TARIP, il Comune risponde alle accuse di Forza Italia e Viva Cremona: "I dati della sperimentazione indicano che oltre l’84% degli utenti del servizio rifiuti utilizza i contenitori con TAG"
Il Comune di Cremona risponde alle accuse di Forza Italia e Viva Cremona riguardo l'inefficacia del servizio riufiuti: "dati parziali e non rappresentativi della realtà"
Ecco il comunicato:
In riferimento alle recenti dichiarazioni dei consiglieri di Forza Italia e Viva Cremona si ritiene utile precisare alcuni aspetti, poiché, nonostante siano stati illustrati ed approfonditi nelle sedute della Commissione consiliare Bilancio e del Consiglio comunale, la loro interpretazione della situazione conseguente all’introduzione della tariffa puntuale è ben lontana dalla realtà e da quanto condiviso.
Evidentemente preferiscono attribuire all’Amministrazione comunale critiche che dovrebbero invece essere indirizzate a coloro che non rispettano i contenuti del Regolamento in tema di gestione rifiuti e che, per una evidente e strumentale ragione politica, non sono invece mai stati additati come i reali responsabili di arrecare danni ambientali ed economici.
È infatti evidente e riconosciuto il danno ambientale che viene causato da coloro che, solo per pigrizia e comodità, si ostinano a non differenziare i rifiuti che producono ed è altrettanto reale il danno economico che arrecano a tutti i cittadini ed imprese di Cremona, e sono tante, che invece si comportano correttamente. Non differenziare causa un doppio danno economico, significa infatti “bruciare” i ricavi che potrebbero derivare dalla vendita dei materiali differenziati (plastica, vetro, carta, lattine e metalli) e allo stesso tempo pagare per trattarli nel termovalorizzatore (indicativamente 120 euro a tonnellata).
Differenziare in modo corretto porta maggiori ricavi e minori costi che ridurrebbero gli oneri economici del servizio di gestione rifiuti in quanto destinati agli utenti (cittadini ed imprese) del servizio stesso. A questo si aggiunge un ulteriore danno ambientale derivante dal fatto che il materiale non differenziato, non potendo essere recuperato, costringe ad utilizzare per produrre gli stessi prodotti, nuove risorse naturali anziché materia riciclata.
L’accanimento dei consiglieri alla ricerca di qualche elemento che motivi la non adeguatezza della raccolta puntuale, porta a presentare dati parziali rispetto a quelli disponibili e a sottacere altre importanti considerazioni già condivise e divulgate.
Dopo due anni dall’annuncio dell’introduzione della tariffa puntuale, cui hanno fatto seguito comunicazioni e approfondimenti forniti in varie occasioni e con differenti modalità (Consiglio comunale, commissioni consiliari, Osservatorio Rifiuti, incontri in tutti i quartieri, con amministratori di condominio, comunicati e materiale informativo vario), le critiche riportate sono pretestuose ed evidenziano l’esclusiva volontà di raffigurare, ad arte, una situazione lontana dalla realtà. Realtà che è stata presentata dai consiglieri senza alcun elemento concreto a supporto, cavalcando l’ipotesi di un aumento dei costi a carico degli utenti, ipotesi smentita nei fatti con l’approvazione da parte del Consiglio comunale delle tariffe per l’anno 2023 che invece indicano una diminuzione per tutte le categorie di utenza. L’unico obiettivo è colpire l’Amministrazione, non perseguire il bene della città. Rispondendo poi ai dieci punti presenti nella nota dei consiglieri di Forza Italia e Viva Cremona si precisa quanto segue.
Primo: “Non si tratta effettivamente di tariffa puntuale in quanto i rifiuti conferiti dai cittadini non vengono pesati …”
Non è così! La tariffazione puntuale dei rifiuti è stata introdotta in applicazione delle norme vigenti nell’ambito di un quadro normativo molto articolato. In particolare, il Decreto Ministeriale 20/04/2017 individua i criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi per la misurazione puntuale della quantità di rifiuti e le modalità operative. Tra questi vi è la possibilità di ottenere i quantitativi mediante pesatura indiretta, determinata tramite la rilevazione del volume dei rifiuti conferiti da ogni utenza al servizio pubblico, per l’appunto contando sacchi e contenitori che possono essere di diversi volumi.
