"Covid, ce l'ho fatta". Enrico Pirondini ha lasciato il bunker in ospedale e racconta la sua odissea. Il contagio dovuto alla nipotina
Dopo il drammatico diario del bunker pubblicato questa mattina (leggi l'articolo) Enrico Pirondini, per dieci anni direttore del quotidiano La Provincia, ha lasciato questa mattina l'ospedale di Reggio Emilia per far ritorno a casa. Ecco il suo racconto della mattinata.
Covid, ce l’ho fatta. Ho lasciato il bunker Covid di Reggio Emilia. Entrato in barella sono uscito in carrozzina. Dimagrito ma salvo.
E anche un po’ stordito dalle cure martellanti, dall’invasione di antibiotici, dall’Eparina iniettata in pancia tutte le sere, dagli aghi nelle vene, dai ripetuti tamponi molecolari (gli unici peraltro affidabili), dalle Tac improvvise.
E, soprattutto, dall'isolamento anti covd in una stanzetta blindata accessibile solo da poche infermiere con scafandri da palombari e da medici coraggiosi, anch'essi mascherati.
Due giovani dottoresse – Claudia e Valentina – mi hanno dato la lieta notizia, felici per la missione compiuta. Mi sono sembrate addirittura più euforiche di me. Impagabili. Saluto tutti. Il mio compagno di camera si commuove. Ma trova il tempo per un’ultima unghiata all’idraulico che per paura di un contagio non veniva a ripararci il bagno. Il virus ha rovesciato molte vite.
Un paio di volontari della Croce Rossa – fiero l’occhio e svelto il passo – mi sistemano in ambulanza su una speciale poltrona, accanto alla presa della termoculla. Legato come un salame. Precauzione avveduta conoscendo i turbolenti sussulti della vettura.
Un ultimo controllo alla sacca degli indumenti, alla lettera di dimissioni, al pacchetto di farmaci consegnato per il fabbisogno dei primi giorni, e si parte. A casa mi aspettano.
All’arrivo scopro una sorta di comitato di accoglienza: sono i miei vicini di casa. Vogliono partecipare al lieto fine. La Antonietta rincasa per prima: l’ambulanza nella via è per lei una ferita recente e profonda. Le ricorda il trasporto del marito che non è un più tornato. Davanti alla porta tiene ancora parcheggiata la sua auto, come se dovesse rientrare da un momento all’altro. Non succederà più.
Continuerò le cure a casa. Il virus fa paura. Sono aumentati i positivi, si registra un record di test di tamponi molecolari e antigenici, salgono i ricoveri ordinari.
L’allarme Covid è riesploso in Germania con migliaia di contagi.
Da noi si parla di una terza dose in arrivo. È assodato che l’efficacia dei vaccini scende dopo 2-3 mesi, poi declina ben oltre il 50%. Ne so qualcosa. Pur da asintomatico dal punto di vista respiratorio.
Ora devo seguire rigorosamente la teapia post dimissioni aggrappato alla Amoxicillina/potassio clavulanato. Un parolone. È un antibiotico che uccide i batteri che causano le infezioni. Temo gli effetti collaterali sempre possibili. Ma tengo la guardia alta. Mi pare di avere già dato.
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