3 gennaio 2022

1535 scoppia la guerra del ghiaccio sul Po tra Casalmaggiore e vescovo di Parma. Serviva per riempire le ghiacciaie e conservare il cibo

Una guerra sul Po per il ghiaccio del fiume. Chi l'avrebbe mai detto, persino l'utilizzo delle acque ghiacciate del nostro fiume sono servite da pretesto per una dura contesa, Siamo nel 1535 e probabilmente è stato quello di quell'anno uno degli inverni più rigidi per la nostra pianura. Ricordiamo che nelle città esistevano le ghiacciaie scavate nel terreno e foderate di mattoni dove tutti gli inverni il ghiaccio veniva depositato e rinnovato per poter conservare gli alimenti. "Ebbene - come racconta Luciano Sassi, maestro restauratore di documenti antichi di Isola Dovarese - presso l'Archivio di Stato di Milano è conservato un documento relativo alla controversia fra gli abitanti di Casalmaggiore (CR) ed il vescovo di Parma nel 1535. Il Vescovo accusava gli abitanti casalaschi di passare il Po con le barche e rubare il ghiaccio sulle sponde pertinenti ai domini del vescovo di Parma. La questione è illustrata da una bellissima carta lunga 140 cm. con la raffigurazione del misfatto dove si vedono le barche dei 'navaroli' casalaschi che con asce rompone le lastre di ghiaccio, documentando tra l'altro che il fiume quell'anno ghiacciò quasi completamente, caricandole poi sulle barche per poi portarsele a Casalmaggiore e riempire così le ghiacciaie. I soldati sulla sponda parmigiana con lance e archibugi rendono bene l'idea che non si tratta solamente di una scaramuccia di confine ma una esigenza di controllo di importanti risorse alimentari".


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