Vent'anni fa chiudeva il cinema Padus di via del Vasto, l'ultima grande sala cittadina nata con il boom del cinema degli anni Sessanta (1964)
Il 25 agosto di vent'anni fa (2005) chiudeva i battenti il cinema Padus di via del Vasto, il cinema di Porta Po. Era l'ultimo nato tra i cinema nati sotto il Torrazzo negli anni Sessanta: la prima proiezione avvenne il 25 gennaio 1964. Ma il Padus è anche l'ultimo a chiudere tra le grandi sale. Dal tempo la gestione di Sergio Capelli si era conclusa e la sala era gestita da Giorgio Brugnoli che, dopo essersi fatto le ossa nella gestione dei cinema all'aperto (Arena Parco e Arena Giardino) si era buttato anche sulle grandi sale. Ora al posto del cinema ci sono una banca, appartamenti e garage.
La chiusura del Padus arrivò in città come un fulmine a ciel sereno. Le cose sembravano funzionare al meglio nell'unica sala rimasta a Cremona con il Filo. Tant'è vero che proprio qui il 31 marzo dell'anno della chiusura si tenne la prima nazionale del film "La Febbre" alla presenza del regista Alessandro D'Alatri e del protagonista Fabio Volo, film girato interamente a Cremona e che rappresenta un vero e proprio inno alla città.
Il Padus è stata l'ultima delle grandi nuove sale a chiudere. Fino agli anni Ottanta vi era l’imbarazzo della scelta. del coinema. Se si esclude il glorioso Politeama, chiuso ormai dal 1969, lungo quel tratto di poche centinaia di metri che separa via Verdi da via Palestro, vi erano almeno quattro cinema. C'era poi il Padus, a porta Po e il Filodrammatici, ad uso misto cinema e teatro, nella piazzetta omonima. Poi tutto è cambiato nel giro di pochi anni. Oggi hanno tutti chiuso i battenti, ad eccezione del Filo, ma solo grazie all’intervento comunale. Resiste ancora il CineChaplin nell’area Lucchini, prima periferia cittadina. Ormai qualche anno fa, quando il fenomeno, nato in sordina, iniziò a farsi drammaticamente evidente, in un convegno dell’Anec, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, si evidenziò come dal 2000 al 2009 avevano chiuso 615 cinema, 30 solamente nell'ultimo anno.
Se si eccettua il Politeama, chiuso nel 1969 perchè la Commissione Prefettizia di Vigilanza sugli edifici destinati a pubblici spettacoli, per le norme di prevenzione degli incendi, tolse l’agibilità per gli altri cinema, alle difficoltà che abbiamo detto, si sono aggiunti altri tipi di speculazione. Quando l’imprenditore piacentino Giorgio Leopardi decideva di buttarsi nell’avventura del cinema Tognazzi, era l’autunno del 1993 riaprendo il Roxy come multisala Tognazzi (poi chiuso definitivamente il 31 marzo 2011), il cinema Corso, poco lontano, era già stato inserito nel nuovo piano della mobilità comunale per essere trasformato in autorimesse ad uso privato con 155 box a disposizione. L’Italia di via Anguissola sarebbe stato trasformato nel giro di due anni in sala Bingo, quando il proprietario, Francesco Camurri, avrebbe deciso di chiudere definitivamente i battenti, dopo il fallimento della seconda esperienza nel settore delle scommesse, tanto popolare in Spagna, ma mai molto seguito nel Bel Paese. Nell’estate del 2012 il cinema è stato demolito e sostituito da una struttura abitativa progettata dallo studio d’architettura Bianchi e Palù di Cremona per conto della ditta Rossini Costruzioni che aveva acquistato l’immobile da Camurri-Baldaro. Stesso destino dell’ex Supercinema: anche per la sala realizzata nel 1938 su progetto del perito industriale Guido Tarsetti in occasione della riforma di un altro cinema già esistente sul sito, denominato Cinema Reale si era in realtà pensato ad un parcheggio per altri 127 posti auto. Nel 2000 La Società AemService aveva rilevato la società proprietaria dell’ex Supercinema e accompagnato l'iter amministrativo e progettuale che porterà alla stipula della convenzione fra Comune di Cremona e Ministero dei Beni Culturali, e alla relativa concessione edilizia il 4 maggio 2001, quando l’edificio che ospitava il Supercinema venne ceduto in concessione al Ministero per i beni e le attività culturali per la durata di 99 anni. Era stata individuata quest'area, quella compresa tra via Palestro e via Goito non lontana dalla Biblioteca Governativa, di circa 870 mq. per costruirvi una mediateca che non verrà mai realizzata. Poi nel 2019 sulle ceneri del Supercinema è stata realizzata la brutta piazzetta intitolata a Mario Coppetti. Dunque un destino assurdo, accompagnato da scelte poco coraggiose, ha portato alla totale banalizzazione di questi spazi precedentemente destinati alla settima arte.
Nelle foto la banca che ha preso il posto del Padus in via del Vasto e Fabio Volo alla prima de "La Febbre"
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