Secondo: “C’è un’ampia fascia di popolazione che non effettua la raccolta differenziata …”
È più corretto focalizzare l’attenzione sull’84% dei cittadini a cui va un grande plauso per il fatto che hanno aderito senza esitazione alle novità introdotte, ritenendole di fatto valide. Occorre poi considerare le 1.943 utenze che non hanno ritirato la dotazione per ragioni che hanno una motivazione ed è già stato verificato che diversi di questi utenti effettuano la raccolta differenziata e conferiscono il rifiuto secco con contenitori associati ad un’altra utenza a loro intestata. Considerando queste situazioni la percentuale indicata dell’84% sale ulteriormente. Si deve inoltre considerare che i dati presentati in consiglio si riferiscono all’anno 2022, quando il sistema era ancora in fase sperimentale ed il conferimento con contenitore con TAG non era ancora obbligatorio. Il sistema è entrato a regime a partire dal 1° gennaio 2023, dopo l’approvazione del “Regolamento per i Servizi di Nettezza Urbana” avvenuta nel mese di novembre2022.
Terzo: “L’Amministrazione Comunale ha già deciso… il minimo di sacchi che un nucleo famigliare deve conferire e glieli addebita …”
L’attivazione della tariffa puntuale va inquadrata come uno strumento finalizzato: 1) al miglioramento delle prestazioni ambientali del sistema di gestione dei rifiuti urbani, attraverso il contenimento della produzione complessiva dei rifiuti, la minimizzazione della produzione di residui indifferenziati da avviare allo smaltimento e il miglioramento della qualità dei rifiuti raccolti da avviare al recupero; 2) al perseguimento di una maggiore equità nella ripartizione degli oneri economici legati all’esecuzione del servizio, nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga”. Le varie esperienze consolidate in campo nazionale hanno dimostrato che anche la sola misura del conferimento della frazione residuale indifferenziata, ovvero quello che stiamo facendo, è, di per sé, idonea a perseguire l’effetto virtuoso di innalzamento dei livelli di separazione delle frazioni riciclabili, contenendo contestualmente il livello di produzione complessiva dei rifiuti.
Quarto: “Il conteggio dei sacchi da parte del gestore ha l’unico scopo di addebitare alle famiglie i sacchi eccedenti il numero minimo fissato dall’Amministrazione…”
Il numero minimo di sacchi o contenitori che un utente (famiglia o impresa) può esporre senza ulteriori aggravi è stato definito in modo scrupoloso, a partire dai quantitativi conferiti durante il periodo della sperimentazione, distinti per categoria di utenza (si veda punto successivo). Mutuando dalle esperienze consolidate in campo nazionale, al fine di scoraggiare comportamenti elusivi, anomali ed irregolari da parte delle utenze nel conferimento delle frazioni merceologiche soggette a misura, si è ritenuto che la migliore azione di controllo sia quella di assegnare un numero minimo di conferimenti, da addebitare in bolletta. Fissare soglie minimali troppo elevate o troppo basse, infatti, può avere l’effetto di vanificare l’obiettivo: nel primo caso l’utenza non verrebbe adeguatamente stimolata a comportamenti tesi alla minimizzazione della produzione, mentre nel secondo caso la soglia minimale sarebbe sostanzialmente superflua e potrebbe non esercitare un’adeguata azione di controllo contro comportamenti elusivi.
