20 dicembre 2022

A Castelponzone, uno dei borghi più belli d’Italia, ritrovate antiche mura che riaccendono i riflettori sulla storia del Castelletto dei Ponzoni. Da rifare le vecchie piantine del centro

Le scoperte storiche rappresentano piccoli tasselli di un importante mosaico che, un poco alla volta, va a comporsi. Serve tempo, servono studi e forse un pizzico di magia perché questi pezzi che narrano di anche vite decidano di farsi trovare.  Questo è ciò che sta accadendo a Castelponzone, antico borgo senza mura, piccola frazione di Scandolara Ravara, immerso nella campagna cremonese, in Lombardia, a pochi chilometri di distanza da Cremona e da Mantova, alla ribalta delle cronache in questi giorni.

“Una bellissima scoperta ed emozionante ma, per ora, non possiamo affermare che stravolga ciò che conosciamo di Castelponzone – sottolinea Lia Bellingeri, Assessore alla Cultura del comune di Scandolara Ravara e storica – sono da poco iniziati i lavori di sistemazione della pavimentazione dei portici di “castello” grazie a fondi previsti da un bando regionale per la riqualificazione dei borghi storici. È previsto l’inserimento di un ciottolato composto da un antico cotto, come probabilmente, era in origine. Proprio scavando sotto pochi centimetri nel suolo è emersa una spalla di muro – spiega – gli archeologi hanno scavato fino ad una profondità di un metro e mezzo ed è stata ritrovata una porzione di muro dalle sembianze di un angolo di circa 45 gradi. La fattezza fa pensare alla classica forma delle mura a scarpa, quelle tipiche delle fortificazioni, con la funzione di difesa ma, oggi, siamo in possesso di troppi pochi dati per stabilire con chiarezza di cosa stiamo parlando”. 

Le fonti documentariste sono ancora scarse e per ora siamo nel campo di ipotesi. Non possiamo non tenere conto nemmeno dei racconti degli anziani del paese che sono la memoria storica di questi luoghi suggestivi. Esiste, infatti, una leggenda che narra della morte, forse, per suicidio di un costruttore con il compito di realizzare la storica villa liberty del medico condotto del borgo edificata, probabilmente, sul terreno dove un tempo esisteva l’antico fossato posto a protezione del Castelletto dei Ponzone. Il dramma del costruttore nasceva dal fatto che il nuovo edificio continuava a sprofondare nel terreno senza riuscire a comprenderne il motivo. Per il dispiacere, dicono, si tolse la vita. Tutte queste informazioni portano gli studiosi del ritrovamento ad ipotizzare due strade: la prima ipotesi potrebbe essere attribuita all’imprecisione di una pianta di Castelletto dei Ponzoni riportata dal Catasto Teresiano datato 1723 ed un’altra inesattezza riferita ad una pianta realizzata tra il 1855 ed 1857; la seconda possibilità, come suggerito dall’architetto Giovanni Salomoni che sovraintende i lavori in collaborazione con l’architetto Aristide Braga, ipotizza che la piazza di Castelponzone, potesse essere circondata da mura come la piazza di Scandolara Ripa d'Oglio.

La certezza, per ora, è che si aggiunge un nuovo elemento per nuovi studi, sicuramente, per comprendere meglio l’antico assetto del borgo  con mura ancora difficili da datare.

Castelponzone, come già accennato, anticamente era denominato “Castelletto dei Ponzoni”, dal nome della Famiglia dei Conti Ponzone che lo hanno costudito come Feudatari fino alla data certa del 1416. Una Famiglia le cui origini sembrano arrivare dalla Germania, così come riportato nel libro “La Via Lattea delle Glorie della Famiglia Ponzona” stampato nel  1653 e confermato anche dall’albero genealogico custodito  nel deposito del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona che collega questo Casato al ceppo di Aleramo principe della Sassonia. 

È importante rimarcare che le vicissitudini storiche che riguardano il Casato Ponzone, attraverso i secoli, li vede protagonisti della storia Patria prima come Conti Ponzone poi come Marchesi Ala e Conti Ponzoni, estinzione avvenuta nel 1842 con la morte del Marchese Giuseppe Sigismondo Ala Conte Martire Ponzone. 

Se facciamo riferimento al Catasto Teresiano nel 1723 possiamo affermare che Castelletto dei Ponzoni presenta in modo distinto due parti principali la prima delinea l’antico nucleo entro l’antico fossato, la seconda è costituita dal resto del paese esterno al tracciato del fossato. Proprio accanto al fossato correva un cavo derivato dalla Delmona che andava quasi ad abbracciare la fortezza. Ancora visibili oggi, di proprietà privata, proprio in prossimità della chiesa, un nucleo superstite delle scuderie del castello che rivelano le linee dell’antico perimetro. 

Questo piccolo borgo ebbe moltissime vicissitudini in passato: nel XV secolo fu punto nevralgico e testimone delle lotte tra le più importanti e potenti famiglie cremonesi dei Ponzone e dei Cavalcabò.

Non solo. Esiste prova della sua importanza strategica in un trattato di pace stipulato nel 1428 da Filippo Maria Visconti Duca di Milano con le Repubbliche di Venezia e Firenze.

Nel 1648, durante la fase conclusiva della guerra dei trent’anni, i soldati francesi assediarono e distrussero la Rocca di Castel Ponzone che venne poi ricostruita nel 1659 per opera del Conte Nicolò Ponzone. Di questa Rocca ( o come ho scritto in precedenza Castelletto o Castello dei Ponzoni) non esiste più nulla se non uno schizzo planimetrico di rilievo del 1697 realizzato dall’Ingegnere Pessina Diego che stimò il patrimonio nel 1696 in occasione della morte del Conte Martire Ponzone, avvenuta senza eredi maschi, ed in seguito alla quale il Feudo entrò nei possedimenti della Regia Camera e posto in vendita durante il regno di Carlo II di Spagna e Duca di Milano. In questo modo ebbe fine la linea maschile del Casato Conti Ponzone. Solo successivamente il Feudo venne acquistato dalla Contessa Beatrice Ponzone, nipote del Conte Pietro Martire Ponzone, che nel frattempo aveva sposato il Marchese Giovan Francesco  Ala di Cremona dando inizio così al Casato della Famiglia dei Marchesi Ala Conte Ponzone.

Come avrete intuito la storia non è priva di fascino e non possiamo dimenticare la parentela con la famosa pittrici Sofonisba Anguissola di cui abbiamo parlato più volte.

Forse i segni che troviamo sul nostro cammino non sono solo tracce di storia ma le fondamenta del chi siamo. Vi terremo aggiornati.

Beatrice Ponzoni


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