“L’orto che Vale”: la nuova avventura commerciale di Valerio Piazzi, il giovane geometra di Spinadesco che ama coltivare cibi sani, nel suo terreno di via Gaetani a Cavatigozzi
Geometra per formazione, impiegato presso il Consorzio agrario di Cremona al mattino, coltivatore in proprio, per passione, nel pomeriggio. Valerio Piazzi ha le idee chiare ed una missione precisa: vendere cibo sano a chilometro zero e trasmettere l'amore per la terra, che lo anima sin dall'infanzia e che ha ereditato dai nonni. È questa, in estrema sintesi, l’ambizione di Valerio, titolare della piccola azienda "L'orto che Vale", nata otto mesi fa in via Gaetani a Cavatigozzi e situata, grosso modo, dietro il PalaCava. Lì sorge il suo terreno, il suo regno: duemila metri quadri, da cui macchine, pesticidi e diserbanti sono banditi tassativamente (“senza compromessi” come ripete lui) ed in cui il lavoro viene svolto, rigorosamente a mano, dall'unico dipendente, ovvero da Valerio stesso, con l'aiuto saltuario del padre Bruno. Per il trentatreenne originario di Spinadesco, paese in cui tuttora vive con la moglie Diletta, l'avventura è partita un po' per caso, all'inizio del 2025: “Volevo accontentare alcuni parenti che mi chiedevano prodotti non trattati - ricorda il giovane - poi, sia attraverso i social sui quali posto immagini ed informazioni relative alla mia attività, sia grazie al passaparola di amici e conoscenti soddisfatti delle mie verdure, l'impegno è cresciuto e sono riuscito a creare una nuova realtà commerciale".
Cosa offri?
"Per ora, solo gli ortaggi della nostra tradizione, in più varietà. Alla vista, non risultano belli e perfetti come quelli della grande distribuzione, in quanto non ricorro alla chimica, ma sono buoni. Sacrifico l'estetica al gusto ed alla qualità. Ho piantato anche alberi da frutto che però hanno bisogno di qualche anno per svilupparsi”.
Come ti sei preparato?
"Non ho conseguito una laurea specifica: non sono agronomo. Ho letto avidamente, ho studiato, ho frequentato corsi, ho guardato video, ho fatto esperienza sul campo, tanta pratica".
Qual è la tua filosofia?
"Non credo nelle certificazioni: m'interessa la sostanza. Seguo i ritmi stagionali, lascio fare alla natura. Ogni lunedì, tramite le stories caricate sui miei profili WhatsApp, Instagram e Facebook, comunico ai clienti le disponibilità settimanali. Adesso, sto seminando cavolfiori, verze, radicchio e cicoria per l’inverno. La gente, in genere, preferisce acquistare sul posto. Tuttavia, al bisogno, faccio pure consegne a domicilio".
Progetti in cantiere?
"Produrre non mi basta; desidero veicolare la mia visione ed educare ai valori, che mi appartengono, in cui mi riconosco, che mi hanno spronato a mettermi in gioco e da cui è scaturito tutto".
Da ultimo, veniamo al sodo: parliamo dei prezzi per il consumatore.
"Chiaramente, non posso fare concorrenza ai supermercati. Con il mio sistema di coltivazione, non ho la certezza di una resa sicura, quindi, la spesa da me costa per forza leggermente di più. Si tratta comunque di cifre abbordabili. Del resto, l’aspetto economico diventa secondario per chi antepone la genuinità al risparmio".
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