Quinto: “Non sono noti i criteri utilizzati per quantificare il numero minimo di conferimenti”
Come è stato ampiamente e più volte illustrato, anche con il supporto di dati e tabelle, i criteri per la determinazione del numero minimo di conferimenti si basa sul quantitativo di rifiuto indifferenziato rilevato nel periodo di sperimentazione ottobre 2021- settembre 2022 per ogni tipologia di utenza. Applicando la semplice operazione di divisione fra la quantità di rifiuto indifferenziato conferito nel periodo di sperimentazione da ogni singola tipologia di utenza rispettivamente per il numero di utenze domestiche (distinto per numero di componenti) o per il totale dei metri quadri per quelle non domestiche, si ottengono i conferimenti minimi da assegnare ad ogni tipologia di utenza.
Sesto: “I dati sul quantitativo dei rifiuti raccolti nel 2022 sono poco convincenti …”
Si premette che i dati a consuntivo della produzione di rifiuti sono certificati e comunicati dal gestore del servizio Linea Gestioni. La contrazione del quantitativo di rifiuti prodotti è certamente una delle conseguenze dell’introduzione della tariffa puntuale che si inserisce in una tendenza di riduzione già in atto dal 2019. Occorre inoltre considerare le disposizioni normative introdotte con il D.Lgs 116/2020 che hanno di fatto escluso dal circuito degli urbani alcune tipologie di rifiuti, in ragione del soggetto che li produce. Si rileva una diminuzione relativamente alle frazioni “verde” ed “inerti” e una contrazione afferibile ai RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), per cui è stato avviato un apposito servizio di raccolta, mentre nel 2022 è stato escluso dal computo, in quanto non si tratta di rifiuto, il compostaggio domestico. Non sono inoltre certamente trascurabili i comportamenti dei consumatori sempre più sensibili agli aspetti ambientali che inducono a modificare l’approccio agli acquisti riducendo gli imballaggi, dato che trova riscontro anche nella riduzione del rifiuto indifferenziato. Infine, non va dimenticata la contrazione dei consumi legata alla situazione socioeconomica del momento.
Settimo: “Le simulazioni mostrate dalla maggioranza sono a dir poco ottimistiche …”
Le simulazioni per il calcolo del dovuto da ogni utente prendono a riferimento le tariffe approvate dal Consiglio comunale. Tali simulazioni hanno consentito di determinare la composizione delle fatture che saranno emesse distinte per le tre componenti tariffarie (fissa, variabile calcolata e variabile misurata considerando gli svuotamenti minimi preassegnati). Il confronto dei costi della tariffa puntuale 2023 rispetto alla Tari 2022 ha consentito di determinare, per ogni utenza, la variazione in valore assoluto e percentuale. Dall’esame degli scostamenti si evidenzia che tutti gli utenti (famiglie ed imprese) hanno una riduzione percentuale che si differenzia in funzione delle caratteristiche dell’utenza e che vanno dal 15,5% al 2,6% in meno di costo per le utenze domestiche e dal 17,6% al 1,3% in meno per quelle non domestiche (percentuali ben diverse dal 2-3% indicato nell’articolo). Le formule di calcolo delle tariffe, le tabelle con l’esposizione dettagliata delle riduzioni sono state condivise in Commissione consiliare Bilancio e in Consiglio comunale dove è stata data anche evidenza dell’origine dei dati utilizzati nelle formule di calcolo, oltre che esempi di simulazione su dati reali. Si rigetta quindi con forza ogni insinuazione circa la veridicità dei dati, ovvero costruzioni fatte ad hoc per giustificare qualsivoglia impatto presente e futuro. L’impatto che avranno gli utenti sarà determinato esclusivamente dal loro comportamento e ne beneficerà chi rispetterà i minimi assegnati. Un beneficio certo lo avranno gli utenti non domestici in quanto potranno detrarre l’IVA del 10%.
Ottavo: “Negli ultimi 4 anni non risultano essere state riciclate circa 1.500 tonnellate di plastica …”
La presenza di impurità nella plastica, come nelle altre frazioni, è un fatto normale nelle raccolte di rifiuti urbani. È qualcosa di cui tenere conto che trova una precisa regolamentazione nelle convenzioni con i consorzi di filiera per la valorizzazione della raccolta differenziata. Con riferimento al dato medio nazionale, la percentuale di plastica rispetto alla quantità raccolta che il Comune di Cremona avvia a recupero è più elevata. Certamente è un punto importante di miglioramento sul quale tutti insieme, anche come cittadini, dobbiamo impegnarci.
