A Pieveottoville spunta la maglietta indossata da Vialli quando la cremonese guidata da Mondonico guadagnò la promozione in Serie A nel 1984. L'emozione di ritrovarla in una cassapanca
Un vero e proprio cimelio arrivato dal fiume; quel fiume, il Po, che non finisce mai di regalare sorprese, di raccontare storie, di generare aneddoti. Stavolta la sorpresa è di particolare valore, un pezzo speciale di storia cremonese, riemersa da una cassapanca, dove era conservata.
Si tratta di una maglietta della Cremonese, vecchia di 40 anni, indossata nientemeno che dall’indimenticato campione Gianluca Vialli. La conserva Tiziano Bordi di Pieveottoville (Parma) che l’ha ricevuta nello stesso 1984 dall’allora titolare dell’hotel Continental di Cremona, che a Pieveottoville si recava spesso in barca per condividere giornate di pesca insieme agli amici, sul Grande fiume.
Sapeva della passione per il calcio di Bordi, allora ragazzino, e nutrendo un profondo affetto nei suoi confronti era riuscito a fargli avere la maglietta di Vialli. E che maglietta! Quella dello storico campionato 1983/1984 , che vide la Cremonese, allenata dal compianto mister Emiliano Mondonico, arrivare terza e guadagnarsi così la promozione in serie A. Vialli, con 10 reti (ed altre 2 in Coppa Italia) era stato il capocannoniere grigiorosso (all’epoca indossava il numero 11, e a volte anche l’8) ed era stata, quella, la sua ultima annata con i colori della squadra della sua città prima di “spiccare il volo” per la gloriosa carriera che tutti conosciamo.
Quella maglietta, praticamente intatta, è un pezzo assolutamente unico. Era la cosiddetta casacca da trasferta, quella bianca con le righe grigie e rosse sottili, realizzata in cotone con le maniche lunghe (allora la muta invernale era così). Tiziano Bordi ha avuto una lunga e importante carriera nel calcio dilettantistico emiliano, arrivando a sfiorare anche il professionismo visto che, per qualche mese, in gioventù, aveva militato con la Primavera del Parma. Oggi è un valente artigiano, con la passione per il calcio e conserva, come è giusto che sia, ricordi e magliette delle compagini in cui ha militato.
Così ecco che, dalla cassapanca che custodisce i suoi vecchi ricordi sportivi, è uscita questa maglietta, che lui inizialmente non ha riconosciuto. “Ho intuito subito – spiega – che poteva avere a che fare col calcio cremonese ma io non ho mai militato in campionati lombardi”. Così ha indagato e i ricordi sono presto riemersi, con tanto di conferme da parte di esperti collezionisti.
Quella casacca è stata indossata da Gianluca Vialli, è appunto un pezzo unico, ed è arrivata nelle sue mani, a Pieveottoville, in barca. Un regalo dell’allora titolare del Continental, che oggi ha un valore immenso e che è pure tornata sotto al Torrazzo. Infatti Bordi l’ha fatta indossare alla figlia Vittoria dopo averla portata, di recente, a seguire una partita della Cremonese allo Zini e non è certo passata inosservata. Anzi, in tanti l’hanno ammirata e fotografata.
Dopo che si è sparsa la voce del cimelio che conserva lo hanno contattato collezionisti e sportivi da tutta Italia. C’è chi gli ha anche proposto cifre “appetitose” per avere la maglietta ma di una eventuale cessione non se ne parla. Ne è gelosissimo e la sta conservando con grande cura consapevole di avere in mano un tesoro, a cui lui tiene immensamente. Quella maglietta arrivata in regalo, su una barca, dal Po aggiunge chi scrive queste righe, è in ottime mani e, a suo modo, rappresenta un bel “ponte” sportivo tra le due sponde del Po e c’è da immaginare che anche lui, Vialli, sarà contento di tutto questo.
Del resto, un altro prestigioso “ponte” tra le due sponde, nato dallo sport, c’era già stato molti anni prima. Infatti negli anni del secondo conflitto bellico, quando i campionati maggiori erano ovviamente fermi, la compagine dello Zibello calcio era stata “arricchita” nientemeno che da Mario Rigamonti, il campione bresciano purtroppo scomparso in seguito alla tragedia di Superga del 4 maggio 1949. Rigamonti, a cui è dedicato lo stadio di Brescia, militava infatti nel grande Torino (oltre che nella nazionale) e, all’epoca delle sue gesta con la maglia dello Zibello, raggiungeva Cremona in moto e, da qui, si imbarcava attraversando il fiume per raggiungere la terra del culatello. Di quella compagine facevano parte anche Renato Gei (che aveva vestito le maglie di Torino, Fiorentina, Samdpria e Brescia), Enzo Gaggiotti (che aveva invece militato nel Brescia, nella Lucchese e nell’Arezzo) e Aldo Olivieri (ex campione di Verona, Padova, Lucchese, Torino e Brescia).
Un “ponte” sportivo, tra Cremona e l’Emilia che fa parte, in modo indelebile, della storia delle nostre terre di fiume.
Eremita del Po
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti