Vicolo Bordigallo l'angolo dimenticato nella passeggiata più suggestiva di Cremona. A due passi da Duomo e da Piazza Roma, nel cuore della centro storico, un neo di degrado e sporcizia
Se allunghi una mano, sembra di arrivare a toccare la punta del Torrazzo: siamo in via Solferino, cuore storico e commerciale del centro, tra negozi caratteristici, attività storiche, pasticcerie, fornerie e liutai. Siamo in una delle strade più suggestive di Cremona, che collega Piazza Roma a Piazza del Comune affacciandosi direttamente sulla Cattedrale. Eppure, nemmeno qui si riesce a trovare quella pulizia e decoro che ci si aspetterebbe, almeno considerando la posizione della via. Che ad un certo punto incrocia via Bordigallo, il vicoletto che collega via Gramsci a via Solferino appunto.
Passando sotto un piccolo voltone scrostato e rattoppato alla bell'e meglio, non è difficile notare le varipointe e poco gradevoli scritte sui muri, non una street art che possa avere qualcosa di bello da comunicare, ma veri e propri scarabocchi sgrammaticati scritti con la bomboletta spray sul muro sbrecciato. Dall'arco sopra il volto penzolano annoiati da chissà quanto tempo due fili della corrente che forse un tempo alimentavano la malinconica lanterna spenta da anni che si trova ancora appesa sotto il porticato, quasi un memento mori di questo vicolo, dove la precarietà sembra farla da padrone in effetti, a giudicare dai bidoni della raccolta differenziata con accanto sportine dell'immondizia lasciate a terra, il cartone vuoto di una pizza e altra sporcizia che rendono più un'idea di discarica piuttosto che un romantico vicoletto del centro.
In effetti stride non poco l'impietoso accostamento delle belle vetrine agghindate su via Solferino con la fila dei bidoni appena si volta l'angolo di via Bordigallo, un ossimoro urbano che non rende giustizia alla città.
E pensare che questo angolo colpì la vena poetica di Herman Hesse quando nel 1913, nel suo peregrinare, giunse anche a Cremona e soggiornò nell'Hotel Astoria, che ora è in fase di ristrutturazione e che da sempre è stato un punto di riferimento per i turisti cremonesi. Hesse fu talmente colpito dalla bellezza di questo angolo di città (si dice, non a torto, che uno degli scorci più belli di piazza Duomo e Torrazzo si possa godere proprio dall'angolo di via Bordigallo su via Solferino), che scrisse una tra le sue più belle pagine, descrivendo le suggestioni e le atmosfere della sua passeggiata serale cremonese.
Chissà oggi cosa scriverebbe passando tra bidoni, sacchi, muri scrostati e venditori ambulanti abusivi che quotidianamente si incontrano in questo angolo di città...
Questo vicolo era presente già nel XIV secolo, quando a metà del trecento si chiamava strata (o Stricta) de Corigijs, dal nome dell'omonima famiglia, mentre nel 1394 era via Volta de Zochis (con riferimento proprio al voltone di cui si diceva sopra), anche questo dal patronimico della famiglia; passano i secoli ed arriviamo nel 1671 per trovarlo indicato come Stradella di San Matteo, dal momento che fino al 1788 sull'allora Corso Stradivari (oggi corso Cavour) sorgeva una chiesa dedicata appunto a San Matteo; negli anni tre la fine del 1700 e l'inizio del '900 la stradella assunse i nomi di vicolo Bella Fiore, quindi vicolo del Fiore e infine Vicolo Bella Flora; infine nel 1931, in clima di austerità seriosa, prese il nome di via Domenico Bordigallo.
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