Nono: “Sono aumentati notevolmente gli abbandoni di rifiuti …”
Purtroppo il fenomeno dell’abbandono di rifiuti domestici non differenziati nei cestini stradali e nell’ambiente non è nuovo e si verifica in tutti i comuni, piccoli e grandi, anche se non adottano la tariffa puntuale, come dimostrano gli articoli ed i servizi che quotidianamente sono pubblicati. Come è facilmente riscontrabile, nei cestini e sul suolo pubblico sono depositati rifiuti domestici di ogni tipo che andrebbero invece differenziati. Questo è la conferma che gli abbandoni dipendono esclusivamente dai comportamenti delle persone che, per pigrizia, non operano la raccolta differenziata evidenziando mancanza di educazione, senso civico e rispetto delle persone, oltre che disinteresse alla tutela dell’ambiente. Chi compie il gesto di abbandonare rifiuti domestici nei cestini e negli spazi pubblici, in realtà deposita in quei cestini tanti euro: si pensi ai mancati ricavi dalla vendita dei materiali differenziati, maggiori costi di trattamento dell’indifferenziato e costi supplementari per raccogliere ciò che viene abbandonato. La tariffa puntuale ha fatto emergere questi comportamenti scorretti che non dovrebbero essere attribuiti ed anche giustificati, come purtroppo spesso avviene, alla modalità di raccolta, ma fermamente condannati. Sono in atto controlli in sinergia con la Polizia Locale, articolate attività di comunicazione con il supporto di documenti ed incontri con i cittadini oltre ad attività nelle scuole in collaborazione con le diverse associazioni ambientaliste ed il gestore del servizio Linea Gestioni.
Decimo: “Non è un caso che nel 2020 soltanto 1.000 comuni italiani su 8.000 abbiano optato per il modello della tariffa puntuale”
Si invita a rivedere i dati dei comuni che hanno attivato la tariffa puntuale facendo riferimento all’anno 2022 (fra questi numerosi capoluoghi di provincia) e considerando che diverse regioni (Veneto, Friuli, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna) hanno emanato linee guida per la sua applicazione; in particolare il Piano Regionale Rifiuti e Bonifiche 2022-2027 dell’Emilia-Romagna ribadisce l’importanza della tariffazione puntuale quale azione strategica per il raggiungimento degli obiettivi di Piano e dispone che tutti i Comuni attuino sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti entro il 2024. La verifica dovrebbe poi estendersi alle percentuali di raccolta differenziata dei 7.000 comuni che non hanno attivato la tariffa puntuale da porre a confronto con le medie nazionali e le percentuali indicate dall’Unione Europea. Si rileverà così che le percentuali di raccolta differenziata non sono, come dichiarato dai consiglieri, ottime e il divario fra realtà ed obiettivi è significativo. Cremona è vicina a raggiungere questi obiettivi, ma ciò nondimeno occorre mettere in atto sistemi idonei a mantenere i livelli raggiunti. Allo scopo possono essere consultati anche i documenti elaborati da IFEL (Istituto per la Finanza e l'Economia Locale, emanazione dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ed ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Come si evince da quanto descritto, tutto è stato messo a conoscenza dei consiglieri sia in termini informativi che di documentazione. Quanto poi all’idea di effettuare un’indagine, si ritiene che oltre l’84% di utenti che hanno risposto positivamente alla tariffa puntuale sia già di per sé un indicatore eloquente ed i dati al mese di dicembre 2022, nonostante si tratti di un anno di sperimentazione, lo confermano i dati in tabella
Maurizio Manzi
Assessore al Bilancio
e alla Gestione Integrata dei Rifiuti urbani
del Comune di Cremona
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