18 aprile 2024

Treni-Piloni (Pd): "A gennaio 2 linee cremonesi con diritto all'indennizzo. Ma i criteri sono una beffa". Lucente: "La Lombardia unica regione ad aumentare i rimborsi per i ritardi di Trenord"

Rivedere i criteri dell’indennizzo ai pendolari per i ritardi dei treni. A chiederlo è il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni a seguito dell’intervento di questa mattina in Commissione trasporti dell’assessore Franco Lucente. "La scelta di togliere il bonus ai pendolari- dichiara Piloni- è, per noi, sbagliata. Si potevano lasciare sia il bonus che l'indennizzo, come nel precedente contratto, ma si è scelto di limitare l'erogazione dei rimborsi, e cioè di risparmiare sulla pelle dei pendolari. Le linee che avrebbero avuto diritto al bonus con i vecchi criteri per il mese di gennaio sono 20 su 41, ma con il nuovo meccanismo, che prevede il conteggio dei ritardi sopra i 15 minuti, le linee sono ‘solo’ 3. Un risparmio notevole per Trenord e una beffa per i pendolari”.

"Va poi evidenziato - prosegue Piloni - che due delle tre linee che danno diritto all'indennizzo sono della provincia di Cremona: la Cremona-Treviglio con 18 minuti e la Parma-Brescia con oltre 30 minuti, confermandosi la peggiore della Lombardia. Questo significa che i problemi maggiori continuano ad essere sui nostri territori e che il nuovo meccanismo rischia di disincentivare l'utilizzo del treno quando andrebbe fatto l'esatto contrario".

Ma non è finita qui- conclude Piloni- Il nuovo contratto prevede, nel caso di linee non dirette, come ad esempio la Cremona-Treviglio, il riconoscimento dell'indennizzo solo per la tratta più lunga. In poche parole, se un pendolare deve cambiare treno per raggiungere Milano e la sua linea di partenza rientra tra quelle che danno diritto all'indennizzo, come la Cremona-Treviglio, ma quella più lunga no (la Treviglio-Milano)  viene conteggiata questa e il pendolare perde il diritto all'indennizzo. Per questo oggi ho chiesto all’assessore Lucente di rivedere questo meccanismo perverso che penalizza ulteriormente i già pochi pendolari che, dall'avvio del nuovo meccanismo, hanno diritto all'indennizzo

Nicola Di Marco (Capogruppo M5s Lombardia): «È evidente che Regione Lombardia abbia scelto di applicare alla lettera le indicazioni nazionali, con il duplice intento di camuffare da un lato ritardi e disservizi dall'altro di rendere più complesso per i pendolari l'accesso ai dovuti bonus e indennizzi. Sorprende che questa scelta arrivi da una Giunta che non perde occasione per professarsi autonomista, ma che al bisogno si piega ai diktat che arrivano da Roma, specialmente se farlo significa penalizzare, ancora una volta, i pendolari. Sia chiaro, questi peggioramenti non sarebbero tecnicamente obbligatori, ma sono frutto di una precisa volontà politica. Siamo sempre stati abituati a ragionare, in termini di qualità del servizio, valutando come parametro la puntualità entro i cinque minuti. Un dato che negli ultimi dieci anni è peggiorato. Con le nuove disposizioni i ritardi verranno invece conteggiati a partire dai quindici minuti. I parametri vengono quindi modificati in chiave peggiorativa per i pendolari. Con i nuovi criteri, solamente un terzo dei bonus erogati nel 2023 sarebbe stato riconosciuto. Non solo, in caso di disservizi, gli abbonati non si vedranno più riconoscere automaticamente il dovuto, ma dovranno autonomamente richiedere l'indennizzo. Come se avessero altro tempo da perdere, dopo tutto quello che sprecano in banchina a causa di ritardi e cancellazioni. Si tratta quindi di condizioni evidentemente peggiorative della propria condizione di abbonati, che solo la Giunta pare non riuscire a vedere. L'ennesima beffa di Regione Lombardia a danno di chi viaggia ogni giorno con Trenord» così il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Nicola Di Marco, al termine dell'informativa dell'Assessore a Trasporti e Mobilità sostenibile in merito alle "Modalità di erogazione dell'indennizzo Trenord", svoltasi oggi nell'ambito dei lavori della V Commissione regionale Territorio, Infrastrutture e Mobilità.

"La Lombardia, come le altre regioni d'Italia, si è dovuta attenere ad una delibera dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART 106/2018) che non prevede più il bonus ma un indennizzo, così come stabilito dalle norme in caso di ritardi dei treni. Lo abbiamo fatto alla stipula del nuovo contratto con Trenord e siamo gli unici ad aver innalzato la quota dell'indennizzo al 30% del costo degli abbonamenti mensili e annuali. Le altre regioni, infatti, si sono attenute fedelmente alla delibera ART e, tranne rari casi isolati, riconoscono un indennizzo pari al 10%, quindi molto meno di quanto previsto dalla Lombardia".  

Lo ha detto l'assessore regionale ai trasporti e Mobilità sostenibile Franco Lucente, audito in quinta Commissione del Consiglio regionale della Lombardia per illustrare le modalità di indennizzo in merito ai ritardi dei treni di Trenord.

La stessa delibera dell'Autorità riconosce ai titolari di abbonamento mensile o annuale un indennizzo del 10% per ciascun mese in cui, per la tratta indicata sul titolo di viaggio, un numero di treni pari o superiore al 10% di quelli programmati subisca un ritardo superiore a 15 minuti o venga soppresso. Regione Lombardia con una delibera dello scorso marzo ha incrementato la quota dell'indennizzo dal 10% al 30% del valore sia per l'abbonamento ferroviario mensile sia per quello annuale. 

Per gli abbonamenti integrati (TrenoCittà, IVOL, IVOP e STIBM) il valore dell'indennizzo allo stato attuale è pari al 10% della quota della tariffa ferroviaria. Si precisa che il 10% dell'indennizzo è rimasto a carico di Trenord mentre il 20% aggiuntivo è a carico della Regione. 

Mentre il bonus era erogato indistintamente a tutti gli abbonati di una tratta, compresi coloro che non avevano subito disservizi nel mese considerato, ora l'indennizzo, come spiegato dall'assessore regionale "è riconosciuto solo al viaggiatore in possesso di un abbonamento nel mese in cui si sono verificati i disservizi". 

"Voglio ricordare che in Lombardia l'offerta di servizio è ben superiore rispetto a quella nelle altre regioni: qui si effettuano oltre 2200 corse al giorno. Sulle principali direttrici negli orari di punta i viaggiatori hanno a disposizione una corsa ogni mezz'ora o ogni 15 minuti. In Regioni come Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, l'offerta non raggiunge il migliaio di corse al giorno"


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