22 aprile 2022

Torna a Cremona il violino della Shoah uscito da Auschwitz, suonerà il 22 maggio a San Vitale per la pace

Il violino della Shoah tornerà a far sentire la sua voce struggente a Cremona e canterà per l'Ucraina. “Quello del 22 maggio presso il centro culturale San Vitale sarà un concerto a favore della pace e contro ogni guerra”, annuncia, ringraziando per la collaborazione l'ente Provincia e Cgil-Cisl-Uil, Donata Bertoletti, presidente dell'Auser, l'associazione di volontariato che ha organizzato l'iniziativa. “Come dice il papa, la guerra, ovunque si sviluppi, è una follia”.
Anche stavolta il violino, con una stella di Davide in madreperla bianca incisa sulla parte posteriore, uscito dal campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau sarà suonato da Alessandra Sonia Romano.

La musicista di fama internazionale ha ereditato lo strumento dall'ingegner Carlo Alberto Carutti, milanese di casa a Cremona (di cui è cittadino onorario), imprenditore-mecenate, collezionista, scrittore, raffinato appassionato d'arte e poesia, scomparso il 26 febbraio scorso all'età di 98 anni. Il violino apparteneva a una ventenne ebrea, Eva Maria Levy, che, dopo essere stata arrestata dai nazisti, lo portò con sé nel lager, dove si suicidò. Il fratello, Enzo, anche lui deportato ma scampato ai campi, ritrovò il violino e lo consegnò a un antiquario di Torino, senza però mai ritirarlo. E' stato in quella bottega che, dopo lunghe ricerche rocambolesche, Carutti è riuscito a scoprirlo, salvarlo e, infine, restaurarlo. Da allora il violino è diventato il testimone dell'Olocausto in giro per il mondo.
'Lallo', come chiamavano l'ingegnere amante di tutto ciò che è bello, se n'è andato ma ha affidato il prezioso pezzo di legno alle mani esperte della sua inseparabile amica.

Bisogna suonarlo spesso, richiede una continua manutenzione, anche ieri ho trascorso per questo motivo tre ore da un liutaio - dice Alessandra Sonia Romano -. E' in buone condizioni, ha una voce profonda, è adattissimo per la musica ebraica. L'ingegnere mi ha fatto un regalo enorme donandomelo mentre era in vita. Sento di avere una grande responsabilità. Sino a poco fa c'era lui, ora sono sola e devo essere più forte. Prima il violino rendeva omaggio alle vittime della Shoah, ora anche a quelle in Ucraina e di tutte le guerre”.

La musicista, che durante il lockdown, su sollecitazione di Carutti, ha scritto il libro 'I violini e la loro anima', ha portato e continua a portare lo strumento salvatosi dall'orrore nei teatri, nelle scuole, nelle piazze e anche in tv, a Italia's Got Talent 2022. “Abbiamo registrato il programma a dicembre. Con l'ingegnere ci siamo chiesti: è opportuno andare in televisione? Alla fine abbiamo deciso di trasmettere le emozioni di un violino così speciale al grande pubblico. Penso sia stata una scelta giusta, la risposta è stata molto positiva”.
Il prossimo appuntamento è in programma, il 10 maggio, a Milano, nella Basilica di San Marco. Alessandra Sonia Romano e il pianista Bruno Canino saranno accompagnati nell'esecuzione di brani di Beethoven dall'Orchestra dell'Università degli Studi, diretta da Clara Baget. “Gli orchestrali sono giovani professionisti molto preparati, la direttrice è una francese con grande talento. Ci tengo molto, è l'ultimo concerto che stava organizzando Carutti. Come non dedicarlo a lui? Nel mio cuore tutti i miei concerti sono dedicati a lui. Il dolore per la sua perdita è infinito, sto soffrendo molto, eravamo legatissimi. Quella sera mi sembrerà di vederlo seduto in prima fila. Ogni volta salirò sul palco per Eva Maria Levy ma anche per il mio amico Lallo”. Pochi giorni dopo toccherà alle note in San Vitale, non lontano dal Museo civico. “E' tra quelle mura, dov'erano esposti diversi strumenti prestati da lui, che ci siamo conosciuti, quasi per caso, nel 2017. Mi parlava spesso di Cremona, ci teneva tantissimo, basti pensare che la sua tomba è nel vostro cimitero”. Il nuovo passo, dopo il 22 maggio per la pace, non può non essere un momento in memoria dell'uomo che amava la nostra città e che ha fatto molto per lei. “Io ci sono, con il mio, il suo violino della Shoah”.

Gilberto Bazoli


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