14 luglio 2021

Trent'anni fa si realizzava il cupolone in rame del Politeama ma quel che resta del teatro è un buco nero in pieno centro

28 Luglio 1991, trent'anni fa.  Il cupolone del teatro Politeama Verdi, a dieci anni dalla sciagurata rimozione della cupola (21 settembre 1981) è stato completamente ricoperto. Un lavoro ben fatto con il ripristino della lanterna (con vetri a rete e con il tamburo a sportelli apribili) e il rame della cupola brunito dal tempo, ma è un bel colpo d'occhio per chi viene da corso Garibaldi. Non è più in piombo come quella originale. E' sparito però dalla vista quello scheletro in ferro che per dieci anni è stato un monito all'insipienza di chi non vuole conservare la città. E' vero che il Politeama è stato semidistrutto da uno sciagurato intervento che ne ha ridotto la bellezza ma almeno la cupola, a ricordare cos'era, è rimasta così pure la cosiddetta "spazialità". 

Purtroppo con una scelta molto discutibile si scoperchiò quella grande cupola originale in piombo motivandola con la pubblica incolumità in quanto in una giornata di vento, un foglio di copertura arrivò ai giardini pubblici. Da allora acqua, neve, vento sono entrati per dieci anni nel teatro scolorando gli affreschi, compromettendo gli stucchi, facendo marcire i palchetti in legno. Quel poco che resta del teatro originale è oggi al coperto. Certo gli stucchi sono stati rimossi (nessuno ha voluto chiarire il mistero di dove siano finiti) ma la spazialità complessiva della sala è rimasta (come richiesto dalla Soprintendenza) ed esiste persino un progetto (di Gentilini, poi di Carboni) per fare una sala da 400 posti con la platea e il primo ordine di palchi. Il resto (secondo ordine gallerie, palcoscenico e e foyer) non c'è più trasformato in appartamenti e garages.


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commenti


Enzo

14 luglio 2021 09:45

Bravi, ogni tanto rompere in modo che i responsabili del GalimbertiTeam non fingano di dimenticare i "desiderata" più volte pubblicamente manifestati, e vadano a rispolverare il progetto di recupero di quel che rimane del Politeama (quanti film lì dentro, quante domeniche mattina coi cineclub di Elia Santoro !). Una sala da 400 posti, ciò che manca alla nostra città per tante splendide iniziative giovanili e non.

Roberto

14 luglio 2021 11:57

Come accade oramai da diverso tempo, è sparito il rispetto per l'identità della ns. Cremona. Tutto si distrugge senza pensarci. Si asfaltano le antiche strade in ciotoli, si creano supermercati dove non c'è necessità e si abbandonano edifici che hanno fatto la storia di Cremona.

anna maramotti

14 luglio 2021 12:50

Fra cronaca e storia una pagina di Cremona che chiede di trovare una giusta soluzione per realizzare, anche a distanza di tempo, un intervento che ridia vitalità al centro storico. Grazie di avercela proposta con un'analisi dettagliata e documentata