6 agosto 2025

“Mariani si nasconde dietro un dito”: il Centrodestra attacca sulla mancata convocazione

Dopo aver chiesto al presidente Mariani la convocazione urgente del consiglio provinciale, abbiamo appreso con sconcerto da una mail inviataci dalla segreteria che Mariani non intende convocare il consiglio provinciale.

La motivazione con la quale si giustifica il rifiuto della convocazione urgente è puramente burocratica e formale e cioè che il regolamento prevede che a richiedere la convocazione siano almeno quattro consiglieri!

Ricordiamo che è una prerogativa del Presidente della Provincia convocare in qualsiasi momento un consiglio provinciale, qualora lo ritenga opportuno.

Riteniamo che, stante la grave crisi organizzativa e finanziaria della società, il Presidente Mariani avrebbe potuto e dovuto convocare immediatamente e autonomamente il consiglio provinciale.

Ma al di là di questo, ci sembra anche poco responsabile e rispettoso che su un tema così delicato come il licenziamento di quattro lavoratori il Presidente Mariani si nasconda dietro a un dito, accantonando e liquidando la nostra richiesta di convocazione adducendo giustificazioni meramente burocratiche.

La verità sembra invece possa essere un’altra e cioè che il presidente Mariani non voglia convocare il consiglio provinciale, perché è consapevole che sia l’unico organo che ha la competenza e la titolarità per chiedere alla società di revocare i licenziamenti.

Infatti, la presunta “lettera” scritta a Centropadane Srl dal presidente Mariani con la quale chiederebbe ai vertici di Centropadane di “soprassedere” o “congelare” i licenziamenti, non ha alcun valore perché non può superare a livello politico-amministrativo la “presa d’atto” del Piano di risanamento approvata dal consiglio provinciale.

Prova ne è che il direttore di Centropadane e il Consiglio di Amministrazione l’ha completamente ignorata, costringendo così i dipendenti a ricorrere alle vie legali per tutelare i propri diritti.

Ad oggi i licenziamenti dei quattro dipendenti non sono stati né “congelati”, né tantomeno “revocati”, come richiesto dal nostro gruppo in una mozione che il Presidente Mariani, con il suo diniego alla convocazione del consiglio provinciale, non ci ha consentito di discutere con gli altri consiglieri.

Per questo motivo, confermiamo e richiediamo ancora pubblicamente al presidente Mariani di convocare urgentemente il consiglio provinciale per revocare la “presa d’atto” del piano di risanamento e contestualmente dare atto di indirizzo al Presidente affinché chieda alla società di revocare i licenziamenti.

Qualora Mariani insistesse nel non convocare il Consiglio Provinciale, saremmo di fronte ad un nuovo e significativo tassello che farebbe comprendere molto bene il vero obiettivo della maggioranza. Come si dice: tre indizi fanno una prova!!

Infatti, dopo aver portato in consiglio Provinciale la “presa d’atto” del Piano di Risanamento anziché la sua bocciatura, dopo aver ricapitalizzato la società con soli € 10.000,00, dopo aver inviato ai vertici della società una lettera inefficace con richieste cortesi e dolci di “congelamento”, la mancata convocazione del consiglio provinciale urgente costituirebbe il quarto indizio e quindi la prova che il presidente Mariani, e forse anche tutto il PD ed i suoi alleati, non vogliono che si revochino i licenziamenti.

Infine, ribadiamo con forza la nostra preoccupazione intravedendo il rischio per la continuità aziendale, sia in termini operativi, sia in termini di pagamento degli stipendi dei lavoratori.

Anche su questo punto chiediamo al Presidente Mariani di fornire adeguate garanzie ai dipendenti della società di ricevere regolarmente il proprio compenso per il lavoro svolto.

La ricapitalizzazione al minimo previsto di legge e la drastica riduzione degli affidamenti da parte della Provincia di Cremona rischia di peggiorare ulteriormente la già critica situazione finanziaria della società.

Gruppo Consiliare Centrodestra per Cremona
Valeria Patelli
Giovanni Rossoni
Filippo Raglio


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