27 agosto 2024

125 anni fa al Filo "lo scandalo di quattro donne in teatro con un mandolino" ma anche l'approvazione di uno statuto che sanciva l'apertura dell'orchestra alle donne

Ricorrono i 125 anni di una incredibile storia cremonese: lo scandalo di quattro donne, poi diventate sei, che si presentarono in teatro suonando un mandolino. Questa fu la reazione dell'opinione pubblica cremonese quando nel 1899 il "Circolo mandolinisti e mandoliste" iniziò la sua attività. Una storia di emancipazione che passò anche attraverso la musica e perfino un riconoscimento, con tanto di regolamento scritto, di apertura alle donne ben 125 anni fa, una rivoluzione per una città come Cremona e per quegli anni. Le difficoltà delle donne nell'entrare nel mondo musicale sono state oggetto anche di un recente bel film che racconta la vera storia di Antonia Brico, prima donna a dirigere un’orchestra sinfonica e ad affermarsi a livello internazionale. La racconta il film di Maria Peters “Sulle ali della musica”. Nel cast, Christanne de Bruijn, Benjamin Wainwright, Scott Turner Schofield, Seumas F. Sargent, Annet Malherbe. Arrivata all’inizio del ‘900 in America dall’Olanda con i suoi genitori quando era ancora una bambina, Antonia sogna di diventare direttrice d'orchestra, ma nessuno sembra prenderla sul serio e il motivo è semplice: in un mondo conservatore e maschilista è difficile per una donna far valere il proprio talento artistico. Di conseguenza, Antonia decide di sfidare tutto e tutti per provare a essere ammessa alla Berlin Philharmonic Orchestra inseguendo il suo sogno.

Per tornare alla storia di emancipazione delle mandoliniste cremonesi, riportiamo un brano di Giorgio Levi, musicista e giornalista (sue le prime recensioni sul jazz apparse sulla Provincia) il primo ad occuparsi dell'argomento, pubblicato su un settimanale cremonese che uscì soltanto per pochi numeri nel 1953 (71 anni fa dunque), "Sabato Illustrato". Levi fondò in via dei Mille con Nino Donzelli il Centro Studi Musicali-Scuola jazz Cremona dove nacquero due gruppi attivi ancora oggi: La Bourbon Street Dixie Band e gli Swingers. Giorgio Levi fu uno degli Happy Boys con i fratelli Donzelli, Nino fisarmonica e Renzo chitarra, il  il cantante bassista Giacomo “Micio” Masseroli e il batterista Franco Neva che tennero a battesimo la carriera di una ragazza dalla voce eccezionale: Mina. Il titolo del brano di Levi è: "Lo scandalo di quattro donne in teatro con un mandolino"

 

È la storia della mandolinistica di Cremona, una storia gloriosa iniziata 56 anni or sono, la si può trovare frammischiata ad una enorme quantità di documenti conservati negli archivi della Filodrammatica. Fra un manifesto annunciante una commedia (magari quella "Madame Sans Gène" che fece andare in solluchero i nostri bisnonni) od un ballo in gala (e sull'annuncio erano indicati tutte le danze in ordine di esecuzione, dal valzer alla polka) o la domanda di iscrizione di Ettore Sacchi e di Leonida Bissolati o un messaggio di ringraziamento inviato dal Sindaco al Presidente della Filodrammatica per avere nel 1910 ia Società prestato al Comune un tappeto messo ad ornare la stazione in occasione della visita delle LL. MM. il Re e la Regina, troverete i primi timidi annunci dei concerti di un Circolo Mandolinisti. Poca cosa in principio; si presentavano al Politeama con tre o quattro brani da eseguirsi dopo una dotta conferenza, si spingevano magari fino a Pontevico, ma più in là non andavano. Ma questo non fu che il principio di una storia che portò i mandolinisti cremonesi a conquistarsi vittorie internazionali che avevano il significato ed il valore di veri e propri campionati mondiali.

Il primo circolo mandolinistico era sorto nel 1897; precisamente il 5 gennaio. I soci fondatori si erano riuniti, avevano steso il loro bravo Statuto ed avevano dato inizio alla attività. Ma la nuova Società era destinata a riscuotere il successo ben maggiore al previsto, e poco più di due anni più tardi i soci si videro costretti a stendere un nuovo Statuto-Regolamento che tenesse conto delle esigenze nuove; fu approvato in una seduta dell'assemblea straordinaria riunitasi il 30 ottobre 1899. Uno dei fattori nuovi era l'intervento assolutamente inaspettato di quattro donne (poi divenute sei) entrate a far parte dell'orchestra. Il fatto allora deve essere sembrato inaudito. Non è difficile immaginare di quanti pettegolezzi saranno state circondate queste ardimentose fanciulle. L'episodio della Giorgia Sand che aveva osato smettere le gonne per i pantaloni e addirittura si era messa a fumare i sigari, era ancora considerato come un qualcosa di unico, frutto di insana follia, che certamente non si sarebbe ripetuto. Ed ora invece alcune ragazze osavano addirittura entrare a far parte di una orchestra! Invece queste ragazze che coraggiosamente sfidavano i furori dell'opinione pubblica presentandosi in teatro suonando un mandolino, altro non erano se non il simbolo di quella emancipazione che pochi anni più tardi portava le donne a conquistare in breve tempo tutte quelle posizioni che l'uomo aveva raggiunto in tanti secoli di dura lotta.

