e, infine, venerdì 8 ottobre l’assemblea dei soci di A2A. Insomma, il tempo per decidere è quasi esaurito”.

A Cremona il centrosinistra non sembra minimamente intenzionato a rivedere le proprie posizioni (almeno pubblicamente), ma è ormai chiaro a tutti che l’operazione è tutt’altro che “quell’affare del secolo” che si cerca strenuamente di mandare in porto.

f.c.


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commenti


Pasquino

4 ottobre 2021 11:34

Come per gli alberi i geni di Cremona dimostrano la loro ferrea volontà di proseguire imperterriti senza si in ripensamento
Vincere e vinceremo diceva uno come loro imperterrito ....e sappiamo come fini'