Mister Corini: "Pensare che sarebbe bastato far qualcosa in più per far meglio della scorsa stagione, ha fatto sì che si perdesse qualcosa per strada"
A metà giornata, presso il centro sportivo G. Arvedi, si è svolta la prima conferenza stampa, quella di presentazione, di mister Eugenio Corini, che ha risposto alle domande dei giornalisti intervenuti.
Ad aprire la conferenza stampa, le parole del ds grigiorosso Simone Giacchetta: “Prima di presentare Corini, mi preme ringraziare mister Stroppa ed il suo staff per l’anno in cui sono stati alla Cremonese. Abbiamo vissuto la scorsa stagione con grande intensità ed entusiasmo, disputando la finale play-off e siamo ripartiti con la voglia di ripeterci. Purtroppo dopo otto partite, non tanto la classifica, quanto soprattutto l’atteggiamento della squadra in campo, non ha dato più la possibilità di proseguire, nonostante la stima nei confronti del mister e del suo staff. Sono stati due giorni di riflessioni e valutazioni, che ci hanno portato all’esonero di Stroppa. Abbiamo subito pensato a coinvolgere mister Corini di cui abbiamo grande stima e considerazione, un uomo con valori morali importanti, capace di gestire un gruppo che adesso deve soprattutto responsabilizzarsi. L’esonero di un allenatore è un fallimento di tutti, di un percorso condiviso da tutti. Da questo momento i calciatori dovranno sentirsi ancor più responsabilizzati a migliorare, a ritrovare l’entusiasmo ed il sorriso. Credo che Corini abbia le competenze giuste, certificate dalla sua carriera, per inserirsi in un ambiente come questo, che dovrà ricompattassi in vista di un percorso lungo e non semplice”.
Dopo la breve introduzione, mister Corini, ha voluto prima presentarsi alla stampa, salutare la città ed i tifosi: “Buongiorno a tutti piacere di conoscervi, avremo modo di farlo meglio in questo percorso che spero, sarà il più lungo possibile. Un saluto alla città di Cremona ed a tutti i suoi tifosi e sono molto felice di aver colto questa possibilità che mi è stata concessa. Sicuramente io ed il mio staff, e tutte le persone che ci ruotano attorno, faremo tutto il possibile per portare la Cremonese il più in alto possibile, dove tutti noi vogliamo che arrivi”.
Le sensazioni avute dalla Cremonese in questo inizio di campionato: “Io ero presente con lo Spezia, dopo la grande vittoria della Cremo a Sassuolo. Con il mio staff ci confrontiamo, vediamo molte partite a casa, a volte c’è anche la necessità di andare sul posto e quindi abbiamo seguito anche la Cremonese allo Zini. La scorsa stagione la Cremonese è arrivata a un centimetro dall’obbiettivo ed in questa stagione è partita con grandi aspettative. Accade spesso che gli avversari pensino più alla prestazione contro squadre così forti, scaricando la pressione del risultato a tutti i costi. Pensare che sarebbe bastato fare qualcosa di più per fare meglio della scorsa stagione, probabilmente ha fatto si che si sia perso qualcosa per strada. Però il potenziale si è rivelato anche in partite dove non è arrivato il risultato. Ieri parlando per la prima volta con i giocatori ho cercato di responsabilizzarli sul fatto che avere qualità e caratteristiche importanti, non basta per vincere le partite. Ci vuole di più, a partire dalla rabbia agonistica, voglia di faticare insieme, sapere che quando si è favoriti bisogna metterci qualcosa in più, per non farsi schiacciare dalla responsabilità e farne un privilegio che ti dia ancora più forza”.
Sulle critiche del modulo tattico perseguito fino ad oggi e sulle eventuali variazioni: “Io ho sempre grande rispetto dei miei colleghi con Giovanni (Stroppa n.d.r.) ancora di più e lo ritengo un allenatore molto preparato che ha fatto un grande lavoro, che si è visto anche sul campo. Io penso che il calcio moderno ti obblighi quasi a riconoscerti in un sistema tattico, ma per me ci sono anche concetti più evoluti, molto più dinamici, occupare liberare spazi, voglia di attaccare e difendere assieme, consolidare qualcosa. Io penso che la rosa di giocatori abbia delle caratteristiche importanti, in base a questo cercheremo di costruire una struttura tattica che faccia rendere al meglio i giocatori. Soprattutto il fatto che con cinque cambi ci sia di cambiare il 50% della squadra, è importante che tutti siano motivati on un grande senso di responsabilità, da chi inizia a partita a chi la finisce. Un taglio di 30’ fatto bene con freschezza, può cambiare l’esito di una gara e sulla lunghezza del campionato ha un peso specifico importante e su questo intendo lavorare”.
