12 aprile 2023

#NoiTestimoni, il Papa agli adolescenti: «Siate sempre fedeli al vostro Battesimo e testimoni gioiosi di Cristo»

 

«Cari ragazzi, vi auguro di vivere in pienezza il messaggio pasquale, sempre fedeli al vostro Battesimo e testimoni gioiosi di Cristo, morto e risorto per noi». Con queste parole Papa Francesco, nell’udienza generale del mercoledì dopo Pasqua, in Piazza San Pietro, si è rivolto ai preadolescenti lombardi. Accanto al folto gruppo milanese anche i pellegrini cremonesi: circa 140 ragazzi che dalle diverse zone della diocesi di Cremona hanno aderito alla proposta della Federazione oratori cremonesi. Un pellegrinaggio incentrato sulla testimonianza di fede iniziato lunedì 10 aprile nella Capitale e concluso proprio dopo l’udienza del 12 aprile all’interno della basilica di San Pietro, con la professione di fede presso l’altare della Cattedra.

Il gruppo cremonese ha raggiunto Piazza San Pietro poco prima delle 8, guadagnando le prime file nel settore di fronte alla grande statua di san Pietro, a sinistra dell’altare che Francesco ha raggiunto dopo il giro in papamobile nella suggestiva cornice di un sagrato ancora adorno dei colori primaverili dei fiori olandesi giunti in Vaticano per l’addobbo delle celebrazioni pasquali.

Una bella giornata di primavera che ha permesso ai ragazzi degli oratori di Bozzolo, Brignano, Caravaggio, Casalmaggiore, Malagnino, San Giovanni in Croce, Soncino e Viadana, accompagnati dai propri sacerdoti, di vivere tutta la festa dell’incontro con il Papa, che nella catechesi si è in particolare soffermato si sofferma sul rischio – in cui cadde lo stesso apostolo Paolo – di intraprendere uno zelo orientato in una direzione sbagliata, mettendo così in rilievo le caratteristiche di un annuncio evangelico che è invece espressione viva di solerzia, prontezza, volontà di camminare aperti alle novità dell’azione del Signore.

Ancora una volta Papa Francesco ha incoraggiato ad assumere lo stile di Chiesa “in uscita” con la raccomandazione a «non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo». Quindi, a braccio, ha affermato: «Per questo vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto». E ancora: «Tu sei disposto a che Gesù ti cambi il cuore? O tu sei un cristiano tiepido, lì, che non si muove … Pensa un po’: tu sei un entusiasta di Gesù, vai avanti? Pensa un po’ …».

Rivolgendosi in particolare ai pellegrini di lingua italiana, Francesco ha ricordato il 60° dell’enciclica Pacem in terris«che Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra due blocchi contrapposti, nella cosiddetta guerra fredda. Il Papa – ha ricordato Bergoglio – aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace, ricostruire la pace, iI disegno di Dio sul mondo e la sua famiglia umana. Quell’enciclica fu una vera benedizione, uno squarcio di sereno in mezzo a nubi oscure». Un messaggio «attualissimo», ha sottolineato il pontefice citando un passaggio del documento: “I rapporti fra le comunità politiche, come quelli fra i singoli esseri umani, vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione; e cioè nella verità, nella giustizia, nella solidarietà operante”. «Invito i fedeli, e gli uomini e le donne di buona volontà, a leggere la Pacem in terris – ha quindi proseguito il Papa – e prego perché i capi delle Nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni». Un invito ripreso prima della benedizione con un altro pressante appello: «Perseveriamo nella preghiera per la martoriata Ucraina. Preghiamo per quanto soffre l’Ucraina».

Dopo il saluto rivolto agli adolescenti, anche un riferimento alla Domenica della Misericordia, che si celebrerà il 16 aprile: «Il Signore – ha detto – mai smette di essere misericordioso. Pensiamo alla misericordia di Dio, che sempre ci accoglie e sempre ci accompagna, e mai ci lascia soli!».Al termine dell’udienza i ragazzi cremonesi sono entrati in basilica per vivere, presso l’altare della Cattedra, la professione di fede, quale momento conclusivo dei tre giorni di pellegrinaggio a Roma.


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