Il nuovo statuto riconosceva alle donne il diritto di far parte dell'orchestra e dato che allora i componenti di un complesso musicale composto da dilettanti non solo neppure lontanamente potevano pensare di vedersi compensati, ma anzi, per farne parte, dovevano pagare una quota annuale, veniva fissata anche per esse una cifra di iscrizione. Pagavano ben sei lire all'anno, mentre gli uomini dovevano versare la bellezza di dodici lire; una cifra spaventosa, mitigata dal fatto che la Società, ben comprendendo come non si potesse pretendere che dei poveri diavoli versassero un capitale simile in una volta sola, aveva deciso una rateazione fissata in dodici mesi; così pagavano rate di una lira gli uomini e di mezza lira le donne.

Lo Statuto del '99 prevedeva tutto; modalità e limitazioni d'iscrizione, mansioni del Maestro Direttore e Concertatore. Era perfino enunciato il principio che «Il Circolo si terrà assolutamente estraneo a qualunque manifestazione politica o religiosa».

Il nuovo Circolo che era diretto da quel Francesco Poli al nome del quale l'attuale Società si intitola, doveva ben presto farsi luce. Due anni dopo la sua costituzione veniva il primo riconoscimento nazionale con due primi premi conquistati a Lodi nel 1901; uno per l'orchestra, l'altro per il quartetto. Partita alla conquista di premi, la Mando- linistica cremonese finiva per farne razzia. Si presentò a tutti i concorsi nazionali ed internazionali che venivano man mano organizzati e in tutti fece man bassa di primi premi; a Mortara nel 1903, a Trento nel 1904 a Monaco nel 1905, a Como nel 1906, a Vi- cenza nel 1907 e finalmente a Bona in Algeria nel 1908.

Questa ultima vittoria deve aver largamente commosso la cittadinanza se lo stesso Sindaco di Cremona, avvocato Dario Ferrari, si sentì in dovere di inviare due calorosi messaggi. Nel primo, indirizzato alla presidenza del Circolo dei mandolinisti scrive: "Poichè ancora poche ore ne separano dal ritorno fra noi della valorosa falange dei distinti cultori dell'arte musicale ascritti a questo Circolo, valorosa falange che per merito di chi la guida e di ciascuno dei suoi componenti, ha riconsacrata a Bona, nella lontana Algeria, i titoli legittimi della sua incontestabile rinomanza, sente il bisogno questa Civica Magistratura che da parte sua giungano alla nobile schiera, brillantemente vittoriosa, i suoi rallegramenti vivissimi"...

Cosa poteva fare la mandolinistica dopo simili riconoscimenti? Dopo aver organizzato nel 1910 a Cremona un Concorso Internazionale al quale presero parte 22 orchestre (ve n'era una di Vienna, una di Atene e due di Zurigo), continuò imperterrita a vincere. A Torino, nel 1911, a Bergamo ed a Parigi nell'anno 1912.

Poi venne la guerra, quindi i disordini del dopoguerra; morto Francesco Poli, il successore fu il maestro D'Alessandro, poi il maestro Feroldi. Fu un periodo di poca at- tività esterna per la mandolinistica. Partecipò ad un solo Concorso internazionale nel 1928 che tanto per non perdere l'abitudine. vinse trionfalmente. Fu questa l'unica gara alla quale la vecchia Società partecipò negli anni fra l'inizio della prima e la fine della seconda guerra mondiale. Al termine della quale i vecchi soci si ritrovarono, ad essi se ne aggiunsero dei nuovi pieni di buona volontà ed entusiasmo e la «Mandolinistica Francesco Poli» visse di nuova vita. Affidata alle cure del valoroso maestro Stefano Valerani si lanciò alla riconquista delle vecchie posizioni e dopo aver conquistato il primo premio per quartetti a Bergamo nel 1947, sl affermò ancora a Bergamo e trionfalmente nel 1948, a Wiesbaden nel 1950 ed a Como nel 1951.

Ma la civiltà moderna ha distrutto la poesia; è passato il tempo dei "meritati guiderdoni", non avviene più il fatto straordinario che tutta la città ai commuova per l'affermazione internazionale di un complesso di mandolinisti. Tutto al più, l'avvenimento sarà riportato dal giornale locale con una notizia di poche righe. Oggi i mandolinisti crati come degli inguaribili romantici magari un poco dei sorpassati; loro lo sanno e in fondo ne sono lieti. Ed hanno ragione, perchè un soffio di poesia e serenità non può che fare del bene all'umanità inquieta.

Giorgio Levi


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