Sul primo approccio con la squadra: “Giacchetta mi aveva parlato di un gruppo unito che ha lavorato sempre con grande impegno. Ieri ho potuto verificarlo di persona. Ho percepito anche la delusione di questo momento, ma anche la motivazione e la voglia di riprendere un percorso che ci vuole vedere protagonisti e penso che, dal punto di vista dei valori umani e da quelli tecnici, ci sia tutto il necessario. Questa responsabilità deve fare lavorare, con più intensità e volontà la squadra ogni giorno, perché non basta essere un buon professionista, bisogna avere qualcosa dentro che ti aiuti a migliorarti ad affrontare le difficoltà e superarle”.
Sull’ultima esperienza di Palermo: ”Il primo anno con la proprietà avevamo l’obbiettivo di consolidare la categoria e ci siamo riusciti, il secondo di andare ai playoff e ci siamo riusciti. Sicuramente questo ti porta ad avere tanta pressione che poi bisogna essere in grado di reggere. Per questo ci vuole equilibrio, fondamentale per affrontare l’obbiettivo dato dalla società. Per quello che mi riguarda adesso, visto il contratto firmato fino a giugno, è chiaro che il mio futuro passa tutto dal risultato di questo campionato e dall’obbiettivo che si è dato la società”.
Sul campionato e sugli obbiettivi: “La serie B è uno dei campionati più difficili e complicati in assoluto, per l’agonismo e per l’equilibrio che regna. In questo momenti c’è molto equilibrio ed in questo equilibrio c’è uno spazio di manovra molto importante per noi. A parte il Pisa non vedo altre squadre che abbiano preso il sopravvento. La sicurezza, la continuità di risultati e delle prestazioni nelle prossime 30 partite sono la strada per andare a prenderci quello che vogliamo. Faremo il massimo di arrivarci immediatamente senza passare dai playoff e comunque vogliamo giocarci tutte le possibilità fino all’ultima partita a disposizione”.
‘Mentalizzare’ la squadra: ”Penso che la testa muova tutto per questo credo che creare la mentalità giusta si fondamentale. I ragazzi sono tutti ottimi professionisti, ma bisogna fare qualcosa in più ed il mio dovere è stimolare questo, a reagire in mezzo alle difficoltà e per trovare le risorse per uscirne. Attraverso il lavoro in campo e non, alimentando una discussione costruttiva. Su questi punti possiamo crescere tanto, perché la qualità e ce n'è tanta, non basta”.
L’importanza del 12° uomo grigiorosso: ”Sono un professionista del calcio da quando avevo 17 anni, ho avuto la fortuna di giocare ed allenare tantissime squadre, ho tantissimo rispetto ed ne ho ricevuto tantissimo, ma io adesso sono concentrato per quello che significa per me la Cremonese e l’opportunità che mi ha dato, dove vorrei costruire un percorso di un certo tipo, basato sul mio lavoro e sui risultati. E’ una piazza importante che ha tanta passione, dove c’è un bellissimo clima allo stadio. Mi concentro su questo e cercherò di creare con la tifoseria quella empatia che per me diventa fondamentale per ricevere fiducia. Poi nel mio ruolo è normale essere criticati, ma cercherò di spiegare attraverso di voi le mie idee, perché ritengo fondamentale il rapporto con la gente, che ha potuto vedere ha sempre voglia di spingere questa squadra. Un esempio è la partita allo Zini dell’anno scorso (quando Corini allenava il Palermo n.d.r), dove ci siamo trovati in vantaggio di due reti nel primo tempo ed i tifosi hanno spinto la squadra in dieci uomini alla rimonta. Una prestazione che ha dato una bella spinta in campionato alla Cremonese. Noi abbiamo bisogno di questa energia e per questo abbiamo bisogno di loro ed io cercherò di fare capire questo alla squadra”.
Sul battesimo del fuoco con la Juve Stabia: “Ieri abbiamo fatto il primo allenamento e nei prossimi giorni ci prepareremo a questa partita. La Juve Stabia la paragonerei al Catanzaro dell’anno scorso, che da neo-promossa ha fatto un campionato a livello straordinario. Andremo in uno stadio piccolo e molto caldo caldo, credo che sarà una grande occasione. E’ ancora più bello fare prestazioni e risultati importanti in ambienti come questi. Sarà un test difficile e complicato, servirà la consapevolezza di affrontare una squadra con grandi qualità”.
Idee e principi di gioco più che un modulo: ”Io conterò su ognuno dei giocatori che avrò a disposizione, soprattutto in virtù dei cinque cambi. Quando questa squadra si riconoscerà non in uno, ma in tutti i giocatori, allora avremo al mentalità giusta. Io ho già delle idee dal punto id vista tattico, voglio provarle e valutarle sul campo, sono erto di avere dei giocatori per fare un calcio di un certo tipo, per poter arrivare all’obbiettivo che ci siamo prefissati”.
