18 marzo 2025

"Disastro ambientale, non semplice inquinamento" quello della Tamoil nell'area della Bissolati. "Ci sono idrocarburi 'freschi' nella falda. La barriera funziona male" denuncia il presidente Segalini

In merito all’incontro dell’Osservatorio Tamoil tenutosi il 10 marzo, la Canottieri Bissolati rileva quanto segue:

"A distanza di sei anni dall’intervenuta definitività della sentenza del processo penale (anno 2018) le procedure amministrative relative all’area interna alla Tamoil e a quelle esterne, tra le quali quella della Bissolati, non hanno tenuto conto delle conclusioni a cui sono giunti i Giudici in sede penale; conclusioni confermate dall’esito dell’accertamento tecnico preventivo disposto dal Tribunale di Cremona in sede civile.

In conseguenza di quanto sopra è stato accertato che le aree esterne sono interessate da un disastro ambientale e non da un semplice inquinamento; la contaminazione non è storica, ma è addebitabile alla Tamoil e tutt’ora perdura; la Messa in Sicurezza Operativa (MISO) è “inadeguata” a contenere entro i confini fisici dell’area Tamoil gli inquinanti; la barriera idraulica, seppure funzionante, non idonea a trattenere il surnatante, ovvero la parte degli idrocarburi in galleggiamento sulla falda.

In Bissolati il surnatante è ancora presente e non è “residuale”, ma è prodotto fresco. Nell’acqua di falda si rileva la presenza di idrocarburi   tanto che è vietato l’utilizzo dei pozzi in prima e seconda falda sino alla profondità di 90 m.

I punti di conformità (POC) non sono posizionati correttamente e quindi la verifica attuata con gli stessi non è attendibile: il loro posizionamento deve essere adeguato a quanto stabilito dalla normativa ambientale.

I gas interstiziali, prodotti dagli idrocarburi, non vengono monitorati secondo le più recenti linee guida.

A distanza di diciotto anni, la Tamoil e gli Enti non sono in grado di indicare quando la procedura amministrativa in corso nell’ area Bissolati terminerà.

L’area interna alla Tamoil deve essere soggetta a bonifica e non alla MISO perché questa si è rivelata “inadeguata”, di conseguenza le aree esterne devono costituire parte integrante del progetto di bonifica secondo la normativa.

La mancata bonifica dell’area della Bissolati e i tempi di una sua conclusione rappresentano l’inadeguatezza di chi deve garantire il rispetto della legge e la qualità ambientale del territorio.

La Bissolati ha avuto e continua ad avere ingenti danni".

Il presidente della Bissolati Maurilio Segalini ha anche spiegato che "Noi abbiamo una causa civile in corso. A febbraio abbiamo fatto l'ultima seduta, ma chiederemo una convocazione ex novo dell'Osservatorio perché non è possibile che questo sia fermo alla procedura amministrativa pre sentenze penale del 2017, una cosa scandalosa. Non tengono conto delle sentenze penali ma nemmeno dell'ATP, che un anno fa ha rilevato che ci sono gas e idrocarburi ancora 'freschi' a 9 metri sottoterra, quindi non residui dell'inquinamento del 2007. L'ATP ha verificato che tuttora c'è una fuoriuscita: la barriera funziona male".

 

Luca Marca


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commenti


Gianluca

18 marzo 2025 19:17

I 2,4 milioni che vogliamo utilizzare per tutto, tranne l’ambiente, financo la festa del torrone, rappresentano una briciola rispetto a ciò che dovrebbe spettare a Cremona dopo decenni di disastri ecologici e disastri sanitari.

Luciano Losi

19 marzo 2025 07:22

Per chi segue da sempre la vicenda, la cosa sorprendente è che nessuno si prende, o fa prendere, l’iniziativa di far effettuare dei controlli in contraddittorio ai risultati dei rilevamenti effettuati dai tecnici incaricati dai legali della Bissolati. Insomma, vogliamo capire se Tamoil continua ad inquinare, e se le cose stanno così, non c’è barriera idraulica che tenga!

Marco

19 marzo 2025 12:27

Mi stupisce che con gas e idrocarburi sotto la società questa sia ancora aperta, i danni ci sarebbero se non lo fosse ma ad oggi è assiduamente frequentata e i soci non sono interessati perché una sentenza ha gia negato il rimborso ad un'iscritta mentre altri avevano accettato agli inizi un piccolo indennizzo per i disagi subiti.
Poi è tutto da vedere se con le piene tutto non si allargherà sotto tutta la zona e anche quelle vicine.
Poi si era parlato a suo tempi dei controlli per capire gli effetti sui soci di anni di bagni in acque potenzialmente cancerogene.
Sono stato fatti?



Manuel

19 marzo 2025 20:34

Tra le tante cose strane (scandalose) c’è da sottolineare l’assenza delle altre società sportive rivierasche nella contesa con TAMOIL.