3 febbraio 2023

Torna d'attualità l'ex Scac di via Sesto, l'unica grande area dismessa ancora in cerca di destinazione, ma è una pistola puntata sul centro storico

Sono trascorsi quasi trent’anni dalla cessazione dell’attività, ma l’interesse sull’ex Scac di via Sesto non è mai venuto meno. La Scac è una grande area industriale in via Sesto che negli anni Sessanta arrivò a contare anche duecento operai e che fu testimone, come altre realtà economiche locali, delle agitazioni sindacali del ‘68/'69, ma anche di grandi commesse che fecero la fortuna dell'azienda, e dell'occupazione, almeno fino agli anni Ottanta, quando il comparto cominciò a entrare in sofferenza per chiudere definitivamente nel 1994.

Di fatto resta ancora l’unica area inutilizzata nel comparto degli edifici industriali dismessi ed ora riconvertiti a destinazione commerciale che si affacciano su via Castelleone e la tangenziale. In questi anni si è parlato più volte di un possibile ritorno di interesse da parte della Toto Costruzioni, l’azienda di Chieti proprietaria dell’area, che aveva presentato anche un articolato planivolumetrico ma non ritirò mai la concessione. Il piano attuativo è scaduto l’anno scorso, ma non la concessione. A frenare l’iniziativa degli abruzzesi è stata con ogni probabilità la richiesta del Comune di realizzare un sottopasso ferroviario per l'accesso da via Milano, unite alla difficoltà di bonificare l’area dalla presenza dell’amianto, di cui solo un grande gruppo immobiliare potrebbe farsi carico. L’ultimo approccio per rilanciare la grande area di 73 mila metri quadrati risale ad un paio d’anni fa. L’intenzione era di realizzare tre medie strutture di vendita non alimentare su una superficie complessiva di circa cinquemila metri quadrati, di cui oltre quattromila destinati alla vendita. Il piano regolatore prevede infatti all'ex Scac una zona commerciale di circa 10mila metri quadrati a cui si potrebbero aggiungere una zona alberghiera (3800 metri quadrati), uffici e un'area food da 1000 metri più aree verdi e piste ciclabili. Per il Comune potrebbe essere davvero una manna poter finalmente inserire a bilancio i circa 800 mila euro di oneri di urbanizzazione, derivanti dalla firma della convenzione urbanistica che la ditta avrebbe già dovuto sottoscrivere una decina d’anni fa. Ma si tratterebbe anche di un’altra pistola puntata alla tempia di un centro storico ormai agonizzante.

 

Fabrizio Loffi


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