Avant tout, l’opéra! - Cremona presenta a Parigi il Monteverdi Festival e rende omaggio a due inestimabili patrimoni immateriali UNESCO
Cremona, nota in tutto il mondo per la sua storia musicale e per l’arte del “Saper Fare liutario”, ha celebrato il Monteverdi Festival con un evento organizzato presso la sede Unesco di Parigi dal titolo Avant tout, l’opéra! Un’occasione preziosa per omaggiare il padre dell’Opera lirica Claudio Monteverdi, in occasione del primo anno del riconoscimento de “La pratica del canto lirico in Italia”, iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale nel 2023. Organizzato in collaborazione con la Rappresentanza permanente italiana presso UNESCO, Comune di Cremona e Fondazione Teatro Ponchielli, Cremona ancora una volta è stata protagonista a Parigi confermando la vocazione internazionale come città della musica.
“È con grande emozione che vi dò il benvenuto all’UNESCO per celebrare insieme due eccellenze italiane riconosciute da questa Organizzazione come elementi del patrimonio culturale immateriale. Il canto lirico e la tradizione dei liutai cremonesi costituiscono un connubio che è parte del nostro immaginario collettivo” – ha dichiarato l’ambasciatore Liborio Stellino, Rappresentante permanente dell’Italia all’UNESCO, in apertura dell’evento - “l'Italia è associata in tutto il mondo alle arie d'opera più famose ed è riconosciuta per il suo eccezionale contributo alla ricerca della perfezione vocale. Ma è anche universalmente nota per l’arte della costruzione degli strumenti a corda ad arco, che da secoli prendono forma dalle mani dei maestri cremonesi. Strumenti che accompagnarono le prime rappresentazioni delle opere barocche protagoniste di questa serata, e che dal palco dell’UNESCO ci offrono l’opportunità di rivivere insieme le emozioni nate da un incontro magico tra musica e parola”.
È a Cremona che nasce Claudio Monteverdi e, sempre a Cremona, nasce Antonio Stradivari, due figure straordinarie che hanno rivoluzionato la Storia della musica e che ancor oggi sono parte integrante dell’identità e dello sviluppo culturale cittadino. Una tradizione secolare che ha saputo mantenersi viva e operosa, permettendo a Cremona di attestarsi come luogo di produzione e creazione musicale a livello internazionale. “Siamo tornati a Parigi per mantenere viva la relazione esistente fra la nostra città e le prestigiose istituzioni che ci ospitano e che continuano a manifestare interesse per i temi di fondo legati all’identità di Cremona, la musica, la liuteria e le straordinarie figure storiche che le hanno accompagnate, e la contemporaneità dei progetti che, insieme, stiamo portando avanti - ha spiegato il sindaco Andrea Virgilio - “Penso all’evoluzione del Monteverdi Festival, riconosciuto dal Parlamento italiano per l’assoluto prestigio a livello internazionale, alla trasversalità delle azioni di formazione continua rivolte alla comunità dei liutai e portate avanti da ricercatori e musicisti anche attraverso modalità di apprendimento sperimentali. La straordinarietà dell’evento organizzato nella sede UNESCO sottolinea ancora una volta il ruolo di Cremona come destinazione unica nel panorama artistico globale e come ambasciatrice della musica, strumento fondamentale per la promozione della cultura e dell'arte in tutte le sue forme, valori che sono racchiusi anche nella stessa costituzione dell’Unesco e che, nella nostra città, sono vivi e dispiegano le loro traiettorie.”
Cremona e Parigi sono ormai legate da un forte legame culturale caratterizzato innanzitutto dalla valorizzazione di strumenti delle rispettive collezioni cittadine. Così lo scorso anno lo Stradivari “Cremonese 1715” è stato esposto al Museo della Musique e quest’anno il violino dei virtuosi “Sarasate”dal 6 settembre è esposto al Museo del Violino di Cremona. L’esposizione celebra i 300 anni di storia dello Stradivari appartenuto al grande violinista e compositore spagnolo Pablo de Sarasate, 1724 – 2024 tre secoli di storia di uno Stradivari e dei suoi custodi.
Cremona è una città dalle caratteristiche uniche per qualità e quantità di tradizioni, istituzioni e patrimoni legati all’arte dei suoni, con una storia che conta protagonisti dell’arte vocale del calibro di Claudio Monteverdi e Amilcare Ponchielli. “La collaborazione con il Comitato per la Salvaguardia del Canto Lirico Italiano si inserisce in un percorso che il Teatro di Cremona, con il Monteverdi Festival, sta facendo in favore della tutela della prassi esecutiva storicamente informata del repertorio vocale del tardo Cinquecento e Seicento” - ha detto a sua volta il Sovrintendente del teatro Ponchielli Andrea Cigni - “Periodo in cui si afferma l’arte del Canto lirico e sulle cui basi si fonda il repertorio dei secoli successivi. Siamo onorati di essere parte di questo progetto e di essere stati dunque presenti a Parigi in questa occasione unica, per raccontare Cremona quale città capitale ideale della musica, grazie al dialogo con l’altro prezioso elemento immateriale, ‘il saper fare liutario cremonese’, a beneficio della comunità non solo locale, ma nazionale e internazionale”.
Pertanto quale migliore occasione per Cremona se non realizzare nella sede UNESCO un evento che ha reso omaggio al canto lirico dalla nascita all’evoluzione del melodramma del primo Seicento? Un percorso di arie vocali che ci ha riportato a quell’incredibile momento di fioritura dell’Arte lirica, ai celebri repertori e ai primi grandi teatri all’italiana. “Il canto lirico ha origine dalla fusione delle caratteristiche fonatorie della lingua italiana, dell'attitudine declamatoria e della tradizione musicale rinascimentale; esso permette una straordinaria propagazione della voce insieme all'enfatizzazione di sfumature di intensità e timbro – così il presidente del Comitato di Salvaguardia, Federico D. E. Sacchi - “Questa caratteristica tecnica, lungi dal rappresentare un mero virtuosismo, rende il canto lirico innanzitutto uno straordinario veicolo per il messaggio emotivo racchiuso nella composizione. Ritengo infatti che proprio questa sia la ragione profonda che ha permesso a questa pratica di attraversare oltre quattro secoli di storia, di diffondersi in tutto il mondo e di assurgere al prestigioso riconoscimento UNESCO quale patrimonio immateriale dell’umanità”.
Ma Cremona è anche territori, prodotti e bellezze naturali da scoprire, con un patrimonio architettonico e storico ricco e variegato in cui si alternano medioevo e rinascimento, sacro e profano, cultura contadina e dolcezze originali come il rinomato torrone cremonese e la mostarda. “Negli ultimi anni, il turismo a Cremona ha registrato una significativa crescita, confermando la Francia come uno dei mercati principali – ha dichiarato infine l’assessore al Turismo Luca Burgazzi - “La liuteria, affiancata da iniziative di grande valore culturale come le masterclass, i festival, il Museo del Violino e Casa Stradivari, rappresenta un settore di forte richiamo. Queste eccellenze attraggono un pubblico interessato alla tradizione artistica e al ricco lascito storico e musicale della città. Cremona si distingue per il suo stile unico, capace di armonizzare arte, storia e tradizione, attraverso un progetto di valorizzazione territoriale orientato alla cultura e al benessere della comunità”.
La Francia, per Cremona, rappresenta il secondo Paese europeo di incoming su un totale di circa 80 mila visitatori stranieri. La Francia è anche il primo Paese europeo per presenze al Monteverdi Festival: infatti, il 17,85% di stranieri è rappresentato proprio da francesi.
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