Le opere d'arte dedicate a Maria nella collegiata di Busseto, molte sono cremonesi
La solennità dell’Assunta, a Busseto, terra di Verdi, è stata l’occasione, per il parroco don Luigi Guglielmoni (che ha presieduto le funzioni in collegiata davanti alla cappella dedicata proprio all’Assunta) per mostrare ed illustrare ai fedeli presenti le numerose opere d’arte, dedicate a Maria, di cui la chiesa bussetana è ricca (e che testimoniano la profonda vede mariana che, da secoli, vive e si diffonde in questi territori). Molte di queste sono di artisti cremonesi; del resto Busseto, fino al 1600, insieme a tante altre parrocchie della Bassa Parmense e Piacentina, faceva parte della Diocesi di Cremona. Prima opera ad essere messa in evidenza è stato l’olio su tela dedicato proprio all’Assunta di cui non si conosce l’autore ma, come spiegato dal parroco, si ha ragione di ritenere che sia di scuola cremonese. Come è di scuola sicuramente cremonese il pregevole affresco quattrocentesco dedicato alla Madonna col Bambino che si trova sulla prima colonna di sinistra entrando in collegiata. In questo caso Maria è dipinta nella rappresentazione iconografica della Madonna del Divino Soccorso in cui la Vergine compare con una veste bianca e un manto rosso trapunto di stelle dorate. Sorregge in grembo il Bambino che, come lei, è coronato ed è rappresentato nell’atto di poppare. Proprio nella cappella appena successiva a quella dell’Assunta. Oggi dedicata a san Giuseppe ma in origine intitolata ai santi Cosma e Damiano, si trovano invece due tele: una che vede rappresentata l’Immacolata fra i santi Paolo, Pietro, Francesco e Chiara, dipinta da Andrea Mainardi detto il Chiaveghino nel 1589 e l’altra dedicata invece alla Madonna col Bambino ed i santi Geminiano e Francesco, realizzata da Francesco Superti nel 1599, proveniente quest’ultima dall’antica chiesa di san Giminiano, da tempo soppressa. Nella cappella dedicata invece alla Beata Vergine del Rosario, si trovano invece i quindici tondi raffiguranti i Misteri del Rosario, eseguiti da Vincenzo Campi fra il 1576 e il 1581. E’ in questa cappella, per altro, che si trova la teca contenente le reliquie del Beato Orlando De’ Medici, eremita che visse in spirito di penitenza nei boschi presso Bargone, nei dintorni di Salsomaggiore, conversando soltanto con Dio. La stessa chiesa custodisce inoltre una “Madonna col Bambino ed i Santi Pietro apostolo e Giacinto” di Giovanni Battista Trotti (detto Il Malosso). Un vero e proprio “scrigno” di arte cremonese, la collegiata di Busseto (ci sono anche vetrate e dipinti di Giuseppe Moroni, Altobello dè Cambi e opere d’autore ignoto ma di scuola cremonese), legata a Cremona attraverso il filo della storia, dell’arte ed ovviamente della fede. Legame che sarà rinnovato domenica 24 agosto, in occasione della festa patronale di san Bartolomeo Apostolo, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo di Cremona monsignor Antonio Napolioni che celebrerà all’altare maggiore rococò in legno, riccamente decorato con figure e intagli in finto bronzo dorato dal cremonese Giovanni Battista Febbrari nel XVIII secolo. Nella stessa zona absidale, dove si sistemerà monsignor Napolioni con i sacerdoti e diaconi concelebranti si trova inoltre grande dipinto rappresentante San Bartolomeo portato dagli angeli in gloria, opera del cremonese Francesco Boccaccino (1680/1750). Per l’occasione tornerà a suonare anche lo storico organo realizzato dai fratelli Serassi nel 1838 al centro da alcuni mesi di un minuzioso e fondamentale lavoro di restauro da parte della rinomata Giani casa d’organi di Corte dè Frati. Organo che subì anche un importante intervento da parte della rinomata ditta Pacifico Inzoli e Figli di Crema per poi essere di nuovo collaudato il 19 marzo 1930 dal maestro Federico Caudana, organista della cattedrale di Cremona e compositore insigne di musica sacra.
Eremita del Po
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