22 ottobre 2024

L'ambasciatore e pioniere del Power Lifting in Italia era il cremasco, morto troppo presto, Bertoni. Crema lo ricorda abbastanza?

Il powerlifting è una disciplina competitiva nella quale ogni singolo atleta è impegnato nel sollevamento del massimo peso possibile in tre esercizi: lo squat, la panca piena e lo stacco da terra. Il termine di origine inglese, tradotto in italiano, letteralmente equivale ad "alzata di potenza", anche se per gli atleti è fondamentale sviluppare la forza massimale. Ebbene, il cremasco Paolo Bertoni (il palasport della capitale del Granducato del Tortello è dedicato a lui), morto purtroppo nell'ormai lontano 1990, è stato l'artefice e l'ambasciatore del powerlifting a Crema e in Italia, come ha scritto, sul sito internet powerliftingitalia-fipl.it Gianni Fioroni: "Ci sono stati molti campioni che hanno calcato vittoriosamente le pedane di gara, pero' chi ha dato un grande impulso a questo sport, facendolo diventare popolare e con un grande seguito di atleti, è stato proprio Paolo. Anche le competizioni che egli organizzò a Crema nel corso degli anni videro le tribune del Palazzotto del Pargoletto gremite di pubblico interessato e caloroso. Questo perché la sua simpatia, la sua dirittura morale e la sua onestà, seppero avvicinare la massa degli sportivi ad una disciplina poco conosciuta. 
Il powerlifting è uno sport che gli USA hanno lanciato nel mondo nel dopoguerra, riprendendo e codificando attività ginniche del vecchio continente. Spesso, chi non lo conosce lo confonde con il bodybuilding, gara di sviluppo muscolare, però seguendo una competizione ci si accorge della totale differenza. Nel body building conta lo sviluppo e la simmetria dei muscoli e la capacità di presentarsi alla giuria e al pubblico, nel powerlifting l'atleta combatte contro il bilanciere e vince chi solleva il peso maggiore. 
ma tale disciplina non è solo questo, è fatica, disciplina, abnegazione, obbedienza ai tecnici e allenatori, perché tutto l'organismo deve essere in grado di sopportare lo sforzo che deriva dal sollevare in diverse posizioni pesi di svariati quintali. 
Paolo Bertoni è stato un grande preparatore e ciò viene dimostrato dal gran numero dei suoi allievi che nel corso degli anni si sono cimentati nel suo stesso sport e che hanno vinto titoli a tutti i livelli. Bertoni invece aveva imparato l'ABC delle alzate di potenza leggendo riviste specializzate e usando l'intelligenza e l'istinto. 
Bertoni era stato colpito nella prima infanzia da una forma di paralisi infantile e nel periodo dello sviluppo il polpaccio mostrò postumi della malattia. Per rinforzare i muscoli atrofizzati, Paolo si avvicinò alla ginnastica con i pesi, e seguendo le indicazioni di aveva qualche conoscenza nel settore, riuscì ad attenuare il divario di potenza fra le due gambe. 
Lavorando coscienziosamente, si appassionò a questi esercizi che lo irrobustivano in tutto il corpo e cominciò a valutare se ci fosse la possibilità di applicare quello che aveva imparato, in competizioni specifiche. Conobbe cosi la disciplina delle alzate di potenza e con qualche titubanza si presentò un mattino di primavera del 1968 a Milano, dove si svolgevano i campionati Nord-Italia. 
Fra lo stupore dei presenti, lo sconosciuto Paolo Bertoni sbaragliò la concorrenza nella categoria medio-massimi e nell'autunno seguente ribadì le proprie qualità, vincendo a Chiavari il suo primo titolo italiano. Era fatta: la città di Crema veniva a conoscenza che un suo figlio era campione nazionale di uno sport insolito e poco conosciuto e proprio per questo molti si avvicinarono a Bertoni per apprendere le tecniche e le difficoltà del powerlifting. I suoi primi allievi, dapprima presi un po' in giro per la strana passione sportiva cui si interessavano, ora potevano vantarsi di avere un maestro di tale valore e qualità. Cosi l'anno seguente alcuni di loro iniziarono l'attività agonistica al fianco di Paolo, partecipando a campionati e trofei. I successi in campo nazionale stimolavano sempre un maggior numero di giovani ad intraprendere l'attività sportiva ed in pochi anni il Club Bertoni divenne la squadra più forte d'Italia e d era un punto d'onore per gli avversari, riuscire almeno una volta a superare la task force cremasca. 
