Tibre, opera da 2.5 miliardi non più rinviabile: l’appello delle Province sostenuto da 27 parlamentari
“Riparlare di Tibre autostradale dopo tutti questi anni, appare antico a buona parte dell’opinione pubblica, quasi quanto appare, invece, a noi, urgente, moderno e rivolto al futuro”. In questa breve affermazione sottoscritta dai presidente delle Province di Mantova Beniamino Morselli, di Verona Manuel Scalzotto, di Cremona Mirko Signoroni e di Parma Diego Rossi (decaduto per fine mandato da Sindaco, ma rappresentato dal Vice Presidente Giuseppe Delsante), sono contenuti i paradigmi di trent’anni fa, momento in cui iniziò il percorso per la realizzazione della Tirreno – Brennero autostradale con l’Autocisa allora presieduta da Bruno Tabacci, attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con un upgrade contemporaneo, che vede oggi parlare di Corridoio Tirreno – Brennero, integrato alla rete italiana Ten – T europea, composta da ferrovia, navigazione fluvio – marittima ed il traffico stradale e autostradale. Si tratta di un progetto, che come detto dai presidenti della Provincia potrà probabilmente essere attuato con l’attivazione di un nuovo bando, visti gli anni trascorsi da quello iniziale (2005/2006), da un costo che si aggira attorno ai 2,5 milioni di euro.
Il forte appello è stato rilanciato oggi dalle Province e Enti Locali sui quali, in effetti, grava, ormai da troppi anni, la responsabilità delle strade provinciali: le arterie principali del traffico di attraversamento, in un’area vasta che conta il cuore pulsante dell’economia italiana, costituito da piccole, medie e grandi aziende che muovono, in maniera integrata, un carico di traffico diventato insostenibile. Duecentosettantamila imprese attive con un ruolo nella logistica che sta evolvendo con un mercato sempre più interconnesso con altri territori italiani ed esteri. La sollecitazione, che mira ad arrivare al Presidente del Consiglio Mario Draghi, nasce dalle Province attraversate dal tracciato: partendo da Nord in territorio veronese, passando attraverso i territori di Mantova e Cremona per arrivare a Parma. Tre Regioni: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna i cui Governatori sono stati informati dell’iniziativa, ed il cui ruolo, in Conferenza Stato – Regioni, sarà determinante per la possibile rivalutazione dell’opera e del bando di gara.
L’iniziativa dei quattro presidenti raccoglie il consenso di tutti i parlamentari di Camera e Senato eletti nei collegi dei territori interessati dall’opera (ad eccezione dei parlamentari 5 Stelle, che sull’argomento hanno tenuto da sempre una posizione pregiudizialmente contraria). I 27 parlamentari saranno una sorta di “Ambasciatori del Tibre autostradale” e saranno certamente in grado di sostenere in Parlamento le ragioni, anche ambientali, che il progetto porta con sè. Tra questi si annoverà anche il deputato leghista Andrea Dara, presente all’incontro con i presidenti delle Provincie: “Siamo consapevoli dell’importanza che riveste questa infrastruttura ed è per questo che è importante che il Governo, del quale anche il mio movimento ne fa parte, si metta a lavorare affinchè si possa realizzare”.
Le motivazioni ambientali sono legate alla necessità di pianificare un sistema di rete intermodale in grado di aggregare flussi di traffico, in particolare quello pesante e quello eccezionale, su percorsi intermodali alternativi agli attuali. Spostando tutto ciò che è spostabile su ferro e acqua, ma mantenendo un efficiente sistema di traffico autoveicolare, a cui manca il Tibre, certamente strategicamente non meno importante delle diverse altre autostrade progettate nell’area vasta Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, dato che collega il valico del Brennero con i porti tirrenici. Se, poi, come pare negli indirizzi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza la politica energetica di questo Governo porterà ad adottare una strategia distributiva dei carburanti a ridotte emissioni se non a zero, come l’idrogeno verde e il prossimo elettrico, solo l’aggregazione dei flussi autoveicolari ad alto scorrimento potranno garantire alle imprese di trasporto e logistica di riconvertire nel più breve tempo possibile le proprie flotte. Se si vuole convertire nel più breve tempo possibile a energie sostenibili il mondo del trasporto, causa principale dell’inquinamento nella Pianura Padana, è necessario canalizzare il traffico pesante che oggi corre su reti autostradali: una delle strategie di drastiche riconversioni ecologiche in uno dei settori più strategici, perchè il costo, infrastrutturale e ambientale di non realizzare il Tibre è tendenzialmente più alto di non fare nulla e continuare a far circolare su strade, in larga parte non progettate per questi carichi e questi flussi in tendenziale continuo aumento, mezzi e traffici generati da una distribuzione molecolare delle imprese. La soluzione al traffico pesante di attraversamento dei territori, dell’alleanza che lega le 4 Province, Verona, Parma, Cremona e Mantova non può attendere oltre.
In allegato l'elenco dei firmatari dell'appello e il documento delle quattro province:
//media2.cremonasera.it/dev_cremonasera/Assets/Files/2021_11/02/164819/parlamentari-tibre.pdf
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commenti
Roberto Regonelli
3 novembre 2021 04:57
Finalmente, era ora!