L’importanza del mettersi a disposizione dei compagni: “Ritengo tutti i miei giocatori importanti, ma non ho problemi a parlare di singoli. Ritengo Jari Vandeputte un giocatore evoluto con qualità tecnica, le cui caratteristiche messe a disposizione della squadra saranno un valore aggiunto, ma questo non vuol dire che da solo ci farà vincere le partite. Il suo contributo dovrà essere utile prima di tutto ai compagni ed al gioco della squadra. Sono sicuro che ci darà un grande contributo”.
Il vantaggio del modulo all’esordio con la Juve Stabia: “Ho un vantaggio per la partita con la Juve Stabia ed è che non sa come giocherò, e me lo tengo perché non è poco. Per cui solo dopo la prima partita di Castellammare discuteremo e spiegherò delle mie scelte. Ho già un’idea ovviamente, di un sistema che deve essere flessibile nelle sue caratteristiche e ci lavoreremo, è un piccolo vantaggio che mi voglio prendere”.
Sul ‘mal di Zini’ di cui soffre la Cremonese:“Il vantaggio delle squadre che giocano contro la Cremonese allo Zini, è che possono scaricare la tensione in virtù del fatto che è la Cremonese a dover vincere a tutti i costi. Per chi l’affronta c’è poco da perdere e ci si scarica tutta la propria concentrazione sulla prestazione che però spesso porta ad un risultato positivo. Per evitarlo dobbiamo prenderci la responsabilità di riuscire a leggere le partite ed orientarle. Deve diventare un valore giocare in casa e non un vantaggio per l’avversario. Quando hai la consapevolezza del giochino che fanno e di chi vuoi essere tu, crei le condizioni per essere dominanti in casa, perché per vincere un campionato devi per forza passare da li. Dobbiamo trovare le motivazioni giuste”.
Sulla scelta di allenare la Cremonese: ”Ho accettato di allenare la Cremonese, perché ha una delle rose più competitive della categoria, perché è una società molto solida di cui in tanti me ne hanno parlato molto bene. Un’ambizione che parte dalla proprietà, dal Cav. Arvedi che l’ha riportata in serie A e coltiva l’ambizione di riportarcela di nuovo. L’ha certificato con la costruzione di un centro sportivo che è il massimo per il lavoro di un allenatore. Questo mi ha spinto di venire a Cremona e mettere le mie competenze a disposizione della società, per raggiungere un obbiettivo e perché c’è la possibilità di farlo”.
Sul lavoro d questi giorni e sugli assenti: ”In questi giorni purtroppo ci manca qualche nazionale. Peccato, ma vuol dire che sono giocatori apprezzati e di valore. Poi abbiamo fuori due giocatori che ritengo fondamentali come Johnsen e Castagnetti, che però potrebbe esserci con la Juve Stabia, ma lo valuteremo la settimana prossima. Adesso vedremo di lavorare con i giocatori presenti’ per favorire poi l’inserimento dei nazionali, in vista della prossima difficile trasferta”.
Sul ‘Mudo’ Vazquez: ”Lo spessore tecnico di Vazquez gli permette di fare qualsiasi ruolo, già in carriera ha fatto diversi ruoli e con grande spessore tecnico e tattico. Cercheremo di capire insieme di che caratteristiche avremo bisogno. Per quello che riguarda Castagnetti è un giocatore molto importante per l’equilibrio della squadra, speriamo di recuperarlo presto. Nel frattempo lavoreremo con i giocatori a disposizione, che hanno tutte le caratteristiche per far si che la squadra abbia un gioco dinamico, che deve essere verticale per attaccare anche l’ultimo metro di profondità soprattutto in casa contro squadre che si chiudono negli ultimi trenta metri, dove fin li ti concedono di giocare, nella consapevolezza che se perdi palla ti possono fare contropiede lunghi che possono fare male”.
Sulla difesa e sugli equilibri tattici: “L’ansia ti può portare a forzarle, le giocate, i movimenti e perdere l’equilibrio tattico, finendo per farti prendere in contropiede, come è accaduto spesso alla Cremonese nelle partite casalinghe. Il rischio poi è che si innesti un meccanismo psicologico dove perdi equilibrio, lucidità e la connessione tra i giocatori, trasformandolo in un grosso vantaggio per gli avversari. Dobbiamo imparare ad essere lucidi a saper leggere la partita, perché questa è una squadra che può fare gol, ma dobbiamo creare le premesse con un grande equilibrio, fondamentale per vincere le partite”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti