12 giugno 2024

“C’è puzza di gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso”: l'indagine di Legambiente analizza le perdite di metano da impianti di stoccaggio e distribuzione. A Sergnano la situazione peggiore

La centrale di stoccaggio di Sergnano è risultata essere tra le peggiori in Lombardia per le emissioni in atmosfera di gas metano, un 'nemico silenzioso' che contribuisce in maniera significativa al surriscaldamento globale e che quando immesso in atmosfera produce un effetto ancora più potente della CO2.

La denuncia è emersa dall'analisi dei dati raccolti durante la campagna di monitoraggio “C’è puzza di gas. Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso”,  messa in campo da Legambiente con il supporto di Clean Air Task Force (CATF), che ha portato alla luce numerose criticità riguardo soprattutto lo stato di manutenzione delle infrastrutture.

Questo il risultato dalle rilevazioni che hanno monitorato le perdite di metano lungo tutta la filiera del gas fossile, rilevando numerose ed importanti perdite strutturali che si verificano per esempio nei pozzi di estrazione, nelle raffinerie, gasdotti, centrali di compressione e nei centri di stoccaggio e impianti di rigassificazione.

La centrale di stoccaggio di Sergnano (il gestore è Stogit) è risultata essere quella con più problematiche in quanto presenta 15 punti di emissione, dei quali 10 perdite da componenti infrastrutturali (come ad esempio bulloni, valvole, giunture, connettori,ecc...) oltre a 5 punti di 'venting', ossia perdita diretta in atmosfera. Inoltre Legambiente ha segnalato anche un flaring non acceso (ossia uno sfiato di gas che dovrebbe avere sempre la fiamma per bruciare l'eccesso di gas) che ha emesso una nuvola di metano in modo continuativo.

Una situazione quindi tra le più critiche della Lombardia, dove a maggio in otto giorni di monitoraggio su suolo pubblico sono stati monitorati (grazie alla termocamera per la rilevazione ottica di gas “FLIR GF320”) 19 impianti nei pressi di Cremona e Lodi, dei quali ben 14 hanno presentato emissioni significative.

In totale sul suolo nazionale il progetto di Legambiente ha monitorato 45 impianti tra Abruzzo, Lombardia e Piemonte, rilevando per ben il 75,5% dei casi situazioni di emissioni di gas metano che, secondo quanto riporta l'associazione, sarebbero legate spesso a una bassa o scarsa manutenzione. Conseguenza di ciò è sicuramente la dispersione in atmosfera di grandi quantità di gas metano, che ha effetto climaterante quando emmesso in atmosfera, diventantdo uno dei principali responsabili del surriscaldamento globale.

Dati allarmanti, secondo Legambiente "destinati a lievitare con le nuove infrastrutture a gas autorizzate e realizzate dal Governo Meloni e che non sono in linea con le informazioni che le aziende del settore del trasporto di gas hanno dichiarato ad ARERA nel 2022, pari appena a 53 dispersioni lungo circa 12mila km di rete ispezionata".

Per questo motivo Legambiente ha lanciato una serie di proposte per arrivare alla regolamentazione delle emissioni ed alla loro riduzione di almeno il 65% entro il 2030, seguendo anche esempi virtuosi di altre nazione come ad esempio la Norvegia, chiedendo anche maggiore trasparenza ai gestori e prevedendo sanzioni per pratiche inquinanti come venting e flaring 

 

Michela Garatti


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