Gli attrezzi, prima un po' artigianali e via via sempre più specifici, appassionano i tanti giovani che sudano in palestra, quando poi si avvicinano i giorni delle gare, è una ricerca nel far combaciare le ore di allenamento con i periodi di preparazione di Bretoni per assistere in anteprima alle sue performances, mentre carica sempre più il bilanciere, fino a raggiungere il massimale che ripeterà in gara, seguito da tutti in assoluto e religioso silenzio. 
Paolo si è confrontato con vari sistemi di allenamento e nel corso dei campionati europei a Jonkoping nel 1978 (i primi cui partecipava la nazionale italiana), carpì le tecniche di allenamento della varie squadre presenti, optando per il modello detto "Finlandese", un sistema che evolve in 10/12 settimane e consiste nel caricare il lavoro fino ad una certa % di forza indietreggiando fino a pesi poco superiori alla partenza della prima fase. Continuando gradatamente con % ben determinate si giungeva al giorno della gara con il carico a livello massimo e nel momento agonistico era possibile anche superare la soglia prefissata. Bertoni non aveva misteri e tutti i suoi allievi potevano chiedere informazioni, consigli, pareri ed avere diversità di vedute, avendo tutti la risposta appropriata ed i chiarimenti necessari per migliorare sempre di più. 
Grazie anche a questa apertura mentale, molti allievi decisero di tentare l'avventura personale aprendo palestre dove si insegnava e praticava il powerlifting e, per il tempo in cui continuarono a partecipare a competizioni, i nuovi allenatori colsero numerose soddisfazioni perché i loro allievi si presentavano alle gare ben addestrati ottenendo molte volte risultati di prestigio. Poi le palestre si specializzarono in ginnastica non agonistica, abbandonando lo sport di origine. Si svolsero dei tornei interni tra palestre locali, gare di distensione su panca, sempre molto sentite dai partecipanti, però lo spirito agonistico, che fra l'altro faceva percorrere centinaia di chilometri dall'alba a notte fonda per raggiungere le località sedi di gara per misurarsi con degli avversari, è decisamente mutato. Fu un'eccezione la palestra fondata da Vittorio Venturelli. In un locale del quartiere di Santa Maria della Croce riunì riunito un buon numero di giovani appassionati del powerlifting e fra di loro sono emersi due atleti di livello internazionale. 
Arnoldo Rimoldi e Daniele Ghirardi sono stati campioni italiani nelle rispettive categorie e Arnold conquistò la medaglia d'oro nella prova di stacco ai campionati mondiali che si sono svolti a Praga, primo oro per l'Italia. Arnoldo detiene vari record assoluti e juniores, mentre Daniele è sempre ai vertici della sua categoria. 
Gli insegnamenti di Bertoni sono stati ben assimilati da Venturelli e con la sua personale esperienza ha costituito un binomio che ha dato i suoi frutti con questi campioni e con altri che atleti che pur saltuariamente prendono parte alle competizioni. 
Sembra ieri che Paolo è mancato, eppure il suo ricordo è sempre vivissimo in tutti noi che abbiamo avuto modo di conoscerlo da vicino, sia in campo sportivo che al di fuori di questa attività"

Ebbene, Crema e il cremasco, ricordano abbastanza Paolo Bertoni, ambasciatore e pioniere del power lifting in Italia? 


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